[Paesibaschiliberi] Paese Basco: appello contro i torturator…

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Autor: Marcellino
Data:  
Para: paesibaschiliberi
Assunto: [Paesibaschiliberi] Paese Basco: appello contro i torturatori

----- Original Message -----
From: <international@???>
Sent: Saturday, May 26, 2007 6:43 PM
Subject: Paese Basco: appello contro i torturatori


> Diffondiamo e chiediamo di firmare e diffondere questo appello che ci
> arriva da Behatokia, Osservatorio Basco Per i Diritti Umani,
> info@???, www.behatokia.info.
>
> Behatokia richiede l'adesione di gruppi e collettivi per la difesa dei
> diritti umani e contro la tortura al suddetto comunicato, che inviamo qui
> di seguito.
>
> Potete inviare adesioni in italiano a international@???
>
> La redazione di Senza Censura
>
> _____________________________________
>
>
> BALTASAR GARZÓN, UN COLTELLO NELLA PIAGA
> Lo scorso 10 aprile canal 2 della TVE (televisione spagnola, ndt) ha
> trasmesso il documentario "El alma de los verdugos" ("l'anima dei boia",
> ndt) codiretto e copresentato dal giudice della Audiencia Nacional
> (tribunale speciale "antiterrorista" spagnolo, ndt) Baltasar Garzón. Il
> contenuto del documentario presuppone per quanto possibile un sostegno a
> chi per molti anni ha cercato il riconoscimento e il risarcimento di
> centinaia di vittime delle detenzioni arbitrarie, delle torture, delle
> sparizioni forzate, in definitiva del terrorismo di stato tra gli anni
> settanta e ottanta, in Argentina, Cile o altri paesi latinoamericani. É
> giusto che la tortura venga sempre denunciata ed è certo che il
> documentario ha reso evidente una realtà lacerante.
> Nonostante tutto, dubitiamo, e così lo rendiamo pubblico, che la persona
> più adeguata per attuare tale denuncia sia il giudice Baltasar Garzón,
> autopresentatosi come un'autorità nella persecuzione dei torturatori.
> Come lo stesso Vicente Romero -codirettore del documentario- ha
> assicurato, "continuano ad esserci torture in altri paesi, sequestri,
> sparizioni e carceri segrete". Proprio Garzón, nella sua quotidiana
> attività nel tribunale speciale antiterrorista dell'Udienza Nazionale,
> conosce perfettamente questa realtà, in prima persona, essendo egli stesso
> colui il quale emana l'ordine di isolamento delle persone accusate di
> terrorismo, reale spazio di impunità in cui si producono brutali torture.
> Ma l'impunità dei torturatori non è un qualcosa che riguarda soltando le
> dittature sudamericane, ma anche lo Stato spagnolo. Le reiterate
> raccomandazioni del Comitato per la Prevenzione della Tortura e del
> Commissario per i Diritti Umani del Consiglio Europeo, del Comitato dei
> Diritti Umani, del Comitato Contro la Tortura e del Relatore contro la
> Tortura delle Nazioni Unite, così come di organismi non governativi della
> taglia di Amnesty International, Human Rights Watch o della Organizzazione
> Mondiale Contro la Tortura, denunciano un sistema che facilita o protegge
> l'esistenza di un quadro grave di torture nello Stato spagnolo dove, come
> denunciano le associaciazioni e i collettivi che lavorano in questo
> ambito, da ciò che ci portiamo dietro dal secolo XXI si starebbero
> producendo più di 700 casi annuali di denunce di torture e maltrattamenti
> nei confronti di persone di tutti i tipi e condizioni.
> Però queste denuncie -e le condanne - non sono soltanto generiche, ma si
> riferiscono anche al coautore del reportage Baltasar Garzón: in attesa dei
> Giochi Olimpici di Barcellona si sviluppò in Catalogna la cosidetta
> «Operación Garzón» che si concluse con la detenzione da parte della
> Guardia Civile di una trentina di persone, la maggioranza vincolate al
> movimento indipendentista catalano. Molti degli arrestati denunciarono di
> essere stati sottoposti, durante gli interrogatori, a torture come la
> bolsa (metodo di tortura consistente nell'avvolgere la testa del detenuto
> con una busta di plastica fino ad asfissiarlo, ndt), le percosse su tutto
> il corpo, gli elettrodi, l'impedimeto del sonno, di aver subito minacce e
> essere stati vittima di simulazioni di esecuzione. Alcuni tentarono il
> suicidio. Il caso fu risolto 12 anni dopo con una sentenza del 2 novembre
> 2004 dal Tribunale Europeo dei Diritti Umani di Strasburgo, il quale
> segnalò la propria convinzione che le investigazioni sulle denuncie non
> erano state «abbastanza profonde ed effettive per rispondere alle
> esigenze» dei trattati internazionali. E ciò coinvolgeva anche Baltasar
> Garzón poichè, secondo i querelanti, «a seguito delle denuncie formulate
> di fronte al Tribunale Centrale di Istruzione n. 5, furono sottoposti a
> una visita medica dettagliata. Tale tribunale si limitò a richiedere al
> medico legale, L. L. G., una semplice relazione, e non una vera perizia
> sui maltrattamenti denunciati».
> Inoltre, la sentenza constata che «il 20 maggio 1997 -quasi 5 anni dopo la
> denuncia- l'Audiencia Nacional non aveva dato seguito alla decisione di
> rimettere ai tribunali competenti le prove dei maltrattamenti». Per tutto
> questo, Il Governo fu condannato a indennizzare chi aveva fatto ricorso.
>
> Anche il Comitato per la Prevenzione della Tortura del Consiglio Europeo
> nel suo rapporto sulla visita di gennaio del 1997, menziona il tribunale
> che dirige Garzón. In questo rapporto raccoglie le prove di tortura subite
> dal cittadino basco Jose Arkauz considerando la sua testimonianza
> "dettagliata e coerente" contraddicendo così la versione del giudice che
> occultava queste torture affermado che con Arkauz si adottarono
> scrupolosamente "le indicazioni del CPT per prevenire qualsiasi posibilità
> di malrattameti o torture". Il Comitato rimprovera al tribunale di non
> aver adottato misure "ripetutamente raccomandate dal CPT", come la messa a
> disposizione di un avvocato e inoltre denuncia le numerose irregolarità
> della visita da parte del medico legale.
> In queste due occasioni l'Europa dette prova di funzionare. Perché nello
> Stato spagnolo e nei suoi tribunali si compie la premessa esposta da
> Garzón nel documentario, per cui «il torturatore tortura perché possiede
> la capacità che gli da il potere di farlo. In un'altra situazione non lo
> farebbe mai». Però il giudice parlava di Argentina e Chile.
> Nel dicembre dello scorso anno il giudice annunciò una serie di misure di
> prevenzione della tortura ad undici islamisti detenuti in isolamento a
> Ceuta, tra queste la registrazione video che coicideva con la visita nello
> Stato spagnolo di Eric Sotas, direttore dell' Organizzazione Mondiale
> Contro la Tortura. Senza Dubbio, durante i suoi anni trascorsi come
> giudice istruttore nell'Audiencia Nacional, vi sono stati centinaia di
> cittadini baschi che hanno denunciato davanti a Baltasar Garzón di aver
> patito torture senza che questi gli prestasse più attenzione che quella di
> un mero tramite buocratico. Il 25 gennaio la polizia arrestò e mise in
> isolamento Iker Agirre, accusato di appartenere all'ETA, in un'operazione
> supervisionata da Garzón. In questo caso non adottò nessuna misura. Il
> giovane basco riportò in seguito di severe torture.
>
> Conosciamo l'attitudine di Garzón in ambito internazionale così come la
> conosciamo in quello domestico, visto che è sua abitudine vedere al di
> fuori delle frontiere della sua attività giurisdizionale ciò che non vede
> davanti al suo naso. Conosciamo il suo interesse nell'apparire come il
> giudice progressista, per poter così adottare un atteggiamento
> estremamente repressivo nei suoi uffici del tribunale eccezionale

