Bertinotti in armi
Ma non è una cosa seria vedere Bertinotti, il Rifondatore pacifista, passare in
rassegna truppe armate assumendo laria compunta e dando al passo una
marzialità incerta per mancanza di abitudine.
Il pensiero vola a quel 2 giugno quando lo stesso personaggio, presente alla
sfilata militare, ostentava tuttavia un distintivo occhiello per significare
che lui era altrove, tra i pacifisti disarmati. Lubiquità che è una
prerogativa dellAnticristo. Più che non essere una cosa seria, è una farsa. In
Libano il Presidente del Parlamento Italiano ha dichiarato di aver ritrovata la
vetrina in cui specchiarsi; ha ritrovato, per intenderci, il Paese che egli
dovrebbe, insieme con altre istituzioni, rappresentare. È un Paese in armi dal
quale ieri si dovevano prendere le distanze; e che oggi viene passato in
rassegna come esempio di virtù ieri vizi da vituperare.
Naturalmente le parole e i sofismi forniscono gli alibi: ieri le truppe italiane
erano limpressione di uno spirito guerrafondaio; oggi, sullala di una manciata
in più (salvo verifica) di voti, sono lesercito pacificatore che ha dato
spettacolo di sé accorrendo per primo allappello contro i terroristi, con
carri armati e anfibi che sembravano replicare lo spettacolo dello sbarco in
Normandia.
Non cè più limite al ridicolo; e lItalia lo subisce sempre più isolata
nonostante il suo zelo provinciale, sempre più paese da operetta o paese dei
campanelli e persino il deputato Bertinotti, fino a qualche mese fa ritenuto
serio e coerente, si presta a far parte della scalcinata compagnia di giro.
Turi Vasile
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