[NuovoLab] APPELLO INTELLETTUALI PER LA LIBERAZIONE DI RAHMA…

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Autore: Sergio Casanova
Data:  
To: forumgenova
Oggetto: [NuovoLab] APPELLO INTELLETTUALI PER LA LIBERAZIONE DI RAHMATULLAH HANEFI




From:  francesca fabbri <francesca_fabbri@???>To:  francesca_fabbri@???Subject:  Inoltra: Fw: appello intellettuali URGENTEDate:  Thu, 24 May 2007 07:41:40 +0200 (CEST)
  
 
 
COMUNICATO STAMPA

 
Per Rahmatullah dal mondo della cultura e dell’informazione
 
Personalità del mondo della cultura e dell’informazione hanno promosso e sottoscritto un appello per la liberazione di Rahmatullah Hanefi sottolineando come la sua detenzione, che dura da oltre due mesi, sia in contrasto con la costituzione e le leggi afgane.
Si sottolinea che questa detenzione illegale, conseguente all’impegno prestato nell’interesse del governo italiano, coinvolge l’Italia anche per la sua responsabilità nell’instaurazione in Afganistan di un sistema giudiziario.
 
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APPELLO DAL MONDO DELLA CULTURA E DELL’INFORMAZIONE
PER LA LIBERAZIONE DI RAHMATULLAH HANEFI
 
La Costituzione afgana stabilisce che l'arrestato ha diritto a un difensore, ad essere informato dell'accusa mossagli e ad essere portato davanti al giudice nei limiti stabiliti dalla legge.
Il codice di procedura penale stabilisce che l'arrestato deve essere interrogato in termini assai brevi, e liberato se non è formalmente accusato davanti al giudice entro, al massimo, trenta giorni.
Il procuratore generale dello Stato afgano, Abdul Jabar Sabet, ha dichiarato al Corriere della Sera che "Nessuno può essere arrestato senza accusa. E il fermo di polizia termina al massimo dopo 72 ore. Chiunque ha diritto ad un avvocato, subito dopo l'arresto. In presenza di un avvocato il fermo può essere prolungato di 15 giorni e raddoppiato sino a 30 per concedere il tempo di conclusione delle indagini. Ma, se per allora non è stata notificata un'accusa precisa alla procura, il prigioniero va comunque rilasciato", aggiungendo però che, per via della guerra, per combattere terroristi e talebani "in parallelo alle procedure normali esistono delle leggi segrete per combattere chi attenta alla sicurezza
dello Stato"; leggi che aggiunge di non conoscere nemmeno lui: "Non so come, in quali circostanze e quando vengano applicate. Posso dire che Hanefi non rappresenta un caso isolato".
 
Il prolungarsi della detenzione di Rahmatullah Hanefi, in spregio ai diritti universali e alla più elementare dignità umana, avviene in palese violazione della Costituzione afgana. Questa esiziale ferita inferta alle norme giuridiche pretende legittimità sulla base di fantomatiche leggi segrete ignote persino alla più alta autorità dell'organo del pubblico ministero afgano. Come nei più tetri sistemi totalitari si stanno perpetrando clamorose violazioni dei principi di legge.
La decisione di arrestare il funzionario di Emergency nelle ultime settimane è stata concertata con un'aggressione all'organizzazione umanitaria costretta a prendere la dolorosa decisione di abbandonare l'Afganistan non potendo più garantire la sicurezza del proprio personale e quindi la salute e la vita dei pazienti.
L'attuale sistema giuridico afgano è stato costruito con la collaborazione e l'importante sostegno finanziario per cinquanta milioni di dollari dell'Italia.
 
È questa la democrazia che contribuiamo ad esportare?
 
È per questo che siamo da sei anni in Afganistan?
 
È per consentire la perversione della giustizia che spendiamo i soldi dei nostri cittadini?
 
Chiediamo con forza l'immediata liberazione di Rahmatullah Hanefi, affermiamo che in queste condizioni l'idea stessa dell'istruzione di un processo sarebbe una tragica truffa.
 
Chiediamo che l'Afganistan ristabilisca immediatamente il rispetto delle sue stesse leggi.
 
Chiediamo che l'Italia, per non tradire lo sforzo compiuto per la creazione di quelle leggi, chieda con forza l'immediata liberazione di Hanefi, sequestrato per avere svolto la funzione di mediatore nell'interesse del governo italiano.
 
Chiediamo che Emergency possa riprendere subito la sua attività portatrice di vita e di giustizia, come ambasciatrice del meglio della cultura e dello spirito del nostro paese.
 
 
Moni Ovadia
Gherardo Colombo
Claudio Magris
Margherita Hack
Ermanno Olmi
Umberto Galimberti
Luciano Canfora
Enzo Biagi
Massimo Cacciari
Vittorio Gregotti
Claudio Abbado
Danilo Zolo
Arnaldo Pomodoro
Marco Revelli
Erri De Luca
Edoardo Sanguineti
Gae Aulenti
Tina Anselmi
Alessandro Portelli
Guido Martinotti
Rosellina Archinto
Andrea Camilleri
Dario Fo
Franca Rame
Giulio Giorello
Eva Cantarella
Carlo Feltrinelli
Furio Colombo
Lella Costa
Gad Lerner
Enrico Deaglio
Fabio Fazio
Michele Serra
Marco Paolini
don Luigi Ciotti
Alessandro Baricco
Maurizio Costanzo
Fabio Vacchi
Anna Nogara
Paolo Rossi
Gianni Minà
Bruno Segre
Emanuele Segre
Silvestro Montanaro
Beppe Grillo
Ascanio Celestini
Francesca Floriani
don Gino Rigoldi
Mimmo Jodice
Giuseppe Liverani
Loris Mazzetti
Bice Biagi
Massimo Vitta Zelman
Daniele Mastrogiacomo
Gabriele Mazzotta
Dacia Maraini
Mario Dondero
Giorgina Venosta
 
 
Milano, 23 maggio 2007
 
Info: tel. 02.881881 – www.emergency.it
 
 
  
  
  
  
  
  
  
  
  
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