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Su Vanja, non fare il solito bastian contrario :-)
Io non ci vedo nulla di male in incontri "workshop" dove chi sa fare
(chiamiamolo "insegnante", ma senza alcun parallelo con la scuola)
mostra ad altri ("apprendisti") come fare.
Se poi c'e' anche modo per gli apprendisti di provare a loro volta, sotto
(eh si', ogni tanto bisogna star sotto, un po' di umilta' serve sempre)
la supervisione dell'insegnante, allora la conoscenza viene effettivamente
trasferita e riprodotta. Altrimenti sono parole al vento, per lo piu'.
Anche dalla condivisione del sapere nascono relazioni. Ma qui mi viene
un dubbio: se da una parte c'e' chi sa, e dall'altra c'e' chi vuol
sapere, la relazione non e' simmetrica (difatti il processo e'
chiamato "trasferimento di conoscenza", e non "condivisione").
C'e' qualcosa di sbagliato in cio'? Secondo me no: la parita' viene
ristabilita comunque, alla fin fine, perche' lo scambio avviene tra
conoscenze di vario tipo. Io so riparare un ciclomotore, tu sai
allevare le pecore, io insegno a te e tu a me ed ecco fatto.
Tutto dipende da come ci si pone verso l'altro, da quanta paura si
ha della sempre possibile contaminazione, da quanto pudore si ha nell'affermare
il proprio bisogno di apprendere e la propria possibilita' di insegnare.
Invece, sul discorso auto-organizzazione:
e' molto difficile che un buon pranzo possa essere messo insieme solo
usando cio' che ciascun commensale porta in dote. Manchera' sempre
qualcosa -- tonnellate di farina ma niente sale, tonnellate di uva
passa ma niente pinoli -- e ci sara' sempre qualcuno che dovra' correre
a procurare cio' che manca. Ci sara' sempre qualcun altro che alla fine
dovra' raccattare la rumenta. Qualcuno che dovra' cucinare, visto che
tanti non sanno farlo. Il bello e' che qualcuno si trovera' sempre, che
tappera' i buchi! I tappabuchi sono una forza della Natura, senza di
loro va tutto a puttane. Non e' possibile sostituirli con il dirigismo
basato sulla posta elettronica. Caro Vanja, non proporre di coordinare
tutto via mail, semmai invece proponiti come tappabuchi universale :-))
Io, quando ci provo, mi diverto un mucchio!
giuseppe
On Sun, 10 Jun 2007, Ca Favale wrote:
> Abbiamo ricevuto notizie dell'iniziativa in preparazione a Torino, e ci
> stiamo chiedendo da qualche giorno come, quando e perch?? partecipare.
> Penso siano domande cui ?? interessante rispondere, per comprendere lo
> slancio con cui ti proietti in un'iniziativa. Pensavamo di cominciare a
> correre per tempo, dal momento che -dice il saggio- non ha senso
> cominciare improvvisamente a correre a bomba.
>
>
> La corsa, che ?? diversa dalla passeggiata, attiva e mette in moto
> endorfine e risveglia cellule cerebrali altrimenti sopite. In molte
> occasioni ci siamo trovati a sbadigliare dalla noia, e non c'e' nemico
> interno peggiore di quello ??? la noia, manifestazione del nostro sentirci
> impotenti, non in grado di tirare fuori una parte di noi ??? la reazione
> che desideriamo corrisponde alla sostituzione della noia di un passo
> mediocre con l'eccitazione di una corsa a pieni giri
>
>
> Leggendo la presentazione dell'iniziativa mi ?? venuto un po' un
> coccolone alla proposizione di ???workshop, seminari, stage, o come cazzo
> li si vuole chiamare???, genericamente varie attivit?? pomeridiane:
>
> a me personalmente non frega un cazzo delle ???varie attivit?? pomeridiane???
> indipendentemente da come le si chiama.
>
>
> non vengo a torino per farmi di workshop/seminari/stage di qualche
> tipo... ma per provare a intrecciare legami che ci portino ad
> organizzarci insieme, ad esempio... un'officina per andarci a riparare
> una macchina,
>
> una distilleria per fare grappe,
>
> una cantina per il vino,
>
> un qualche luogo/nonluogo/laboratorio X che continua nel tempo e non sia
> legato a una logica esclusivamente temporanea...
>
>
> penso che dobbiamo dotarci si delle conoscenze, ma che queste viaggiano
> solo insieme alle pratiche;
>
> dotarci della capacit?? / volont?? / possibilit?? di realizzare quelle che
> altrimenti rimangono solo idee, e mai riescono ad assumere concretezza.
>
>
> Per dotarci di queste pratiche sono necessari incontri / scontri /
> riflessioni in cui siamo disposti a mettere tutto quel che ci riguarda
> sul tavolo, in discussione ??? credo sia l'unica faccenda sugosa.
>
> Mettere tutto in discussione significa anche mettersi in testa di
> affrontare questo tutto non in maniera separata... portare avanti
> insieme un'idea, (forse ne basta una sola?), a cui tendiamo insieme
> conun ventaglio di pratiche; ad esempio autogestione e autoproduzione mi
> paiono solo riferimenti un po' astratti e sfuggenti... forse, dovendo
> usare dei termini, mi piacerebbe riuscire a pensare e praticare varie
> forme di (auto)organizzazione. Spero che durante i quattro giorni le
> idee sui vari percorsi diventino pi?? chiare -
>
>
>
>
>
> Quelli che vedo come laboratori, persistenti o temporanei, sono i luoghi
> o i non luoghi che riusciamo a creare - sono la socializzazione di
> esperienze, nella teoria, nella pratica.
