[Paesibaschiliberi] [ASKAPENAinfo:] Passo a passo 180,

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Autor: Askapena-Info
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Temat: [Paesibaschiliberi] [ASKAPENAinfo:] Passo a passo 180,







Independentzia eta Sozialismorantz
EUSKAL HERRIA, PASSO A PASSO
Informazione d'ASKAPENA Nº180

Eva e Juanrra due referenti politici e morali


Scriviamo queste righe prima di conoscere i risultati elettorali ma in
una settimana marcata dall'imminente contesa. Consumato l'oltraggio,
questa ultima settimana è stata quella del bombardamento ideologico
contro la cittadinanza che simpatizza con la sinistra basca: devono
puntare sul "voto utile" e dato che le loro candidature sono state
proibite... Difficile dilemma: o depositare in anticipo una cedola
illegalizzata o, e quello è ciò che cercano, scommettere su alcune
sigle che si offrono di dare utilità a quel voto. Cioè, scommettere su
quelli che hanno claudicato dando la schiena ai coerenti.

Mentre molte persone si dibattono in
tali dubbi, hanno brillato nell'universo di Euskal Herria due fari che
irradiano con forza la luce di cui tanto ha bisogno: Eva e Juanra. Due
referenti politici e morali a cui dedichiamo con intensa emozione e
riconoscenza questo lavoro. Eva Forest se n'è andata (19 maggio)
lasciando dietro di sè una scia di ammirazione e pena. Riposi in pace.
Juanra, dopo vari anni di prigionia, ha recuperato la libertà.
Congratulazioni e benvenuto. Due vite differenti con importanti
elementi comuni. Due catalani ai quali Euskal Herria vuole professare
un riconoscimento pubblico pieno di gratitudine.



Juan Ramón Rodríguez,"Juanra", ex carcerato politico catalano
Naturale
di Barcellona, attivista impegnato nei movimenti sociali e corista del
gruppo di musica rock Kop. Detenuto in Amsterdan nel 2002 accusato di
collaborare con ETA. Da allora ha vissuto un periplo per numerose
prigioni, essendo quella di Zuera (Saragozza) l'ultima di esse. Durante
il suo periodo di cattività fece parte del Collettivo dei Prigionieri
Politici Baschi.
Ha appena abbandonato la prigione e ha ricevuto nella sua Catalunya
natale il caldo ricevimento che si meritano i lottatori onesti. Al
momento di abbandonare la prigione conserva un ricordo affettuoso per
tutti i compagni del Collettivo che rimasero dentro. Confessa che
giorno per giorno la prigione, nonostante la durezza, gli ha permesso
di conoscere un'esperienza molto bella. Non si è pentito di niente, al
contrario, considera che l'avere comunicato nella lotta di liberazione
per Euskal Herria è qualcosa che l'ha ingrandito ed arricchito.
Esperienza di lotta liberatrice che ha dato pieno senso alla sua vita e
che l'ha segnato per il futuro. Vissuto di solidarietà come un flusso
di appoggio mutuo e bidirezionale. Il suo progetto di futuro dopo
cinque anni di riflessione non può essere più illustrativo: continuare
a lottare per la liberazione dei popoli.



