Auteur: viviciclica Date: À: Le bici si sono moltiplicate, aspettiamo il miracolo! Anciens-sujets: [cm-Roma] vorrei Sujet: [cm-Roma] alla prossima
difficile scrivere qualcosa di senso compiuto oggi.
3000 cose in testa, non tutte positive, non troppo negative, stanchezza, voi che siete al mare e questo tempo un po' così sopra sto cielo colleverdiano.
eravamo tantissimi, siamo sempre di più , e questo naturalmente ( proprio di natura ) comporta un'ingestibilistà del serpentone, questa sensazione di forza, quasi invincibilità che accompagna ogni anno , da 4 anni a questa parte, il nostro riprenderci le strade.
ma eravamo tantissimi e siamo stati bravissimi.
credo.
per certi versi.
mi ci ha fatto pensare il biondino in maglietta scheletrica ( non mi ricordo mai come ti chiami, perdonami! ): quest'anno è andata molto meglio.
credo siano diminuiti tantissimo gli episodi di attriti forti, che cmq ci sono stati, ed è sempre difficile ridurli allo zero.
c'è sempre qualcuno che vuole bloccare a forza qualcun altro in car che vuole a forza passare.
c'è sempre qualcuno che deve andare a lavorare, anche al sabato pomeriggio, sempre qualcuno dalla cui puntualità dipendono le sorti del mondo, il suo mondo, che ovviamente è quello più importante di tutti.
però io ho notato questa cosa: se si danno delle spiegazioni, e non urlando ai finestrini, ma affacciandosi macchina per macchina e sorridendo, chiedendo pazienza, difficilmente si viene aggrediti.
boh almeno io. sarà che sono piccola e puffosa, ma a me hanno risposto con più o meno interesse, spegnendo il motore, e mai una clacsonata. un po' preoccupati magari " io devo prendere la colombo, andate anche lì ?" no, non credo signora.la colombo, domani.
luci ed ombre.
sempre centro, sempre vie ad alto scorrimento.
lungotevere, muro torto, piazza venezia, san giovanni.
mai che si vada a tor bella monaca, col massone. o sulla tiburtina, fino alla tiburtina valley, dove si conciliano errori di progettazione ( anzi, assenza di progettazione ) pubblica e irriducibilità privata.
però in un posto ci siamo andati: sul tratto cittadino della roma-l'aquila.
non è stata la prima volta.
in principio fu la tangenziale, poi l'anno scorso ci siamo immessi sull'autostrada, ed è stato fortissimo, ci siamo fermati all'uscita dal tunnel , tutti in piedi , in alto le bici, ad applaudire.
bellissimo.
io stavolta non vedevo l'ora di levarmi di lì.
col buio, da roma verso fuori, nel tunnel non si vedeva nulla, e infatti quando qualcuno è caduto e si è fatto male ( cause meccaniche, mi pare di aver capito ) un gruppo di gente ha cercato di rallentare quelli che arrivavano, ma non si vedeva assolutamente niente, ci si sentiva meno, e il rischio reale che tutti abbiam corso è stato di finire addosso a qualcuno e complicare la situazione.
alle nove di sera abbiamo imboccato quell'autostrada, dopo non so quanti chilometri cittadini, con gente in monociclo e papà con figli a carico ( nel vero senso della parola ), eravamo tutti stanchi, ci è andata bene.
insomma poteva succedere di tutto.
un suv impazzito, o qualcuno che rimaneva indietro: come si levava di lì una volta che la massa fosse passata?
sia chiaro, non sto contenstando il gesto, il suo significato "politico", ma le modalità con cui è stato fatto.
io ho avuto paura.
ma tanta, e non è stato per niente carino sentirmi dire: de che c'hai paura?
come se fosse la cosa più normle del mondo, stare in bici sull'autostrada. " ma è pieno di bici".
"ma c'ho l'abs".
uguale, proprio.
alla prossima, con la luce e quando ancora si hanno energie sufficienti per andare veloci , stare compatti e tornare tutti interi.
viviciclica.
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