[NuovoLab] Comunicato del Forum Palestina

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Author: Edoardo Magnone
Date:  
To: Forumgenova
Subject: [NuovoLab] Comunicato del Forum Palestina


D'Alema vorrebbe inviare i militari italiani anche a Gaza. Per chi e contro chi?


Il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, ha detto oggi che se l'Autorità
nazionale palestinese chiedesse l'invio di una forza militare internazionale di
interposizione nella Striscia di Gaza sarebbe una richiesta da prendere in
considerazione. Il Ministro D’Alema passa come uno degli uomini politici più
sensibili alla causa palestinese, e questo, ha lasciato sperare in una qualche
sorte di discontinuità con il precedente governo Berlusconi. Ma chi l’ha vista
questa discontinuità? Sulla Palestina, quali sono a tutt’oggi gli atti
concreti, le iniziative proposte da questo esecutivo di centrosinistra nelle
varie sedi internazionali per rendere un po’ di giustizia ai diritti storici
del popolo palestinese e per la condanna dell’occupazione israeliana? Il
ministro degli esteri ha ricordato che il governo italiano è con Israele e
mantiene l’embargo che sta affamando e disgregando la società palestinese, rea
di aver eletto democraticamente il governo di Hamas diversamente da quanto
auspicato da USA e Europa. D’Alema e il governo hanno riproposto nella Striscia
di Gaza una forza multinazionale di interposizione come nel Sud Libano.

Ma proprio in Libano siamo di fronte ad un paradosso: più cresce lo scontro
politico, più diminuisce la credibilità e la rappresentatività del governo
Siniora, più cresce e si rafforza la coalizione politica di
opposizione(Hezbollah, Partito Comunista, le forze patriottiche e nazionaliste,
i cristiani di Aoun etc.) e più nel nostro paese si tenta di nascondere e
minimizzare la gravità della realtà libanese. Le esternazioni continue di Prodi
e D’Alema in appoggio al governo Siniora (che sta lasciando costruire agli USA
una base militare della NATO nel nord del paese) si palesano sempre più come
una inaccettabile ingerenza nella dialettica politica interna libanese. La
“sinistra radicale” parlamentare è acriticamente allineata al governo ed
esprime in ogni sede il suo sostegno alla missione militare in Libano,
alimentando colpevolmente la tesi di una missione “pacificatrice” ed
“equidistante” tra i contendenti.

Quella di inviare una forza di interposizione militare a Gaza è la
riproposizione dello stesso modello di intervento adottato in Libano: di nuovo
una proposta militare, una ingerenza inaccettabile per una parte del governo
palestinese (Hamas) impegnato in un duro scontro con un altra parte del governo
(Al Fatah) e il presidente Abu Mazen. E' una proposta che rischia così di
peggiorare il già pesante scontro interpalestinese che sta provocando decine di
morti.

Le scelte concrete di questo anno di governo Prodi, hanno visto l'Italia
confermare l’accordo di cooperazione militare bilaterale con Israele siglato
dal precedente governo Berlusconi (in gran parte segreto), trovandosi così
nella posizione di un paese alleato con la politica bellicista israeliana e che
minaccia un attacco nucleare contro l’Iran. Non solo. Mentre sono stati negati i
visti d’ingresso a noti esponenti politici e ministri palestinesi, Prodi ha
ricevuto calorosamente il primo ministro Olmert. Nessuna sanzione o condanna è
stata adottata contro Israele. Al contrario, prima le parole di Prodi sulla
“intoccabilità” del carattere ebraico di Israele, poi quelle del presidente
Napoletano sull’equiparazione tra antisionismo e antisemitismo, hanno schierato
l’Italia al fianco delle forze più reazionarie sia in Israele che nel nostro
paese.

Lo Stato di Israele e la società israeliana sono in una crisi profonda sia dal
punto di vista morale che sociale. I più alti vertici politici e militari sono
sotto inchiesta giudiziaria, indagati dalla magistratura. Sarebbe il momento
opportuno per “approfittarne” e ridimensionare le mire espansioniste e di
colonizzazione delle terre palestinesi. Niente di tutto ciò!

Le reazioni scomposte e l’irritazione con cui nella sinistra e nella “politica”
vengono sopportate iniziative di sostegno alla resistenza del popolo
palestinese, nascondono il malcelato desiderio di espungere dall’agenda
politica il problema "politico" della Palestina per trattarlo semmai solo come
un problema di carattere umanitario e, in quanto tale, necessario di un
intervento militare straniero di "stabilizzazione". D'Alema non è bravo, è solo
furbo ma la realtà alla fine i furbi se li mangia a colazione.

16 maggio

Il Forum Palestina

http://www.forumpalestina.org/