[Incontrotempo] 9 giugno: la malafede delle redazioni

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著者: Domenico Ciardulli
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題目: [Incontrotempo] 9 giugno: la malafede delle redazioni
E' sorprendente per me il resoconto che hanno fatto i grandi quotidiani e le televisioni di stato della manifestazione del 9 giugno contro la visita di Bush. Lo dico perchè alla manifestazione io c'ero e ho potuto vedere i tantissimi che hanno sfilato da piazza Esedra a piazza Navona dalle ore 15.30 in poi.
Mi aspettavo qualche ripresa televisiva o foto d'insieme di questa grande fiumana di gente colorata. I più erano gente di pace che condanna la politica militare del presidente americano.
Invece niente di tutto questo si è visto nei resoconti dei media. Anzi la prima pagina de "La Repubblica" del giorno dopo apre con una foto di un singolo manifestante a volto coperto immortalato intorno alle 19.00 vicino piazza S. Pantaleo a lanciare una bottiglia contro gli scudi dei carabinieri.
Altro passaggio molto sottile e fraudolento dei media: si è dato risalto alla vernice con la quale è stata imbrattata la lapide di Aldo Moro a via Fani avvicinando tale episodio alla manifestazione, con la prossimità visiva degli articoli sui giornali e di successione sonora sui gr e tg. Un evento isolato e deprecabile che però non aveva niente a che fare con i centomila partecipanti al corteo antibush.
La scelta di Repubblica come quella del Corriere della sera, come quella della Rai, hanno avuto la stessa impronta: quasi nessuna immagine o sequenza " panoramica" delle 3 ore di sfilata su via Cavour dei tanti volti e delle tante persone di pace che avevano qualcosa da mostrare e da dire con la loro presenza, mentre moltissimo risalto al finale del percorso quando una decina di facinorosi provocatori, amplificati alla massima potenza dai media, ha rotto una vetrina o ha lanciato qualche pietra o bottiglia.
Sono d'accordo che, rispetto a questo evento marginale e insignificante in mezzo a quasi centomila manifestanti, la gestione da parte della Questura e del Prefetto Serra sia stata equilibrata e ammirevole.
L'unico neo dell'ordine pubblico è stata la mancata previsione del tappo creatosi in prossimità di piazza Navona.
La valanga di gente, forse non prevista nonostante il boicottaggio attivo sulla regolare funzionalità dei treni in arrivo da Milano e dal sud, non sarebbe mai potuta entrare tutta nella piazza di arrivo e questo ha provocato l'arresto prolungato del flusso ed ha favorito il confronto tra minoritari gruppi di facinorosi e i folti cordoni di forze dell'ordine.
In conclusione va dato atto alle forze dell'ordine di non aver fomentato l'accensione di focolai di scontri ma va attribuita senza dubbio una forte accusa alle scelte editoriali di grandi giornali e TV pubbliche per aver voluto dolosamente disinformare gli italiani sulla riuscita della grande manifestazione contro le guerre.
Per aver ingannato molti ignari telespettatori e radioascoltatori che hanno ricevuto della manifestazione solo quella strana mezz'ora di tensione a San Pantaleo e niente che potesse riguardare i contenuti, le testimonianze, i volti e i numeri dei partecipanti.
Addirittura il taglio della prima pagina della Repubblica tenta in malafede di attribuire il flop ad entrambe le iniziative del pomeriggio: quella di piazza del popolo e quella di piazza della Repubblica.
Quella di ieri 9 giugno è stata senza dubbio una pagina scura nella storia del giornalismo italiano.

Domenico Ciardulli






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