dell'Audiencia
> Nacional. Conosciamo bene la sua passività verso la tortura nei suoi
> affari quotidiani, così come sappiamo che la sua attività in ambito
> internazionale non è nient'altro che un leggero barlume di difensore dei
> diritti umani senza però che le sue azioni abbiano potuto esserne
> testimoni. Sappiamo anche l'importanza che questo ha per quei gruppi che,
> come noi, nella difficile lotta per il riconoscimento e risarcimento delle
> vittime della tortura, si aggrapperebbero perfino a un coltello nella
> piaga. Il coltello che ha offerto Baltasar Garzón a tutte quelle persone
> che in questo reportage, senza dubitare della sua reale volontà, hanno
> fatto affidamento in lui.
>
> A loro va tutto il nostro affetto e la nostra solidarietà, sperando che
> comprendano il dolore che ci causa la riabilitazione che si concede a tale
> personaggio con iniziative come questa.
>
>
> ---------------------------------------------------------
> - Asociación Pro Derechos Humanos de Andalucía -APDHA -Andalucía
> - Asociación de Juristas Andaluces 17 de Marzo -Andalucía
> - Asociación de Solidaridad y Apoyo a los Presos de Aragón -ASAPA -Aragón
> - Acció dels Cristians per l´Abolició de la Tortura -ACAT -Catalunya
> - Observatori del Sistema Penal i els Drets Humans de la Universidad de
> Barcelona -Catalunya
> - Memoria Contra la Tortura -Catalunya
> - Asociación de Abogados Vascos -Eskubideak -Euskal Herria
> - Observatorio Vasco de Derechos Humanos -Behatokia -Euskal Herria
> - Salhaketa -Euskal Herria
> - Torturaren Aurkako Taldea -TAT -Euskal Herria
> - Asociación Libre de Abogados -Madrid
> - Centro de Documentación contra la Tortura -Madrid
> - Centro de Asesoría y Estudios Sociales- CAES -Madrid
>
> ___________________________________
>
> Traduzione a cura di Senza Censura, www.senzacensura.org
>