[NuovoLab] UNA MANIFESTAZIONE unitaria di tutta la sinistra?

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Autore: Edoardo Magnone
Data:  
To: forumgenova
Oggetto: [NuovoLab] UNA MANIFESTAZIONE unitaria di tutta la sinistra?


UNA MANIFESTAZIONE unitaria di tutta la sinistra?
"È un problema di Rifondazione e degli altri partiti, non nostro".


"In piazza si va contro Bush e contro tutte le guerre, Afghanistan compreso".
Non c'è, dunque, nessun "accanimento contro questo o contro l'altro" ma,
semplicemente, esiste un problema di "sostanza" e di condivisione delle
motivazioni che sono alla base della protesta, che difficilmente è superabile.

Chi sta organizzando la manifestazione a Roma contro la visita del presidente
americano George Bush rimanda al mittente l'appello di alcuni esponenti storici
della sinistra radicale, condiviso anche dai partiti che sono al governo. E
ribadisce che la "tranquillità" della manifestazione "dipenderà dalla
questura".

"Il movimento — dice Francesco Raparelli, uno degli organizzatori del corteo del
9 giugno — ha messo in chiaro che ci deve essere l'agibilità del centro della
città. Il prefetto Serra ha detto che non ci saranno zone rosse, ma la questura
non ha ancora autorizzato il percorso richiesto. Vedremo". L'ennesima
contrapposizione all'interno della sinistra rischia però di provocare ulteriori
rotture tra partiti e movimenti.

"Quando Rifondazione, Verdi e Comunisti italiani votano a favore
dell'allargamento della base di Vicenza o per il rifinanziamento delle missioni
in Afghanistan, la rottura con il movimento è bella che consumata" taglia corto
il leader dei disobbedienti del nord est Luca Casarini. E aggiunge: "Venga chi
vuole. Certo che se io avessi votato per il rifinanziamento della missione in
Afghanistan avrei serie difficoltà ad andare ad un corteo contro tutte le
guerre e che critica fortemente quel voto".

Il movimento punta innanzitutto a ribadire che "il corteo è uno solo ed è quello
che parte da piazza della Repubblica", mentre tutto il resto, compresa la
manifestazione a piazza Navona, sono "iniziative velleitarie". Il nodo della
questione è solo politico ed è da giorni che sui siti frequentati dal movimento
se ne discute. Così come se ne è discusso in un'assemblea all'università La
Sapienza venerdì scorso.

La piattaforma dei no war è chiara e dice che si manifesta contro Bush e contro
tutte le guerre, dunque anche contro la guerra in Afghanistan e chi vi
partecipa, governo italiano incluso.

"Non è un problema riconducibile a una divisione - dice ancora Raparelli - ma è
una questione di sostanza. E non è un problema nostro, che siamo contro senza
se e senza ma, ma di chi dice di essere contro la guerra e poi per altri motivi
va nell'altra piazza".


mercoledì 23 maggio 2007
http://www.iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=1200240