Szerző: Alex Foti Dátum: Címzett: critical mass milano - crew ::: http://www.inventati.org/criticalmass/ ::: la rivoluzione non sara' motorizzata !!! Tárgy: Re: [Cm-milano] liberazione, sulla ciemmona di roma
ho la pagina romana del manifesto con su il box sui 3 giorni ciemmonici.
baci, lx
On 5/25/07, ajorn acharya <ajorn@???> wrote: > boom di notizie sulla ciemmona, per ora ho recuperato questo lo giro
> senza leggerlo
>
>
>
> Da oggi un fiume di biciclette da tutta Italia attraverserà Roma, sono i
> ciclisti che chiedono attenzione e interventi per chi non inquina
> E' l'ora della "Critical Mass Interplanetaria"
> per tre giorni le due ruote ecologiche sfrattano le auto
>
> Martino Mazzonis
> Giacomo ha aperto la sua officina per biciclette da un anno o poco più
> sulla parte pedonale di via del Pigneto, un quartiere di Roma dove la
> bicicletta è di casa. Ne girano tante perché da queste parti, negli
> anni, sono venuti a vivere giovani alternativi e perché il centro
> sociale Ex Snia ha ospitato la Ciclofficina Don Chisciotte e si è
> battuto per ottenere percorsi pedonali in zona. Nella piccola bottega
> c'è via vai.«Manca un giorno, credo che saremo tanti, nonstante le
> previsioni del tempo». A Roma c'è la Ciemmona vuol dire grande Ciemme,
> abbreviazione di Critical mass e da oggi a domenica nella capitale c'è
> quella "interplanetaria". Per tre giorni i pedalatori critici di tutta
> Italia e non solo sciameranno con le loro due ruote sulla capitale, ne
> diventeranno il traffico.
> Ogni anno c'è qualcuno in più dell'anno prima. Basta guardarsi in giro:
> chi per portare a spasso i figli la domenica, chi per andare a lavorare,
> mollette sui pantaloni ogni mattina, anche nelle grandi città la
> quantità di ciclisti cresce in maniera esponenziale. Sarà l'effetto
> serra che attenua gli inverni e consente di girare senza accumulare
> troppa sinusite, sarà la paura del riscaldamento globale, sarà il prezzo
> della benzina o la voglia di buttare giù la pancia senza arrancare in un
> fitness club, ma i ciclisti aumentano e con loro cresce la Critical mass
> - che ha qualche argomento in più che non la ciccia per spingere a usare
> le due ruote.
> Ma che cos'è Critical mass? Semplice: un evento che si tiene in 400
> città del mondo, dalla giapponese Kobe, a Melbourne in Australia, da
> Mumbai a San Francisco, dove tutto è nato nel 1992. Ci si raduna e si
> pedala per porre l'attenzione sul diritto a una città migliore, non
> fatta per inscatolarsi nelle auto. Si pedala senza preavviso, ci si fa
> traffico rallentando quello automobilistico con la speranza di accendere
> qualche lampadina nella testa di chi sta ad aspettare. Del resto, se le
> bici fossero davvero tante, il problema della convivenza tra due e
> quattro ruote nel traffico cittadino si porrebbe anche se le Ciemme non
> esistessero. La Critical mass prova a ricordarlo, una volta al mese con
> gli appuntamenti locali e poi tre giorni all'anno in questa Ciemme
> interplanetaria. Partecipare è anche un modo di scoprire la propria
> città senza il rumore e la puzza delle auto in un giorno che non sia
> ferragosto: si viaggia circondati dalle altre bici, con qualcuno che si
> ferma agli incroci, e ci si gode la città. Chi la organizza? Nessuno, o
> meglio, tanti, ma, come recita il manifesto, la Critical mass «è
> un'idea, un evento, un'attitudine... non ha leader, non ha
> un'organizzazione... semplicemente Critical Mass è fatta da chi
> partecipa alla pedalata, non c'è un volantino da dare, ma ognuno/a cerca
> di produrre il proprio da distribuire lungo il percorso, improvvisato e
> mai prestabilito». Sì, ma chi c'è? Dal militante al grafico che manda la
> bozza di manifesto della Ciemmona, dal ciclista fissato al pendolare su
> due ruote entrato in contatto con una delle ciclofficine - luoghi di
> promozione della bici dove andare ad aggiustare la propria, imparare a
> farlo, scambiarsi idee - sparse per l'Italia e l'Europa.
