Dall'equidistanza al favoreggiamento!
Oggi si è tenuta, presso il campidoglio di Roma, la conferenza stampa dei
familiari, amici e compagni di Renato Biagetti assassinato a coltellate lo
scorso 27 Agosto nella località di focene sul litorale romano.
Il movimento romano, dai centri sociali ai movimenti di lotta per la casa, dai
precari alle realtà dello sport autogestito e popolare, dalle realtà
antifasciste ai collettivi di studenti, si è ritrovato nella conferenza stampa
indetta in appena due giorni per riprendere parola sulla vicenda di Renato.
Nello specifico di alcuni inquietanti sviluppi del processo giudiziario emersi
nei giorni scorsi, ma anche per un quadro politico più generale purtroppo
anch’esso altrettanto inquietante.
Nel merito del processo giudiziario abbiamo voluto denunciare con forza alcuni
elementi per noi preoccupanti: in primis la scomparsa dei verbali
dell’interrogatorio fatto a Renato dai carabinieri poco prima della sua
morte, quando già si trovava in ospedale. E’ un fatto gravissimo, che
conferma ciò che temevamo dall’inizio di questa triste vicenda. Ricordiamo
per dovere di cronaca che uno dei due imputati, per concorso in omicidio, è il
figlio di un carabiniere di Focene, i cui colleghi hanno condotto e
continuano a
condurre le indagini, in un contesto di inquietante “conflitto di
interessi”. E così, mentre i carabinieri, nei secoli fedeli a loro stessi,
erano impegnati nelle indagini – nelle quali andavano perduti elementi di non
poco conto come una delle due armi del delitto – i due giovani
fascistelli, magari sotto il consiglio di qualche “parente”, stavano già
architettando la fuga con tanto di biglietto aereo di sola andata, prenotato
per un paese del centroamerica che non prevede l’estradizione.
Ma non abbiamo solo denunciato le “stranezze” di questo processo chiedendo
a deputati e senatori presenti di muovere quanto prima un’interrogazione
parlamentare urgente, ma abbiamo affermato con forza qual è il problema
politico che contribuisce a costruire il clima all’interno del quale
continuano a succedersi aggressioni fasciste che rischiano di ripetere la
tragedia di Renato. In una città dove l’amministrazione comunale elargisce
spazi fisici e politici ai neofascisti e alle loro organizzazioni, si
riproduce
su questo crinale quel nefasto spazio di agibilità per coloro che
promuovono la
pratica dell’aggressione e della sopraffazione come unico modo del loro agire
politico.
Negli ultimi mesi abbiamo assistito al film veltroniano dell’equidistanza:
mentre si accarezzano i centri sociali, contemporaneamente si legittimano con
pompose inaugurazioni i covi come il noto Foro 753, che ringrazia il sindaco
Veltroni nei suoi manifesti per l’assegnazione che gli ha permesso di
riaprire a Roma.
Contestualmente si avalla la linea del Prefetto Serra, nel ripristinare la
legalità sotto un profilo securitario e neoautoritario sgomberando e
minacciando l’intervento duro delle forze dell’ordine per molte case e
spazi sociali che da anni tengono viva la dignità di questa città.
Oppure caricando come poche settimane fa una cinquantina di compagni che
stavano ricordando Antonio Salerno Piccinino, morto sul lavoro, con un murales
nel quartiere di Garbatella dove per quindici minuti reparti di celere hanno
dato vita ad una vera caccia all’uomo per le strade del quartiere e che solo
la determinazione dei compagni ha saputo respingere cacciando la polizia senza
subire nessun fermo. Qui la cosa più inquietante è che ancora non è stato
possibile ricostruire la catena di comando della responsabilità sulla piazza.
Il film veltroniano è anche fatto di inaugurazioni di associazioni culturali,
quali quella dei fratelli Mattei, con tanto di effigi di Mussolini e alla
presenza di dichiarati neofascisti come Roberto Fiore, che plaudivano al
discorso di Veltroni. Lo stesso film che vorrebbe assegnare alle 3 famiglie di
Casapound - protagonista lo scorso 27 Aprile 2007 di un raduno fascista dal
titolo “Non smettemmo la camicia nera” - le case popolari che noi, come
movimenti di lotta per la casa e antirazzisti, abbiamo conquistato in questi
anni con dure lotte autorganizzate ed indipendenti da tutti i partiti e
sindacati, a differenza di questi finti ribelli prezzolati di Fiamma
Tricolore.
