[NuovoLab] testimonianza

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Autore: Elisabetta Filippi
Data:  
To: forumgenova
Oggetto: [NuovoLab] testimonianza
da infopal.

Tu non sei benvenuta in Israele. Una testimonianza
di Nadia Hasan, 3 Maggio 2007

Nadia è una Palestinese con passaporto cileno. E' un'attivista per i diritti
umani e una traduttrice. La sua sola "colpa" è il desiderio di mettere piede
nella terra della sua famiglia, una terra che è parte di lei. Per questa
colpa, per il pregiudizio razzista contro i Palestinesi, per il timore che
gli Israeliani hanno di affrontare la scomoda verità che la terra in cui
vennero a vivere è la terra che altri sognano e alla quale sono stati legati
per innumerevoli generazioni, lei sta ora pagando il prezzo. Un giorno ci
sarà giustizia, Nadia. Può volerci del tempo, ma vedremo quel giorno.

Cari amici,
alcuni di voi non erano al corrente del fatto che io stavo facendo
preparativi per entrare ancora una volta in Palestina, ma è così. Ho
ricevuto una lettera del Ministero degli Affari Esteri di Israele che mi
informava che la mia richiesta di entrare in Israele non era più respinta.
Ero così felice. Ieri mattina ho fatto le valige, ho chiuso la mia casa ad
Amman ed ho preso un volo per Tel Aviv. Adesso vi scrivo da Amman, dove sono
tornata dopo l'espulsione.

E' tutto spiegato qui. Scusatemi per il mio inglese, spero che capirete
tutto.

Salam
Nadia


Prima di tutto, voglio ringraziaevi per le vostre gentili parole ed il
vostro incessante sostegno.

Quello che mi è accaduto ieri era oltre la mia immaginazione delle cose
possibili, non perché non credessi di poter andare incontro ad un altro
rifiuto -- era una possibilità sempre reale -- ed anche se ero al corrente
degli "interrogatori" a cui potevo essere sottoposta, non credevo che
potessero comportarsi in quel modo.

Sono atterrata a Tel Aviv alle 7 di mattina, ho dato il mio passaporto al
posto di controllo e dopo meno di due minuti, tre individui sono venuti a
dirmi che mi stavano aspettando. Mi hanno portato in una grande stanza con
tutto il mio bagaglio. Più di 20 persone hanno iniziato a controllare ogni
cosa. Prima di tutto hanno preso il mio cellulare ed hanno trascritto
davanti a me ogni singolo numero di telefono in agenda, hanno letto i miei
sms, le ultime chiamate fatte e ricevute, le immagini nella mia camera
digitale, tutto.

Dopo di ciò, mi hanno perquisita, il mio corpo, i miei abiti, i miei
capelli, le mie orecchie, persino le mie unghie.

Un individuo mi è stato presentato come Samy (non ricordo il cognome). "Sono
Samy, del Ministero della Difesa, sto aspettando il tuo arrivo da alcuni
giorni, oggi mi occuperò di te, metteremo tutto in chiaro, non saranno bei
momenti perché io non sono una persona simpatica, sono un duro, e tu stai
per fare esperienza del miglior sistema di sicurezza che abbiamo. Collabora
e noi ti diamo una mano".

Samy mi ha condotto in una stanza molto lontana dal centro dell'aeroporto.
L'ufficio portava un'insegna del Ministero della Difesa, una donna è stata
con noi tutto il tempo (secondo lui questo era un modo per non mettermi a
disagio, "so che le ragazza arabe non vogliono rimanere sole con un uomo,
noi abbiamo rispetto per te, non ti preoccupare"). Prima di tutto, ha preso
diverse foto della mia persona, ed ha aperto un file del suo computer. Mi ha
fatto domande sulla mia famiglia, sui miei numeri di telefono, la mia
professione, numero di figli, indirizzi, tutto. Ha fatto delle fotocopie
della mia carta di credito dicendo che doveva controllare le mie ultime
operazioni, ha fatto copie dei miei documenti di identità, della patente di
guida, le foto della mia famiglia che avevo con me, annotando i nomi delle
persone, etc.

