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Autor: asa lucca
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Secolo xix L'ex questore inguaia un collega: fu lui a guidare il blitz alla
Diaz
Secolo XIX


L'ex questore inguaia un collega: fu lui a guidare il blitz alla Diaz
il processo per il g8

Francesco Colucci, nel 2001 al vertice della polizia genovese, non ha
dubbi e accusa Lorenzo Murgolo, vicequestore di Bologna


04/05/2007
Genova. A coordinare l'irruzione dei poliziotti nella scuola Diaz, durante
il G8 del luglio 2001, fu Lorenzo Murgolo, all'epoca vicequestore vicario
di Bologna, indicato dallo stesso Ansoino Andreassi, vicecapo della
polizia, quale coordinatore e responsabile dell'ordine pubblico, con
funzioni anche di polizia giudiziaria. Andreassi era il dirigente di
polizia con il grado più alto in quei giorni a Genova, insieme al prefetto
Arnaldo La Barbera. La novitàè emersa ieri mattina, nel corso della
deposizione di Francesco Colucci, all'epoca dei fatti questore di Genova,
teste dell'accusa nel processo per i fatti accaduti nelle scuole
Diaz-Pascoli, in cui sono imputati 29 poliziotti.
Alla luce di questa rivelazione, che viene a distanza di sei anni da
quell'irruzione che portò a decine di arresti ma anche a un numero
impressionante di feriti, i difensori hanno commentato che «il processo è
acefalo, in quanto a rispondere di quei fatti sono funzionari e dirigenti
che non avevano la responsabilità dell'irruzione».
In realtà Colucci, che attualmente lavora presso il Cesis, la struttura di
coordinamento dei servizi segreti italiani, nel corso della sua
deposizione in commissione parlamentare, riferì di Murgolo «ma sulla cosa
- ha spiegato oggi - qualcuno decise di sorvolare». La posizione dell'ex
vicario della questura di Bologna, esaminata dagli inquirenti durante le
indagini sulla Diaz, è stata archiviata dal giudice per le indagini
preliminari Lucia Vignale, al termine dell'inchiesta insieme a quella di
altri funzionari e agenti di polizia, alcuni dei quali sono imputati per
altri reati nello stesso procedimento. Si tratta di Francesco Gratteri,
Giovanni Luperi, Gilberto Caldarozzi, Spartaco Mortola, Filippo Ferri,
Fabio Ciccimarra, Massimiliano Di Bernardini, Antonio Sbordone e Salvatore
Gava e degli ispettori di varie squadre mobili: Aniceto Leone, Massimo
Mazzoni, Davide Di Novi e Renzo Cerchi.
Sul ritrovamento delle due bottiglie incendiarie - secondo l'accusa
introdotte nella scuola dalla polizia come false prove a carico dei no
global arrestati - Colucci è caduto in alcune contraddizioni sostenendo
che a dargliene notizia furono Spartaco Mortola, allora dirigente della
Digos a Genova o Giovanni Luperi, vice capo Ucigos. Con l'ausilio dei
tabulati telefonici del cellulare del questore, l' avvocato Carlo Di
Bugno, difensore di Luperi, ha dimostrato che il primo poliziotto a
telefonare a Colucci fu Murgolo, poco dopo la mezzanotte, con una chiamata
durata 2 minuti e 32 secondi e che non ci furono telefonate di Mortola,
mentre Luperi lo chiamò solo all' 1,53 e per venti secondi.

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