Caro Tommy intanto salve e grazie perché
la tua lettera mi permette di sollevare un problema.
Tu dici una cosa molto giusta: lotta al lavoro precario, a partire
dalla macchina comunale.
Non sono "esperta" di pubblica amministrazione, e già questo è un
segno, però il precariato e i concorsi sono il mio pane quotidiano.
Conosco bene i contratti atipici, il lavoro sottopagato, le proposte
di lavoro gratis con il miraggio improbabile di qualche "sicurezza",
i compensi per lavori svolti in modo professionale che arrivano (se
arrivano) dopo tempi infiniti mentre ti chiedi come pagare le tasse
che invece sono sempre puntuali. E che non si provi a dire che questo
è qualunquismo.
Dunque... immaginati se non sono d'accordo quando sollevi il problema
del precariato...
Però c'è un però.
Tu parli di risolvere il problema dei precari prima di tutto nella
pubblica amministrazione.
Ok, ma come? Se vogliamo dire le come stanno, senza girarci intorno,
bisogna stare molto attenti.
Perché mi pare che quando si parla di "risolvere il problema dei
precari nelle pubbliche amministrazioni" si intenda di fatto che si
deve cercare un modo - ed è proprio qui il nocciolo del problema -
per "regolarizzare quelli che sono già con un piede all'interno".
E allora mi spiace ma in questo caso non sono per nulla d'accordo.
Con stima
iLaria
Ps.
mi scuso con tutti i fratelli per il frintendimento
;-)
