Autor: Edoardo Magnone Datum: To: forumgenova Betreff: [NuovoLab] Israele ha bisogno del know how italiano
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Anno XIV, 4 maggio 2007
Israele ha bisogno del know how italiano
L'ufficio Nazionale di statistica di Israele ha pubblicato l'elenco dei partner
commerciali del Paese (diamanti esclusi) nel primo trimestre 2007. L'elenco
vede l'Italia come quarto fornitore, con un totale import di 515 milioni di
dollari. ll nostro Paese è preceduto dagli USA, considerati tradizionalmente il
principale partner d'Israele (1,537 milioni di dollari), e dalla Cina (US$ 764
milioni), ed è secondo in Europa solo alla Germania (830 milioni di dollari). I
principali settori del nostro export rimangono, come negli anni passati, le
macchine e gli apparecchi meccanici, seguiti dai prodotti chimici e dai metalli
di base.
"L'Italia si riconferma quindi un partner molto importante", afferma Nir Malah,
trade analyst dell'Ufficio ICE di Tel Aviv. "Nell'ultimo decennio l'Italia è
sempre stata il terzo o quarto partner commerciale. Storicamente gli italiani
sono forti soprattutto nei beni strumentali, ovvero nei macchinari per la
lavorazione del legno, della plastica, dei metalli, ecc.".
Secondo il rapporto congiunturale Ice-Ministero degli esteri aggiornato al 2006,
anche lo scorso anno la politica economica del governo si è posta quale
obiettivo fondamentale quello di sostenere la crescita economica del paese
promuovendo azioni mirate al rafforzamento delle riforme attualmente in corso,
all'ulteriore riduzione del livello della spesa pubblica, alla diminuzione
dell'imposizione fiscale, (il valore dell'IVA è stato infatti gradualmente
ridotto dal 18% al 15, 5% nell'arco degli ultimi due anni), e sostenendo un
largo piano di investimenti in progetti infrastrutturali. Anche sul fronte
delle privatizzazioni il governo israeliano è intervenuto pesantemente negli
ultimi anni, colmando parzialmente il ritardo accumulato rispetto alla maggior
parte dei Paesi occidentali.
E' un fatto noto che l'economia israeliana sia stata per lunghi anni
caratterizzata da una elevata concentrazione del mercato finanziario nelle mani
di pochi gruppi bancari, prevalentemente pubblici e che, ancora oggi, il sistema
finanziario di questo Paese sia fortemente centralizzato (il 63% dell'intero
sistema è controllato dalle due banche principali) e tendenzialmente chiuso
alle partecipazioni straniere. La situazione è cominciata a mutare a partire
dal 2003 grazie all'azione dell'Ex Ministro delle Finanze Benjamin Netanyahu
che ha speso grandi energie nel tentativo di dimostrare la necessità di aprire
anche il mercato finanziario alle partecipazioni internazionali. Da quel
momento è in atto in questo Paese un cauto processo di liberalizzazione del
mercato bancario e dei capitali supportato con grande coerenza da tutti i
governi che si sono succeduti. L'apertura del mercato finanziario israeliano
alla concorrenza offre buone opportunita` anche per i gruppi bancari e
finanziari esteri, che potrebbero approfittare della riforma in atto per
allargare la loro attività. I gruppi italiani sono assenti da questo mercato,
con l`eccezione di Generali (che detiene tramite la compagnia locale di
assicurazioni Migdal l`8% di Bank Leumi).
L`economia israeliana, date le ridotte dimensioni del mercato interno, la
scarsita` di risorse naturali e la situazione geopolitica, e` per sua natura
"export-led". Il commercio internazionale gioca quindi un ruolo fondamentale
nell'economia del Paese . Israele è legata da una serie di accordi commerciali
con i maggiori Paesi industrializzati. Nel 2006, il flusso degli investimenti
esteri diretti e degli investimenti di portafoglio (azioni ed obbligazioni), ha
raggiunto, complessivamente, la cifra record di 22.7 miliardi di US$, più del
doppio dei 9.9 miliardi registrati 2005. Alla base di un risultato così
impressionante un mix di fattori interni ed internazionali che vanno dal
rilancio dell'economia globale, al miglioramento costante della performance
economica israeliana, all'entrata in vigore/aggiornamento di una serie di
importanti strumenti legislativi quali la "Legge per il sostegno degli
investimenti di capitale (ECIL)" e la "Legge per il sostegno alla ricerca ed
allo sviluppo industriale".