C'è di più, il sindaco più demokratiko che c'è, attraverso il "Patto per la
legalità" sta dando una nuova sferzata securitaria a questa città, indicando
come priorità da combattere: i writers, i rom, le prostitute. E mentre sui
giornali imperversano i dati del pil cittadino su quanto produce ricchezza
questo modello di governance, si dimenticano i morti sul lavoro, si
dimenticano
i morti come Mery ed Hasib deceduti nel rogo di piazza Vittorio in una casa
super affollata, si dimentica di dire che a Roma c'è il 15% dei precari a
livello nazionale di cui la maggior parte donne, giovani che non
arrivano a guadagnare 10.000 euro l'anno, si dimenticano le violenze
neofasciste che da tempo stiamo denunciando (circa 150 dal 2004), si dimentica
la questione casa, si dimenticano le centinaia di baracche che stanno sorgendo
lungo il Tevere, ci si dimentica di dire che Roma è l'unica metropoli europa
dove il tasso di disoccuazione giovanile è superiore al 30%.
Si dimenticano le speculazioni edilizie e le trasformazioni ambientali che
queste comportano, si dimenticano volutamente tutti quei problemi
sociali reali
che svelerebbero altrimenti come e perché questa città si arricchisce.
Il Patto della legalità è il volto peggiore delle politiche che si stanno
imponendo in questa città. I neofascisti fanno comodo, perchè favorendone la
presenza anche attraverso l'assegnazione di spazi, si costruisce
quell'elemento
dell'equidistanza che rende i protagonisti reali dell'opposizione sociale e
della cultura non mercificata simili alla destra estrema. Da una parte
vorrebbero delegittimare le nostre istanze sociali e politiche, dall'altra
vorrebbero compatibilizzarci attraverso la normalizzazione delle
nostre esperienze di lotta e produzione di alterità.
È riprovevole pensare che per la morte di una ragazza sulla metropolitana si
faccia il lutto cittadino, mentre per Mery ed Hasib, mamma e figlio morti nel
rogo di piazza Vittorio, ci siano state cariche della polizia indiscriminate
contro chi portava loro un fiore con la beffa di dover pure incassare
33 denunce.
Non si tratta per noi di contrapporre le morti, ma di denunciare l'assoluto
opportunismo e l'ipocrisia dei nuovi leader del partito democratico.
Ricordiamo poi che il giorno della conferenza stampa che denunciava la
morte di
Mery ed Hasib ci è stata vietata una qualsiasi stanza del Comune di Roma. Allo
stesso modo oggi, per la conferenza stampa sui gravissimi fatti intorno al
processo di Renato, siamo stati costretti a riunirci sotto i portici del
campidoglio. Ancora una volta questa giunta usa due pesi e due misure cercando
di ridurre al silenzio i movimenti e le lotte sociali antifasciste e
antirazziste di questa città.
Se l’equidistanza veltroniana significa allargare le braccia ai neofascisti,
per tentare di ridurre e mettere sotto controllo e rendere compatibili le
contraddizioni che attraversano questa città, noi sappiamo bene da che parte
stare. Noi stiamo negli occhi e nel sorriso di Renato ucciso da due
fascistelli, che continuerà a vivere e brillare nelle nostre idee, perchè
sangue del nostro sangue.
Ci siamo salutati dando appuntamento a tutti all’Incontro “Squarci di
destra” promosso dalla Rete Antifascista Metropolitana che si terrà il 12 e
13 Maggio presso il csoa Ex Snia viscosa per dare vita con tutti coloro che
vorranno contribuire ad un nuovo Laboratorio antifascista a carattere
nazionale.
Le compagne e i compagni di Renato
_______________________________________________
Percorso mailing list
Percorso@???
https://www5.autistici.org/mailman/listinfo/percorso
----- End forwarded message -----