[autorgstudbo] 30-05 - assemblea no bush no war a VAG

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Auteur: News AutOrg.anizzazione Stud.entesca BO
Date:  
À: lista studentesca, Collettivo SPA
Sujet: [autorgstudbo] 30-05 - assemblea no bush no war a VAG
BOLOGNA CONTRO LA GUERRA
9 giugno - No Bush No War Day
Contro la guerra globale permanente di Bush
Contro l'interventismo militare del governo Prodi

ASSEMBLEA PUBBLICA
MERCOLEDI' 30 MAGGIO ORE 21

Vag61 - Officina dei media indipendenti
via Paolo Fabbri 110

Sarà presente un compagno
del PRESIDIO PERMANENTE NO DAL MOLIN
e un rappresentante di EMERGENCY - EMILIA ROMAGNA


sottoscrivono l'appello:
Associazione di solidarietà con Cuba "La Villetta", Associazione Sinistra
Critica Bo, Cobas scuola, Collettivo Universitario EsPResS, Confederazione
Cobas, Confederazione Unitaria di Base, Coordinamento Migranti Bo, CSC -
Coordinamento Studentesco Cittadino, Tpo Bologna, Vag61 - Officina dei media
indipendenti, Rete Comunisti Bo, Rete Disarmiamoli Bo, Rete Ricercatori
Precari Bologna, Rete 28 Aprile in CGIL Bologna, Partito comunista dei
lavoratori Bo.

VOGLIAMO CHE VENGA GARANTITO DAL GOVERNO DI CENTRO SINISTRA IL NOSTRO
DIRITTO A MANIFESTARE : CHIEDIAMO QUINDI FIN DA ORA DI POTER RAGGIUNGERE
ROMA IN TRENO IL 9 GIUGNO!!!

Costruiamo insieme la più grande mobilitazione possibile per una giornata NO
BUSH.

Il presidente Usa, George Bush verrà in Italia il 9 giugno, su invito del
governo Prodi per ribadire in questo modo la convinta alleanza militare e
politica dell´Italia con gli Stati Uniti.
Oggi il presidente Bush ha contro la maggioranza del popolo degli Stati
Uniti, ma mantiene l'appoggio delle lobbies militari, petrolifere e
dell´industria delle armi. Bush è l´estremo interprete della volontà di
dominio mondiale delle classi dominanti statunitensi, volontà che porta da
decenni gli USA, indipendentemente dall´alternanza dei governi, ad
intervenire militarmente ovunque, con truppe, colpi di stato, stragi e
attentati.
Questa strategia di dominio, che fa della guerra una vera e propria
strategia politica con la capacità di esportare conflitti dall´Africa
all´Asia, dall´America latina alla stessa Europa, produce sudditanza
politica e culturale.
In Italia la destra considera Bush il proprio riferimento, ma anche il
governo Prodi, eletto grazie ai voti del movimento nowar "senza se e senza
ma", è orgoglioso dell´alleanza con tale amministrazione e si prepara a
ricevere in pompa magna il presidente Usa a Roma.
Questa subordinazione caratterizza anche l´organica politica di intervento
militare che il governo Prodi sta praticando, sia pure nella versione
"multilaterale", cioè "concertata" con le altre potenze.
Un´internità alla logica della guerra che spinge a mantenere le truppe in
Afghanistan, che ha aumentato vistosamente le spese militari (+13% nella
Finanziaria), che vuole imporre a popolazioni unite nell´opposizione nuove
basi militari come a Vicenza (ma anche a Cameri e in altri luoghi in via di
ampliamento), che partecipa alla costruzione di micidiali armi come l´aereo
da guerra F35 o lo Scudo missilistico, e conserva le bombe atomiche
disseminate nel nostro territorio, come a Ghedi e Aviano.
E´ questa subordinazione, politica e culturale, che ha abbandonato una delle
esperienza più limpide del pacifismo italiano, quella di Emergency, tradita
e sacrificata al governo Kharzai e ai suoi servizi segreti che detengono
illecitamente Rahmatullah Hanefi.
Ma la guerra è guerra indipendentemente dalle bandiere usate per condurla e
va ripudiata, come il militarismo governativo, che ha riconfermato o
promosso le missioni belliche.
Per questo, come tanti e tante in tutto il pianeta e in mille forme, ci
prepariamo ad accogliere Bush come si accoglie un vero e proprio
guerrafondaio. Lo facciamo per i torturati di Guantanamo, per i bruciati
vivi di Falluja, per i deportati, per quelli rinchiusi nei campi di
concentramento in mezzo mondo. Ma lo facciamo anche per dire che esiste
un´altra Italia. Un´Italia che vive già in un altro mondo possibile e
concreto. E´ quella dei movimenti che si battono contro le basi militari,
contro la devastazione ambientale, per i diritti sociali, contro i cpt. Che
si battono contro la privatizzazione dell´acqua e la rapina dei beni comuni,
contro le spese militari e il riarmo globale.

Il 9 giugno quindi è un giorno importante per la ripresa del cammino del
movimento no war nel nostro paese.
Vogliamo il ritiro delle truppe italiane da tutti i fronti di guerra,
Afghanistan in primis, la chiusura delle basi militari USA e NATO, la
restituzione di quei luoghi alle popolazioni per usi civili, per giungere
all´uscita dell´Italia dalle alleanze militari.
Esigiamo la rimozione dal territorio nazionale degli ordigni nucleari e
delle armi di distruzione di massa.
Diciamo basta alle spese militari, rifiutando lo Scudo missilistico e i
nuovi aerei da guerra, affinché le decine di miliardi di euro vengano usati
per la scuola e la sanità pubblica, per i servizi sociali, per il
miglioramento ambientale.
Pretendiamo che il governo Prodi ottenga l´immediata liberazione di Hanefi e
restituisca ad Emergency il suo ruolo meritorio in Afghanistan.
Proponiamo che la mobilitazione del movimento no-war - che ha già tre tappe
importanti: la manifestazione contro la progettata base militare a Novara il
19 maggio oltre a quelle di Aviano e Sigonella; le Carovane contro la
guerra, che arriveranno a Roma il 2 giugno per protestare contro la parata
militare sui Fori Imperiali; la mobilitazione europea contro il G8 di
Rostock-Heiligendamm - culmini il 9 giugno in una grande mobilitazione
popolare a Roma che faccia sentire a Bush e Prodi l´avversione nei confronti
delle guerre e delle corse agli armamenti, che DICHIARI IL PRESIDENTE USA
OSPITE NON GRADITO e faccia sentire a Prodi il ripudio della guerra e del
militarismo.
Così come recita l´articolo 11 della Costituzione. Ci uniamo alla
popolazione di Vicenza per ribadire a Bush la più chiara determinazione e la
più netta opposizione possibile a non consentire la costruzione della base
di Vicenza.
Inoltre lanciamo fin da subito la campagna perché sia garantita la
possibilità a tutti coloro che vorranno manifestare di raggiungere Roma in
treno.