I dati statistici ufficiali riflettono un costante aumento dell'interscambio tra
Italia ed Israele che, nel 2006, sfiora i 3 miliardi di dollari. Le esportazioni
italiane in Israele sono aumentate del 6,1% rispetto al 2005, e sono passate, in
valore assoluto, da 1.73 a 1.84 miliardi di dollari. Anche le esportazioni
israeliane verso l'Italia hanno registrato valori positivi con un aumento
percentuale pari al 9,2% ed un valore totale quantificabile in 981 milioni di
US$. L'interscambio tha registrato, poi, nel 2006, un surplus pari a 859
milioni di dollari a nostro favore, con un aumento del 2,8%. del deficit
commerciale La quota di mercato italiana, dal canto suo, si mantiene
relativamente stabile e fa registrare una leggera diminuzione dello 0,05%
nonostante la significativa crescita nei valori assoluti. I principali settori
del nostro export rimangono le macchine e gli apparecchi meccanici, seguiti dai
prodotti chimici e dai metalli di base. In questo contesto le esportazioni
italiane di macchine industriali e relative attrezzature è addirittura
cresciuto del 15,5% nel 2006 per un valore totale di 543 milioni di US$. Anche
l'export di prodotti di plastica e gomma ha registrato un dato di crescita
molto positivo con un + 12,8% rispetto al 2005. In generale la penetrazione dei
prodotti italiani è buona, grazie all'immagine molto positiva del Made in Italy
in Israele in termini di qualità, prestigio, design e tecnologia.
La diffusione dei nostri prodotti non incontra particolari difficolta`, se non
quelle date da alcune circostanze strutturali quali l`incidenza dei costi di
trasporto, il pericolo di un deterioramento delle merci a causa del clima caldo
e umido, un certo timore delle aziende per le condizioni di sicurezza o per la
convinzione di eventuali boicottaggi da parte di Paesi arabi (timore peraltro
generalmente infondato). Si tratta, ovviamente, di problematiche che vengono,
ovviamente, tanto più avvertite in quanto gli attori italiani sono spesso
identificabili in piccole e medie imprese.
I settori di particolare interesse per lo sviluppo delle esportazioni italiane e
la cooperazione commerciale, secondo l'ICE e il Ministero degli Esteri, possono
essere identificati come segue.
Opportunità particolarmente interessanti per le imprese italiane potranno
scaturire dai numerosi progetti infrastrutturali che sono in corso di
realizzazione o stanno per essere avviati. Fonti ministeriali israeliane
sottolineano la necessità di effettuare investimenti per un totale superiore a
140 miliardi di dollari in progetti infrastrutturali entro il 2020.
Proporzionali saranno, ovviamente, le necessità in termini di personale
qualificato, macchinari ed attrezzature industriali e materie prime. Il settore
ferroviario presenta, in particolare, importanti opportunità per le imprese
italiane, che in quest'ambito, vantano livelli di riconosciuta eccellenza
tecnologica.
Quello delle biotecnologie è tra i settori da sempre considerati strategici
caratterizzato da profonde sinergie tra ricerca accademica ed industriale e, in
quanto tale, destinatario di un'attenta politica di sostegno a livello
governativo. Esistono in Israele piu' di 170 enti -soprattutto start-up e
piccole e medie imprese- impegnati in attività di Ricerca e Sviluppo in campo
biofarmaceutico, agro-biotecnologico, della diagnostica e delle apparecchiature
mediche. Numerosi progetti congiunti tra aziende italiane ed israeliane sono
stati finanziati soprattutto negli ultimi due anni nei settori specifici della
proteomica, biologia molecolare, nanotecnologia e nanoscienza, gnomica e
biotecnnolgia per la salute.Si ritiene dunque importante approfondire le
opportunità di collaborazione industriale e scientifica già emerse e quelle
possibili per il futuro in questo settore strategico.
Nel 2004 Tel Aviv è stata dichiarata dall' UNESCO città patrimonio dell'umanità
per il suo tesoro di architettura Bauhaus. Questi edifici, costruiti tra il
1931 e il 1956, sono al momento sottoposti ad impegnativi interventi di
restauro e conservazione. Anche e soprattutto dall'intensa attività scientifica
e seminariale promossa dall'Istituto Italiano di Cultura di Tel Aviv negli
ultimi tre anni in questo settore, è emersa una fortissima domanda di maggiore
conoscenza non solo del know how italiano ma anche e soprattutto delle nuove
tecnologie e dei nuovi materiali sviluppati nel nostro Paese nonché delle
relative metodologie operative.
Nel settore delle tecnologie ambientali esiste una chiara complementarietà tra
Italia e Israele tanto che i rapporti di cooperazione si sono
significativamente approfonditi nel corso degli anni. Ancora nel mese di
novembre 2006, l'Ambasciata ha organizzato un Seminario dedicato alla "New
Technolgies for the protection of the environment" in stretta collaborazione
con l'Exoport Insitute israeliano e la locale Confindustria. In quel contesto
si è potuto rilevare che mentre la tecnologia israeliana appare particolarmente
sofisticata nei settori relativi alle fonti d'energia rinnovabile (solare ed
eolica) mancano, in questo Paese, adeguate conoscenze ed applicazioni
industriali nell'ambito del monitoraggio in particolare delle sostanze
inquinanti - e della gestione delle acque. Più in generale, comunque, se
Israele può considerarsi all'avanguardia nel settore della ricerca e delle
tecnologie ambientali, il nostro Paese, con un sistema economico basato su
competenza e know how, è in grado di cogliere le esigenze del mercato e
tradurle in business, con una naturale vocazione allo sviluppo "sostenibile".