> A proposito di Ciclofficine, in questi giorni alla Ex Snia si è tenuto
> il Roma bike forum. Sono venuti da Francia, Spagna, Gran Bretagna,
> Belgio. Già, come la Ciemme anche le ciclofficine crescono. Sono venuti
> a Roma per scambiarsi idee, pratiche, spiegarsi come lavorano, cosa
> funziona e cosa no. E a proposito di officine, Giacomo ci racconta
> ancora di quella centrale, che aveva la sua sede nella sgomberata Angelo
> Mai (laboratorio culturale e non solo occupato in centro città): «Dopo
> lo sgombero il Comune ha dimostrato grande interesse per la Ciclofficina
> centrale, prima ci hanno promesso una sede, poi una seconda, la terza in
> via Baccina l'abbiamo anche ristrutturata a nostre spese. L'interesse si
> ottiene solo a ridosso degli sgomberi, quando c'è attenzione. Oggi
> stesso ho tentato di capire, facendo il giro degli uffici, come andrà a
> finire, ma non sembra che a nessuno interessi». Già, e questo anche
> domande classiche sul rapporto tra i movimenti di ogni ordine e grado e
> la relazione tra questi e le istituzioni. Bisogna lavorare con i Comuni
> per ottenere cose, oppure fare il proprio lavoro come non esistessero,
> sensibilizzare e lavorare dal basso?
> Eppure la questione del traffico dovrebbe essere primaria e, visto che
> in Italia, non sono in molti a promuovere un modo diverso di spostarsi,
> una cultura del rapporto con la città che vada oltre il pendolarismo e
> la gita da Ikea la domenica, sarebbe utile dare spazio a esperienze come
> queste.
> «Anche a Milano l'utilizzo della bici è in crescita esponenziale. Lo si
> percepisce e anche le associazioni più istituzionali che raccolgono
> statistiche lo dicono. Anche a Milano l'amministrazione non se ne
> interessa - ci racconta Marcello di una Ciclofficina del capoluogo
> lombardo - Paradossalmente è il mezzo più veloce ed economico. Se devi
> spendere 10 euro per stare nel traffico è meglio pedalare». Eppure, a
> Milano come a Roma le due ruote non sono una priorità. Meglio costruire
> i box auto sotto terra che piste ciclabili. Si spende di più. «A Milano
> sono state ristrutturate tutte le stazioni, ma non ci sono parcheggi di
> nessun tipo». Non come a San Donato: «E' l'Amsterdam del nord - ride
> Marcello - Il comune ci ha lavorato, ci sono le ciclabili, parcheggi,
> bici pubbliche e la velostazione a ridosso del metrò e delle altre
> stazioni di trasporto pubblico». Una cosa semplice e intelligente.
> Persino nella smisurata Londra il sindaco Ken Livingstone (che prende la
> metro per andare a lavorare) si è messo a costruire piste e parcheggi di
> scambio custoditi. Secondo l'indice di ecosistema urbano europeo di
> Legambiente l'Italia è indietro. Stoccolma e Copenaghen hanno molte
> piste e parcheggi, Vienna ha 62 metri di pista ogni 100 abitanti,
> Berlino 19. Da noi non va così: 6 città hanno più di 20 metri per
> abitanti e 16 ne hanno 10. Roma, Milano, Napoli sono sotto i due metri -
> e a Roma si tratta soprattutto di piste "della domenica". Come se la
> bici fosse un lusso e non una possibilità. Come se i ciclisti che
> aumentano fossero un fastidio. Come se i sindaci d'Italia non avessero
> letto i giornali e non avessero scoperto che il mondo ha un problema con
> le fonti energetiche.
> _______________________________________________
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