Dopo di ciò ha iniziato, "Non sono qui per verificare quello che hai fatto a
Nablus, se hai lavorato o no, se sei rimasta più del tempo permesso, se sei
stata impegnata in attività illegali, eccetera. Ci stanno lavorando altre
persone. Il mio incarico è fare controlli sulle ATTIVITA' TERRORISTICHE IN
CUI DI PUOI ESSERE STATA PARTE. Per questo abbiamo bisogno di fare controlli
su 5 persone con cui sei stata in contatto perché SAPPIAMO che tu conosci 5
persone, terroristi, che le peggiori persone da queste parti sono tuoi buoni
amici. Se ci dai i loro nomi (anche se già li abbiamo) ti entrerai, se
collabori con noi, ti aiuteremo Nadia".

E lo show ha avuto inizio.

Ha iniziato con le persone nel mio cellulare, una per una, i 163 numeri che
avevo. "Chi è lui/lei, come hai conosciuto questa persona, siete rimasti in
contatto?", eccetera. Ogni persona sul mio cellulare (le utenze palestinesi
e le utenze giordane) sono state verificate sul suo computer e
immediatamente un'immagine di questa persona veniva visualizzata. Ho visto
la foto di Sam, di Anita, di Yusra, di Sumaida, e così via. Non avevo
problemi con loro. A un certo punto ha iniziato a farmi domande sulla gente
di Balata e del Campo di Askar, gente che si suppone che io conosca e che mi
stesse aspettando, visto che venivano manzionati. Mi ha detto che ha fatto
verifiche su di me per alcuni mesi. "Molte persone che tu conosci a Nablus
sono state interrogate, e quasi tutti sono d'accordo sui cinque nomi,
dicendo che sono tuoi buoni amici. Molte persone a Nablus ti conoscono
Nadia, e noi li abbiamo contattati tutti. Ora devi iniziare a parlare".

Io non sapevo cosa stessero cercando, come potete immaginare. Ha continuato
con l'elenco del mio cellulare ed ha trovato 2 di questi 5 nomi che cercava.
Tre ore dell'interrogatorio riguardavano un mio amico. Mi ha mostato la sua
foto, e la foto di suo fratello. Sul mio cellulare ho un sms da parte sua
che mi augura buon viaggio, e nella mia fotocamera ho un'immagine con lui
perché l'ho visitato due giorni fa in un campo profughi qui in Giordania.
Gli ho spiegato che siamo amici, gli ho detto come dove e quando ci siamo
incontrati e che tipo di relazione abbiamo. L'uomo non cessava di chiamare
qualcuno al telefono facendo richieste, e subito nuove foto di gente
venivano mostrate sul suo computer e lui mi ha fatto domande su queste altre
persone, la maggior parte delle quali non ho mai visto in vita mia, ma
alcuni di essi li conoscevo, ed il loro numero era sul mio cellulare.

Mi ha detto che queste erano le peggiori persone qui, collegate ad attività
terroristiche, e mi chiesto come è possibile che io non lo sappia, dato che
è chiaro che siamo buoni amici.

Io ho detto che non posso essere biasimata per ciò che qualcun altro ha
fatto o non ha fatto, che io non sapevo di cosa stesse parlando. Ho spiegato
una volta ancora come ho incontrato queste persone e tutto, ma lui ha
continuato a dire che io non dicevo tutta la verità, perché lui sapeva già
la verità ed io non sarei entrata in Israele se non collaboravo con lui
fornendogli più dettagli.

Dopo che ha controllato ancora il mio cellulare e mi ha chiesto come sia
possibile che dei 163 numeri che avevo solo 13 erano di persone giordane e
tutto il resto erano di Palestinesi. "Come è possibile Nadia, che una donna
come te, in gamba, di bell'aspetto, attraente, non ha più relazioni con la
gente in Giordania? Come è possibile Nadia, che tu vai tutti i giorni dal
tuo posto di lavoro a casa ad Amman, e non fai nient'altro per più di un
anno, perché noi questo lo sappiamo. Cosa conti di fare, perché insisti così
disperatamente ad entrare in Israele, perché sei così legata a questi
terroristi? Ti hanno chiesto di fare qualcosa? Ti hanno chiesto denaro? Ti
hanno chiesto se sei sposata? Cosa conti di fare insieme a loro appena sarai
dentro? Noi sappiamo la verità, ma vogliamo sentirla da te, se tu non
collabori noi non possiamo aiutarti".