>
> Quando c'?? qualcosa da comunicare, farlo - allestire un banchetto,
> prepararsi in qualsiasi modo si ritiene opportuno per contribuire in
> modo utile a un'iniziativa.
>
>
> Riuscire a sganciarsi da una prospettiva immediata, riuscire nei 3
> giorni a scambiarci idee, emozioni, rabbie che durino per almeno 3 mesi
> ???a parte la teoria del 3 (?!?)- secondo me ha senso per non trovarsi
> nella triste condizione di vedere in ogni iniziativa un inizio e una
> fine ben definiti.
>
>
>
> Per costruire un qualcosa che perdura nel tempo, a cui sia possibile
> agganciarsi in qualsiasimomento, servono relazioni, e per costruire
> relazioni occorre tempo ??? La disponibilit?? di questo tempo gioca un
> ruolo principale. Il voler spendere il proprio tempo insieme segna una
> differenza. Con chi siamo disposti a spendere il nostro tempo?
>
>
> Se serve a qualcosa vedersi, serve ad esempio a ipotizzare e poi
> sperimentare (il che vuole dire attuare) pratiche di sottrazione dai
> meccanismi pi?? radicati del sistema ??? il fatto che ognuno ???se la sfanghi
> da solo??? non sposter?? mai neanche di un millimetro il problema ed ?? la
> fregatura pi?? colossale pensare di affrontare individualmente problemi
> che sono comuni.
>
>
> mi ero un attimo perso, rileggendo cerco di riprendere il filo ??? in
> questi quattro giorni a torino secondo me una pratica che mi piacerebbe
> condividere con tutti ?? quella di attrezzare il posto per tutte le
> esigenze che si manifesteranno a partire dal magnare e dal bere. Non ci
> piace ad esempio l'idea che ci sia un gruppo che si occupi della cucina
> perch?? non ci piace l'idea che qualcuno pensi a come 100 persone possano
> riempirsi la pancia in modo gradevole... ?? o non ?? la cosa di base su
> cui qualunque gruppo deve mettersi d'accordo perch?? tutti a un certo
> punto avranno fame e che pu?? anche risultare piacevole come
> socializzazione? Da questo punto di vista agli incontri del CIR, cui
> abbiamo partecipato, la condivisione della cucina ?? stato l'aspetto di
> autoorganizzazione affrontato nel modo pi?? sensato e credibile che
> abbiamo visto. In incontri di 70 persone non c'?? mai stato da fare
> spesa, non c'?? mai stato nessun ???gruppo cucina???, si ?? sempre magnato e
> bevuto bene.
>
>
> organizzare un incontro sul tema autogestione / autoorganizzazione ha
> come conseguenza pratica che ognuno si attivi a modo suo ???portando ci??
> che vorrebbe trovare??? e per questo occorre gi?? da ora organizzarsi un
> minimo per evitare di trovarci sommersi da tonnellate di farina ??? se poi
> manca il sale... sarebbe buono che, usando i potenti mezzi che la
> tecnologia ci offre, ad esempio la posta elettronica, riuscissimo a
> metterci d'accordo sulle cose da portare a torino ??? E questo riguarda
> solo una parte pratica, che ?? comunque interessante ed utile da mettere
> in gioco.
>
> Per il resto anticipo che preferirei minor programmazione su quello che
> accadr?? nelle giornate e nelle serate ??? se c'?? chi vuole suonare ?? molto
> facile organizzarsi per farlo ??? ?? capitato in mille occasioni di
> partecipare a serate con gruppi che arrivano, montano un impiantino,
> suonano, poi smontano per lasciare il palco a un altro gruppo che monta
> un nuovo impiantino, suona, poi smonta ??? generalmente alla fine dei 4000
> concerti a tamburo battente l'ultimo gruppo si porta via i suoi
> strumenti -batteria, chitarra, basso- e rimane un palco vuoto - poi
> inizia Tormento-DJ ???per tutta la notte???
>
> ... cazzo un pochino di spontaneit?? la vogliamo lasciar emergere?
>
>
> Anche perch?? se c'?? una cosa di cui l'organizzazione diventa fastidiosa
> ?? proprio l'aspetto ludico, la festa ???
>
>
> mi viene in mente una discussione alla fiera dell'autogestione a Libera
> quest'aprile in cui si parlava dell'autoproduzione musicale. Il gruppo
> che mi ?? piaciuto di pi?? era un gruppo napoletano che come distribuzione
> non aveva nulla che c'entrasse con la musica, per scelta.
> L'autoproduzione di CD e cassette e l'idea di diffondere musica
> registrata cozza abbastanza malamente con l'idea di suonare insieme per
> esprimere qualcosa ???
>
> rinunciamo alle carrellate di concerti con 3 o 4 gruppi che suonano la
> stessa serata uno dopo l'altro.
>
>
> Creiamo insieme le condizioni perch?? ognuno si senta di suonare ???
> estirpiamo l' idea di un palco e della ???scaletta??? musicale, condividiamo
> (con cura ??? se un rullante si rompe, non esiste che ???sono cazzi miei??? e
> del mio rullante) strumenti e passioni insieme e qualche nota salta
> fuori... magari un po' stonata, del resto cos?? ?? nato il punk...
>
>
>
> Queste sono prime idee che ci vengono in mente, aspettiamo qualche
> intervento per approfondire o mettere altra carnazza al fuoco...
>
>
> Ciao
>
>
> Vanja
>
>
> _______________________________________________
> Ca_Favale_mlist mailing list
> Ca_Favale_mlist@???
> https://www5.autistici.org/mailman/listinfo/ca_favale_mlist
>