Re: [NuovoLab] F. P. Casavola

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Szerző: Giuliano Giuliani
Dátum:  
Címzett: Mailing list del Forum sociale di Genova
Tárgy: Re: [NuovoLab] F. P. Casavola
Caro Angelo, grazie per aver inviato l'articolo di un giornale che, mi auguro, pochi o forse nessuno di questa lista legge. L'articolo è uno dei tanti esempi di ciò che mi sono sentito autorizzato a definire delirio. L'autore straparla di tuoni contro il papa, di forme irresponsabili e nocive, di piazza scalmanata, di rigurgiti terroristi. Gli venisse in mente una cosa semplice semplice: la satira è la forma dolce e inoffensiva della critica e si esercita solo quando ogni forma di potere, specie la peggiore (e in questo caso il potere della gerarchia è proprio la forma peggiore) ne offre il fianco. Gli venisse in mente di ricordare, appunto, la negazione di un diritto (il funerale religioso, e lo dico da ateo), gli inammissibili interventi sulla libertà laica del parlamento, i tuoni contro l'integralismo islamico in nome (i fatti recenti lo dimostrano a iosa) di un integralismo identico. Grazie, Angelo. Ogni tanto c'è bisogno di rafforzare le proprie convinzioni. Giuliano Giuliani
----- Original Message -----
From: Angelo Cifatte
To: "Piazza grande" ; "Noi siamo Chiesa" ; "Forum Genova"
Sent: Friday, May 04, 2007 9:14 PM
Subject: [NuovoLab] F. P. Casavola


        Le offese al pontefice e il rischio di infiammare le tensioni 



        . da Il Messaggero del 3 maggio 2007, pag. 1



        di Francesco Paolo Casavola


        Abbiamo appena varata la Carta dei valori, della Cittadinanza e dell'integrazione, a cura del Ministero dell'interno, in cui si legge che l'ordinamento proibisce l'offesa verso la religione e l'offesa al sentimento religioso delle persone, ed ecco che dal palco del Concertone in piazza San Giovanni si ode tuonare contro il Papa, il Vaticano, in una miscela di contestazioni che vanno dall'evoluzionismo ai funerali negati a Welby, e celebrati invece per Franco, Pinochet ed uno della banda della Magliana.



        Se non vivessimo in una società mediatizzata, forse sarebbe stato il caso di infischiarsene di un tale sproloquio. Ma la forza di suggestione che un individuo esercita sulla massa degli ascoltatori e dei telespettatori è tale che una forma di reazione è doverosa. Ad un gesto di diseducazione non si può non replicare. Proprio il raggio esteso degli effetti della comunicazione mediatica impone l'obbligo della controcomunicazione che ristabilisca un equilibrio tra le parti e le opinioni.



        E fin qui siamo nel gioco delle grandi convivenze democratiche, che dà libertà di manifestazione a pensieri opposti. Questa frontiera è tuttavia valicata quando questa suprema libertà è esercitata in forme irresponsabili e nocive. In una fase della vita pubblica italiana, che vede il rigurgito di terroristi che minacciano di morte l'arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana, monsignor Angelo Bagnasco, ed insieme accuse alla Chiesa cattolica di vulnerare la laicità della Repubblica, da parte di esponenti politici, anche la scalmanata di piazza San Giovanni assume connotati pericolosi.



        Quanti si sono dissociati da quelle invettive hanno dimostrato consapevolezza non solo della loro inopportunità, ma anche del possibile rischio che esse inneschino ulteriore tensione in quelle fasce di marginali in cui la politica si degrada a forza reazionaria e regressiva, anziché di progresso. E tutto questo mentre vorremmo insegnare agli immigrati la tolleranza e il rispetto del sentimento religioso. Stiamo attenti a guardare bene le lancette dell'orologio della Storia. Non pochi tra noi immaginano di vivere due secoli fa e di stare sul punto di liberarsi di Dio. L'umanità di oggi va in cerca di un senso per la vita che non le viene solo dalla ragione, dalle tecnoscienze, dai diritti di libertà politica. Le nostre società ospitano più itinerari di questa ricerca. Offendere una Chiesa è offendere ogni e diversa religione. Il boomerang potrebbe essere il caos in luogo di quell'equilibrio tra opposti cui tutti aspiriamo. 



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        Angelo Cifatte
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