Eva Forest
Nata anche lei a Barcellona, 1928, nel seno di una
famiglia anarchica. Si trasferisce a Madrid per studiare medicina e
dopo si addentra nella sociologia. I sabati intensi, decenio dei 50,
nell'Università Libre Gambrinus sveglia in lei un'intensa presa di
coscienza che si tradurrà in impegno durante tutta la sua vita. Si
sposa nel 1955 con Alfonso Sastre, scrittore brillante e impegnato che
fu processato dai tribunali franchisti. Nel 1962, Eva è fermata dalla
stessa polizia dittatoriale dopo avere partecipato ad una
manifestazione di donne a beneficio dei minatori asturiani. Dopo la
detenzione, è imprigionata per un mese.
Nel 1966 viaggia per la prima volta a Cuba e si introduce in quel modo
nell'appassionante cammino della solidarietà internazionale. Nel 1967
crea a Madrid il Comitato di Solidarietà col Vietnam. Posteriormente,
ed in piena dittatura ossessionata dal farla finita con la lotta del
paese basco, creda sempre a Madrid il Comitato di Solidarietà con
Euskadi (impegno rischioso in quella congiuntura). Il regime segue al
dettaglio la sua traiettoria ed in settembre del 1974 è fermata,
accusata di collaborazione con ETA. Rimane imprigionata per tre anni,
tempo che sfrutta per scrivere" Lettere dalla prigione" e" Attestazioni
di lotta e resistenza." All'uscita della prigione, e dal 1977, la
famiglia si stabilisce in Euskal Herria allineandosi di pieno nella
difesa dei diritti di questo paese. Nel 1979 spinge la creazione del
TAT, gruppo contro la tortura, tanto tristemente abituale contro la
militanza basca: ascolta quanti l'hanno sofferta, li aiuta a
verbalizzare i loro traumi, raccoglie le loro testimonianze, lavora
instancabilmente nella loro divulgazione.
La sua immersione nella lotta nazionale basca è un trampolíno per
implicarsi in altri processi ed in numerose iniziative antimperialiste.
Nel 1998 realizza il suo primo viaggio, e non fu l'ultimo, all'Iraq.
Raccoglie il battito di quel paese, pubblica le esperienze che scopre,
lotta disperatamente per cercare di frenare l'aggressione imperialista
che lo tormenta. Partecipa al Foro Sociale Europeo di Firenze, nelle
Giornate celebrate in Cuba di Umanità contro l'imperialismo,
nell'Incontro Mondiale in Difesa dell'Umanità, nel Tribunale
Internazionale Benito Juarez del Messico. Tutta questa attività si
mescola col suo impegno editoriale in Hiru, le sue responsabilità
familiari ed il suo tenace impegno per scrivere a beneficio degli
oppressi.



Il sedimento di due militanti esemplari
Nati in culle distanti
nel tempo e vicine nella geografia. Due persone specialmente necessarie
in questo tempo tanto splendido coi rettili e tanto rigoroso coi
militanti. Due persone aperte alla realtà dell'oppressione e lucide
nella segnalazione delle cause della stessa. Sensibili al dolore altrui
ed ostinati nel cercarvi la soluzione. Attivisti delle cause perse che
son le cause per le quali realmente vale la pena lottare. Artisti della
parola e della canzone come strumento di combattimento. Lottatori di
tutte le ore di tutti i giorni. Recalcitranti nel loro impegno per
situarsi al fianco de peggio messi e di amarli con un amore impegnato.
Fermi nelle loro convinzioni rivoluzionarie e riaffermati in esse dopo
avere sopportato sulla propria pelle la repressione.
Come rivoluzionari del mondo, applaudiamo al percorso di queste due
persone e trasportiamo questa attestazione riconfortante a quanti
lottano per gli stessi obiettivi. Come cittadini della sinistra basca,
vogliamo lasciare testimonianza della gratitudine che essi meritano.
Quando il disprezzarci si è convertito in luogo comune e lo
schiacciarci in abitudine, Eva e Juanra si sono messi al nostro fianco.
E, con la loro opzione, hanno convalidato e rinforzato la causa per la
quale lottiamo. Come membri di Askapena, organismo internazionalista,
rileviamo in essi il loro impegno antimperialista e la loro sensibilità
solidale. Come disse Manolo nell'omaggio ad Eva in Hendaia, Eva di
fronte alla quale domandavano' come puoi essere internazionalista e
stare con quei nazionalisti?' rispondeva ella 'Come puoi essere
internazionalista e non prendere un impegno e lottare per la cultura e
la terra del tuo paese? Essere internazionalista è stare vicino ai
paesi che lottano contro l'imperialismo.' Manolo aggiunse che c'era
gente di sinistra che capiva e condivideva il diritto dei popoli a
decidere e ad organizzarsi, ma sempre lontano e con un grido terminò' e
l'avevamo a 300 kms di Madrid, e non lo volevano vedere! Ma alcuni lo
capimmo una volta... e per sempre! Eva vivrà nel nostro ricordo
ravvivando le nostre utopie socialiste e ravvivando il nostro
antimperialismo. Con Juanrra, continueremo a trovarci nel compromesso
condiviso per la liberazione dei popoli. Ad entrambi, molte grazie.

Euskal Herria, 28 Maggio di 2007.


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