Dopo alcuni minuti, un altro individuo entra nella stanza, Amir, lui mi
guarda e dice, "Smetti di mentire, stai nascondendo qualcosa e noi lo
sappiamo. Hai cattivi amici e le tue relazioni con loro ti collegano alle
loro attività. Io non mi fido di te e tu non entrerai per questa ragione".

Dopo che uscì e rimasi sola con Samy ho iniziato a piangere, piangere come
una bambina, e gli ho detto che volevo mettere fine a questo interrogatorio
e che ne avevo abbastanza. Volevo tornare indietro in Giordania perché non
sapevo cosa volevano ed io non ero collegata con niente che loro stessero
cercando. Samy si è seduto vicino a me e gentilmente mi ha detto, "sei una
brava persona, una donna forte, lo vedo, istruita. Non fare errori, questa è
la tua opportunità per dire la verità. Noi ti aiuteremo: dicci gli altri 3
nomi che noi sappiamo che tu conosci, e non piangere più. Perché sei così
nervosa? Perché è così importante per te? Io non capisco, e se io non
capisco, posso solo pensare ciò che ho già pensato di te... NON TI LASCERO'
ENTRARE SE NON VENGO A SAPERE TUTTO PERCHE' NE SARO' RESPONSABILE QUANDO TI
FARAI SALTARE A TEL AVIV".

L'interrogatorio è continuato, ha fatto copie di tutte le foto che avevo ed
ha iniziato a scrivere vicino ad ogni persona i loro nomi ed a guardare nel
suo computer. Ha trovato un'altra persona nelle mie foto che secondo lui era
un terrorista ed ha detto, "Nadia è possibile che tu abbia le mani pulite,
ma se qualche persona mette le mani in acqua sporca, col tempo le mani
diventano sporche anch'esse, e le tue mani sono già nere".

Per farla breve, mi ha detto, "Non fai una buona impressione, la tua
situazione qui non è buona, tu hai forti contatti con brutte attività qui, e
siccome siamo nel mondo del dopo 11 Settembre a causa dei MUSULMANI (Nadia,
ricordati com'è il mondo dopo l'11 Settembre a causa dei musulmani) tu
costituisci un grosso rischio per la sicurezza del popolo israeliano e tutti
i visitatori di questo paese. Israele è una democrazia, uno dei migliori
paesi del mondo, non è come i paesi arabi, e noi lavoriamo duro per evitare
le attività terroristiche qui, e tu non ci aiuti nella nostra missione".

Lui mi ha lasciato dicendomi, "La mia squadra deciderà che fare con te, ma
non penso che ti sarà consentito di entrare ancora qui, tu sei un rischio
per te stessa e per gli altri, e tu puoi fare quello che vuoi, come
rivolgerti ad un Tribunale. Se tu lo fai, se lo fai, sarò felice di essere
lì personalmente ed assicurarmi che TU NON TORNI MAI PIU' QUI".

L'interrogatorio è durato dalle 7:20 di mattina alle 4:15 di pomeriggio.

In basso il console cileno mi stava aspettando, mi è stato permesso di
parlare con lui ed uscire accompagnata da uomini della sicurezza, per fumare
una sigaretta. Non ho più visto Samy, non ha fatto ritorno per informarmi
dei risultati dell'incontro, ma fin da prima del termine dell'interrogatorio
qualcuno aveva detto al console che non mi era permesso l'accesso.

Mi hanno chiesto di tornare nella stanza, hanno controllato tutte le mie
borse e me stessa, e mi hanno messa su un aereo in volo per Amman alle 7 del
pomeriggio.

