[NuovoLab] Alenia, stretta finale per la commessa Usa da 6 m…

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Autore: Edoardo Magnone
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To: forumgenova
Oggetto: [NuovoLab] Alenia, stretta finale per la commessa Usa da 6 mld di dollari
Siamo tutti in attesa... governo compreso!

Edoardo Magnone

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Alenia, stretta finale per la commessa Usa da 6 mld di dollari


Roma, 5 giu (Velino) - La decisione è stata presa, manca solo l’annuncio
ufficiale. Entro questa settimana il Defense acquisition board, formato
dall’aeronautica militare e dall'esercito statunitensi, dovrebbe rendere noto
l’esito della gara d’appalto per il rinnovo della flotta di aerei da trasporto
vecchia di trent’anni. L’Italia partecipa con il C-27J Spartan, velivolo
realizzato da Alenia, società di Finmeccanica, insieme alle americane L-3
Communications e Boeing. Dovrà vedersela con i C-295 proposti dal consorzio
europeo Eads-Casa mentre sono fuori dai giochi i C-130J quadrimotore della
statunitense Lockheed Martin, evoluzione dei C-130 utilizzati attualmente
dall’aeronautica Usa. In ballo c’è una commessa per 145 aerei del valore di 6
miliardi di dollari ma l’eventuale vittoria italiana nella gara Jca (Joint
cargo aircraft) costituirebbe soprattutto un importante trampolino di lancio
per altri affari. Per ora dalla commissione statunitense, formata da nove
persone, le bocche restano cucite. “E’ una situazione imbarazzante - spiegano
da Alenia al VELINO – non trapela nulla, non ci sono rumors. E intanto la
stampa internazionale si scatena, continua a scrivere di tutto e ad avanzare le
ipotesi più varie”.

Gli aerei italiani, a sentire gli esperti, sono tecnicamente superiori rispetto
a quelli proposti dai concorrenti di Eads, in quanto particolarmente adatti ai
nuovi scenari di guerra, Iraq e Afghanistan, dove le performance degli
elicotteri attualmente in uso si sono dimostrate al di sotto delle aspettative.
Ma sull’esito della gara potrebbero influire altre varianti, come la pressione
della lobby delle armi sul Congresso o la decisione del Pentagono di
“diversificare” gli ordinativi fra le maggiori aziende americane. Né pare che
sulla questione possano influire i colloqui fra il governo e il presidente
George W. Bush durante la visita in Italia dell’8, 9 e 10 giugno, al contrario
di quanto avvenne in occasione del viaggio di Putin a Bari del marzo scorso. In
quell’occasione Alenia, tramite Finmeccanica, siglò l’ultimo atto dell’accordo
con Sukhoi per la produzione del Superjet 100: 1800 aerei civili fra i 60 e i
110 posti da collocare in 20 anni sul mercato dei velivoli regionali fino ad
allora saldamente nelle mani della brasiliana Embraer e della canadese
Bombardier. Per la gara Jca, invece, come detto, tutto è già deciso. A Roma il
presidente degli Stati Uniti potrà solo spiegare cosa ha influito nella scelta
o meno dei velivoli Alenia.

Le dichiarazioni dei vertici dell’azienda e di quelli di Piazza Monte Grappa
sono improntati all’ottimismo. Il presidente e amministratore di Finmeccanica,
Francesco Guarguaglini, si dice “fiducioso” mentre il direttore generale,
Alessandro Pansa, confida di guardare “con speranza” all'esito della gara . Il
suo collega Giorgio Zappa , anche lui “in fiduciosa attesa”, all’inizio
dell’anno dichiarava alla Stampa che “vendere l’aereo agli americani per noi
sarebbe come vincere le Olimpiadi”. Ci sono “buone speranze di successo” anche
per l’ad di Alenia, Giovanni Bertolone. Parole che potrebbero sembrare ad uso e
consumo dei mass media se non fossero supportate dai dati tecnici. “Il C-27J –
spiegano da Alenia - ha maggior capacità di combustibile e dunque può
completare più missioni con un numero minore di voli rispetto al concorrente,
il che lo rende più efficiente ed economico come piattaforma da trasporto”. Il
numero di aerei necessario per trasportare 240 tonnellate di carico a 500
miglia nautiche entro 12 ore, ad esempio, è di 9 Spartan contro i 17 C-295
della Eads-Cesa. Continuando nel raffronto fra i due velivoli - secondo i dati
pubblicati dalla società italiana e non ancora confutati dai concorrenti - la
velocità di crociera massima del C-27J è di 315 nodi contro i 260 del modello
euro-iberico, la massima capacità di carico dello Spartan è superiore al
concorrente del 20 per cento mentre il range è di 3200 miglia nautiche contro
2750. Ancora, l’autonomia con 6 tonnellate di carico è di 2000 miglia nautiche
per il C-27J contro le 1300 del C-295 che, inoltre, non è interoperabile con
gli altri velivoli dell’Alleanza atlantica né può trasportare i pallet standard
Nato.

Fuori dal linguaggio tecnico, gli esperti concordano sul fatto che lo Spartan è
in grado di decollare o atterrare su piste di terra battuta o erba, i consumi
risultano bassi e gli spazi dove atterrare sono ridotti al minimo. Il velivolo
è considerato il naturale sostituto del G-222 ma, in confronto, non teme più il
ghiaccio, può essere rifornito in volo, ha maggiore autonomia ed è in grado di
decollare a pieno carico anche con un solo motore. La bontà del progetto è
confermata dalle commesse: oltre all’Italia e alla Grecia, che ne hanno chiesti
12, le forze armate bulgare ne hanno ordinati 5, quelle lituane 3, la Romania ha
programmato di ordinarne sette. Il C-27J è in fase di valutazione anche da parte
delle forze aeree di Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Arabia Saudita e
Qatar mentre Canada e Australia dovrebbero acquistarne dalle 15 alle 20 unità
per “svecchiare” la flotta. Ma la partita più grossa resta indubbiamente quella
per la fornitura di aerei a Washington. E, paradossalmente, a giocarsela sono
due costruttori europei.

http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=366354