[NuovoLab] From Guantanamo to Sigonella

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Aihe: [NuovoLab] From Guantanamo to Sigonella
da Il Manifesto - 19 Maggio 2007 - prima pagine

>From Guantanamo to Sigonella


Marco Boccitto

L'informativa, datata IX secolo, sul pericolo imminente di un'invasione della
Sicilia da parte delle armate musulmane, potrebbe essere arrivata solo ora sul
tavolo di Bush. E lui per non farsi fregare sul tempo dai contractors normanni
ha subito inviato sul posto un esperto del settore. Ladies and gentlemen,
direttamente da Guantanamo, ecco a noi il comandante Thomas J. Queen, il nuovo
boss della base di Sigonella, che da quasi 50 anni è la regina degli
insediamenti armati Usa nel Mediterraneo. L'investimento più massiccio e
remunerativo nella regione, centro di gravità della guerra permanente nei
Balcani, in Africa e in Medio Oriente. A Sigonella riportano i tracciati radar
di una lunga scia di piccole e grandi imprese che include le randellate a
Gheddafi, le due guerre del Golfo, i raid in Sudan e Somalia, le bombe su
Belgrado e gli andirivieni organizzati dai tour operator della Cia per
trasferire a Guantanamo centinaia di soggetti catturati in giro per il mondo,
sospettati forse di voler invadere, un giorno, la Sicilia. Ecco, il comandante
Queen ha prestato servizio nell'Administrative Review of the Detention of Enemy
Combatants, la commissione che nel lager extraterritoriale di Guantanamo si è
giocata a pari e dispari il destino di quei fantasmi fuori-legge in tuta
arancione che tanto poco hanno fatto battere il cuore delle nazioni evolute
giuridicamente, tipo la nostra. Oggi anche Sigonella è in prorompente
espansione. Di spazi e di funzioni. Si presenta già come un enorme agglomerato
di strutture, uomini, armamenti anche nucleari ed eco-ordigni vari, al cui
confronto il Dal Molin di Vicenza è una caserma di paese dei carabinieri. Ma
ora è in fase di completamento la quarta tranche dei lavori per centinaia di
milioni di euro che servono a migliorare la capacità operativa della base e ad
accogliere migliaia di nuove reclute. Un piano battezzato molto modestamente
«Mega», su cui né le istituzioni né la mafia hanno avuto da ridire. La base è
grande, e Thomas J. Queen è da oggi il suo profeta.

http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/19-Maggio-2007/art7.html