Con un trend che si conferma molto positivo, (+5,6% secondo i dati del secondo
semestre 2006), le esportazioni dei prodotti cosmetici italiani continuano a
crescere contribuendo così in modo decisivo a trainare lo sviluppo dell'intero
settore, che anche quest'anno ha fatto registrare un aumento del fatturato
globale del 2,7%, per un valore complessivo di circa 8.100 millioni di Euro.
L'interesse scientifico commerciale che l'industria cosmetica italiana riscuote
su questo mercato ha potuto, tra l'altro essere verificata in occasione di un
Convegno realizzato dall'Ufficio Commerciale dell'Ambasciata nel dicembre 2006
dedicato al tema "Integrating new technologies in cosmetics in preventing skin
ageing and sun safety" con la partecipazione di rappresentanti di Fderchimica,
UNIPRO e Cosmoexport. I lavori svolti in quell'occasione hanno infatti permesso
di scambiare utili esperienze di ricerca e di porre le basi per future
collaborazioni a livello accademico, commerciale ed industriale con l'obiettivo
di ampliare la presenza dei prodotti italiani su questo mercato e di avviare
possibili attivita' congiunte.
Il settore dei Sistemi di sicurezza per impianti e strutture è in forte
espansione e include sia fornitori di servizi (installatori consulenti di
sicurezza, imprese di sorveglianza) che veri e proprie aziende produttrici
(produttori di sistemi di comunicazione, sistemi di allarme, "metal detectors",
CCTV, sistemi di video sorveglianza, "access control", sistemi perimetrali,
sensori elettronici, sistemi di protezione di software ed hardware ed
attrezzature anti-terrorismo). Approfondite indagini di mercato hanno rilevato
una significativa potenziale complementarietà in questo contesto tra il mercato
italiano e quello israeliano ancora una volta secondo la formula "tecnologia in
cambio di strutture e sistemi di produzione".
L'Italia detiene infine una primaria quota di mercato in Israele nei macchinari
per l'imballaggio ed il confezionamento. Dall'analisi dei dati di vendita
emerge, in particolare, in questo ambito, un aumento delle importazioni dalla
regione asiatica di macchinari caratterizzati da una tecnologia di tipo
tradizionale. Per i macchinari a tecnologia avanzata ed innovativa gli
operatori israeliani guardano ancora l'Italia come riferimento principale. Si
ritiene quindi importante diffondere quanto più possibile la conoscenza in
Israele dei progressi tecnologici italiani in questo settore.
Gaia Molco, Segretario Generale della Camera di Commercio Italo-Israeliana, pone
l'accento sulla validità del know how italiano nel settore dell'ambiente
(trattamento delle acque e rifiuti, ecc.), in campo agricolo, nella sicurezza:
"Abbiamo avuto diverse missioni, incontri b2b, visite, ecc. anche di piccole
aziende italiane. Nel versante opposto, Israele è il secondo Paese per
tecnologie nella telemedicina dopo l'Olanda ed è leader anche nell'informatica
e negli investimenti immobiliari, per i quali ha dimostrato interesse sul
mercato italiano. Notevole è poi il settore della collaborazione scientifica".
Nell'ambito delle attività previste dall'Accordo di Cooperazione nel Campo della
Ricerca e dello Sviluppo Industriale, Scientifico e Tecnologico tra Italia ed
Israele , l'Ufficio II della Direzione Generale per i Paesi del Mediterraneo e
del Medio Oriente del Ministero degli Affari Esteri per la Parte italiana, e
l'Office of the Chief Scientist (OCS) del Ministero dell'Industria e Commercio
per la Parte israeliana, intendono avviare le procedure previste per la
selezione di progetti ammissibili di sostegno finanziario disciplinato
dall'Art. 4 dell'Accordo. Il bando sara´ valido per i seguenti campi: -
medicina,salute pubblica e organizzazione ospedaliera; - biotecnologie; -
agricoltura e scienze dell'alimentazione; - nuove fonti di energia e
sfruttamento delle risorse naturali; - applicazioni dell'informatica nella
formazione e nella ricerca scientifica; - ambiente; - comunicazioni; -
innovazioni dei processi produttivi; - spazio; - tecnologie dell'informazione,
comunicazioni di dati, software.
"Si tratta", precisa Molco, "di un bando annuale R&S per i quali sono previsti
finanziamenti. Il settore è foriero di numerose opportunità: il 7 giugno la
nostra Camera organizzerà una conferenza sulla telemedicina nel contesto della
fiera sulle biotecnologie che si terrà a Tel Aviv; l'anno scorso è stato
firmato un accordo tra la provincia di Milano e Ma timo, il Centro israeliano
di Ricerca e Sviluppo, nelle biotecnologie; a fine mese Promos effettuerà una
visita di aziende lombarde specializzate nel trattamento delle acque e nel
risparmio energetico".