Terminerò scrivendo a tutti voi che ho fatto del mio meglio ieri. Io non
penso che nessuno sia pronto ad affrontare niente del genere, di certo non
io perché non sono abituata ad essere trattata come una terrorista. Mi
dispiace per tutte le persone collegate a me; ora hanno tutti i loro nomi e
numeri di telefono, possono fare controlli su di loro a causa mia. Mi sento
come il peggiore dei collaboratori e sto rendendo la vita di altre persone
più dura di quanto non sia già.

Ignoro quando le cose hanno iniziato ad andare male. Nei miei otto mesi in
Palestina ho solo fatto traduzioni, incontrato gente, bevuto caffe insieme a
loro, imparando cos'è la vita in Palestina, senza giudicare nessuno. Non mi
pentirò mai di aver fatto amicizie così straordinarie, specialmente
quest'uomo che per gli Israeliani è uno degli individui più pericolosi della
West Bank, ma voglio essere sicura che sia lui che il resto non avranno
problemi a causa mia. Mi terrò da parte, non intendo collaborare a protrarre
l'ingiustizia che stanno subendo dal giorno stesso in cui sono nati, solo
perché sono nati Palestinesi.

Salam a tutti
Nadia


Oggi il successivo a questa orribile ed inumana esperienza, Nadia ha rimesso
le cose in prospettiva ed ha riconquistato la sua forza. Ecco la sua
risposta ad una lettera:

...Non ho più paura. So che stavano giocando con me ieri, vogliono
abbattermi, ma non ce la faranno mai, non sono io la più debole in questo
gioco perverso, sono loro.
Per alcuni mesi, ho cercato di ottenere il sostegno del governo cileno e ci
sono riuscita. Il governo cileno ha elevato una forte protesta presso il
governi israeliano sulla mia precedente espulsione. Ho ottenuto il sostegno
di più di 50 deputati in Cile che personalmente si sono interessati al mio
caso. Ho trascorso un mese in Cile a fare incontri, compreso quello con il
Ministro degli Interni, e dopo tutto ciò, il governo di Israele mi ha
mandato una lettera in cui mi è stato detto che non mi veniva più rifiutato
l'ingresso.
Ora conosco la verità.
Hanno orchestrato tutto per umiliarmi e torturarmi da un lato, e dall'altro
affermare che ero nella lista dei terroristi e che questa è la ragione per
cui mi è stato rifiutato l'ingresso, in questo modo hanno un'arma politica e
diplomatica contro di me. Vogliono usare questo trucco per mettere riparo al
danno che ho creato alla loro politica estera, almeno nei confronti del
Cile. Mi hanno mandato quella comunicazione per farmi pensare che i miei
sforzi stavano producendo qualche risultato. Allo stesso tempo, hanno
preparato una squadra speciale per riservarmi un trattamento "speciale". E'
ovvio che avevano ricevuto istruzioni dall'alto. E' un crimine. Per far
sembrare le cose giustificate, hanno montanto storie contro altre persone.
Io non so neanche di cosa era accusata questa gente, in ogni caso. Che tu li
conosca o meno non importa. Queste persone potrebbero essere accusate di
tutto, ma chi dice che siano colpevoli? Quale corte li ha riconosciuti
colpevoli? Una corte militare israeliana? Caspita! Oltre 700.000
Palestinesi sono stati arrestati e detenuti dagli Israeliani. Quanti sono
risultati colpevoli di qualunque crimine, persino quando le accuse erano
basate su istruzioni militari che sono molto peggio di quelle dell'Apartheid
del Sud Africa? Sono loro che dobbiamo portare in tribunale. Sono
colpevoli!

Per ragguagli sulle precedenti esperienze di Nadia con la "Sicurezza
Israeliana" o con gli interrogatori leggete qui e qui.
Tradotto dall'inglese da Gianluca Bifolchi. Gianluca Bifolchi e Nadia Hasan
sono membri di Tlaxcala, la rete di traduttori per la diversità
linguistica. Questa traduzione è in Copyleft per ogni uso non-commerciale :
è liberamente riproducibile, a condizione di rispettarne l'integrità e di
menzionarne l'autore e la fonte.

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