UNITA' FITTIZIE E UNITA' REALI
NEL MOVIMENTO CONTRO LA GUERRA SENZA SE E SENZA MA
di Nella Ginatempo
L'appello all'unità per la manifestazione contro Bush del prossimo 9
giugno,
promosso da alcuni parlamentari dell'area di sinistra, è irrealistico e
fa confusione.
Non si vuole prendere coscienza del fatto che il voto in Parlamento a
favore della guerra
( reiterato sulle truppe in Afghanistan, sulle spese militari e su
tutte le questioni del riarmo e
della politica estera) ha spaccato il movimento su un fronte
inconciliabile:
da un lato chi giustifica e copre la guerra multilaterale e umanitaria,
dall'altro il movimento controlaguerra senza se e senza ma. Oggi non ci
basta dire No alla guerra unilaterale di Bush ( che peraltro viene
accolto
in pompa magna dal governo di cui i promotori del presidio di Piazza
del
Popolo fanno parte), perchè l'Italia è complice della guerra
multilaterale,
in Afghanistan con le stragi di civili targate NATO e su tutti i fronti
di guerra,
compreso il fronte interno delle basi militari, del riarmo, degli F35,
di Vicenza, dello scudo
spaziale. La complicità dell'Italia nella guerra globale è il tema
della
manifestazione, inscindibile dalla protesta contro Bush, per cui
abbiamo lanciato
l'appello Nobush Nowar per il 9 giugno per un corteo di tutto il popolo
della pace.
Separandosi da questa linea politica, alcune associazioni con
rifondazione
comunista hanno indetto un presidio che si limita a protestare contro
Bush
ma accetta la linea di guerra del governo. Anche la scelta del presidio
a piazza del Popolo
dimostra che non si può unire chi contesta la guerra e i suoi fautori e
chi invece
ha votato la guerra e l'alleanza con Bush ( parte integrante della
politica estera italiana).
La divisione nel movimento è autentica e politica tra chi si oppone
alla guerra e chi la copre
e la giustifica, magari facendo ricorso a improbabili coperture
dell'ONU o della NATO.
Per il movimento che il 17 febbraio ha detto NO alla nuova base di
Vicenza,
che in tutti questi anni ha protestato contro tutte le forme della
guerra,
dall'Iraq, all'Afghanistan , alla Palestina, che fin da Genova 2001 ha
detto
NO ALLA GUERRA SENZA SE E SENZA MA, la vera manifestazione è il corteo
lanciato dall'appello NOBUSH NOWAR DAY e promosso dall'Assemblea
Nazionale
di Roma svoltasi a Lettere il 18 maggio con più di 400 partecipanti in
rappresentanza
di numerosissime associazioni di movimento.
Il popolo NOWAR protesterà in un grande e pacifico corteo di massa
- come a Vicenza il 17 febbraio- insieme a tutti e tutte coloro che
vogliono rompere
la complicità col governo di guerra degli USA e non vogliono più dare
copertura alla
politica di guerra del governo italiano ed alla insopportabile menzogna
delle missioni di pace.
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