[NuovoLab] si continua a morire sul lavoro...

Delete this message

Reply to this message
Autor: Edoardo Magnone
Data:  
Para: forumgenova
Assunto: [NuovoLab] si continua a morire sul lavoro...
Cosi` tanto per non dimenticare che turandosi il naso alcuni continuano a cadere
dai ponteggi...

Sembra quasi.. quasi.. che la sicurezza sul lavoro per l`attuale classa politica
e` una meta troppo difficile da raggiungere, meglio abbandonarla sul ciglio
dell`autostrada della produttivita`!

Edoardo Magnone


------------------------------------------------------------------------

http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/25-Maggio-2007/art50.html

Morti e feriti sul fronte del lavoro

A Ferrara crolla un muro: due morti. A Trino Vercellese scoppia una gomma:
ucciso sul colpo. Feriti a Palermo e a Bologna. L'epidemia contina


Due morti a Ferrara, uno in provincia di Vercelli. Un operaio in prognosi
riservata all'ospedale di Palermo. Cinque feriti, per fortuna in modo lieve,
per uno scoppio un'azienda chimica di Castello d'Argile (Bologna). E' il
bollettino di ieri di quella che il presidente della Camera Bertinotti ha
definito l'epidemia degli infortuni sul lavoro. L'epidemia dall'inizio
dell'anno ha fatto oltre 400 vittime. L'Eurispes, l'altro ieri, aveva
conteggiato 5.252 morti sul lavoro in Italia dal 2003 all'ottobre del 2006. Fin
qui, nulla di nuovo: la cifra non è altro che la somma dei dati dell'Inail.
L'Eurispes l'ha «confrontata» con i 3.520 soldati della coalizione dei
volonterosi deceduti nella guerra in Iraq dall'aprile del 2003 a oggi. Anche se
dimenticare le vittime irachene non è molto elegante, l'Eurispes ha voluto
sottolineare che la guerra sul fronte del lavoro in casa nostra fa più morti
dell'occupazione in armi dell'Iraq.
Lino Floridia, 34 anni, originario di Siracusa, e Lazhar Slimane, tunisino di 33
anni, sono morti ieri mattina a Correggio, una frazione alle porte di Ferrara.
Con altri cinque «artigiani» edili stavano ristrutturando un casale. E'
crollato il muro di un fienile, probabilmente non puntellato. Sono stati
sepolti dalle macerie, scansate per pochi metri da altri tre lavorarori. I
cinque migranti presenti nel cantiere sono in regola con il permesso di
soggiorno. Ma nessuno dei sette uomini ieri al lavoro risulta alle
dipendendenze della ditta titolare del cantiere. Un metodo che fa risparmiare
sui contributi, sempre più diffuso in edilizia. Massimo Croce, 43 anni, era
dipendente di una ditta di pneumatici. Stava sostituende una gomma di un camion
in una cava a Trino Vercellesse. La gomma è scoppiata uccidendo sul colpo
l'operaio. Ha 54 anni l'operaio ricoverato in gravissime condizioni
all'ospedale di Palermo. Lavorava nella vetreria del fratello. Una lastra di
vetro gli è precipita addosso, recidendo l'arteria omerale. Resta in pericolo
di vita all'ospedale di Viareggio il marocchino Tahar Mahassine. Mercoledì era
stato travolto dal crollo di un cascinale in ristrutturazione a Lido di
Camaiore, costato la vita a un altro operaio.
L'85% degli infortuni mortali, afferma l'Eurispes, avviene nei subappalti. La
causa principale dei decessi in edilizia resta la caduta dall'alto. L'Eurispes
segnala una «curiosa» anomalia: gli immigrati costituiscono il 12% dei morti
sul lavoro ma, in proporzione, subiscono meno infortuni mortale rispetto agli
italiani. Evidentemente molti infortuni non mortali, se subìti dagli immigrati,
non vengono denunciati. L'incidenza degli omicidi bianchi sul numero di addetti
è più alta nelle regioni del Sud, le stesse che guidano le classifiche della
disoccupazione. Quest'ultima incentiva il lavoro nero e precario che, a sua
volta, incentiva gli infortuni.
«Siamo a fianco dei lavoratori nella lotta contro gli infortuni», ha detto ieri
nel sui mega-discorso il presidente di Confindustria. Non se n'era accorto
nessuno.