Caro Giuliano,
se permetTi coglierei l'occasione per proporre un punto di vista un po'
diverso, dal momento che vedo le cose da una differente angolazione.
Innanzitutto mi porrei delle domande motivate sul fatto che starebbe alla
base del can can che in pochi giorni è montato attorno ad un episodio di
cronaca.
E parto da una considerazione dalla quale scaturisce una domanda: pur
essendo Tu milanese e Peppino addirittura del Mezzogiorno credo che
conosciaTe a sufficienza certe parole della nostra lingua e certe strade.
Per cui, quando parliamo di San Lorenzo non stiamo alludendo ad un "rebigo
luvego" dimenticato da Dio, non è in argomento vico Mallone, per es.o vico
Basadonne.
Stiamo parlando di una strada e di un luogo a poche centinaia di metri da
un Commissariato di Polizia, da un lato e di Palazzo San Giorgio, "obiettivo
sensibile" dall'altro, con un frequente passaggio di auto delle "forze
dell'ordine" e un traffico pedonale che dura in continuazione fino alle due
di notte. Inoltre non mi risulta che manchino nella zona telecamere che la
sorvegliano.
Mi sembra quindi inevitabile chiedersi come sia possibile che qualcuno sia
riuscito a passare attraverso le maglie di questa fitta rete inosservato. Se
per metTi, mi viene in mente il ritrovamento di qualche anno fa di un
motorino imbottito di esplosivo a qualche centinaia di metri dalla sede del
Ministero dell'Interno al Viminale.
Queste faccende non mi hanno mai convinto.
Così come l'invio di un bossolo non mi sembra messaggio da gente dedita
alla lotta armata o ai "terrorismi". Inoltre la concertazione dei vari "cori
mi pare gettare sulla vicenda onbre ancora più scure. In poche parole sento
odore di servizi segreti all'opera.
Mi domando se non è stata messa in scena una vicenda allo scopo di misurare
di quale consenso gode il gen. Angelo mons. Bagnasco e la gerarchia
ecclesiale che rappresenta.
Ricordi "Sbatti il mostro in prima pagina" e in particolare la scena in cui
il cinico direttore (Bizanti, se non ricordo male, interpretato da Gian
Maria Volonté) invia il giovane cronista (Rovida, se non ricordo male, Fabio
Garriba) ad un dibattito all'Università e nel contempo prepara una prima
pagina in cui campeggia un titolo del tipo "Selvaggia aggressione ad un
nostro cronista"? A quel punto il giovane cronista che la ha casualmente
intercettata in tipografia ha uno scatto e, mentendo, smentisce il direttore
impedendogli di strumentalizzare la vicenda.
Mi pare che non siamo poi così distanti. Il potere non ha forse bisogno
talvolta di misurare sino a che punto si può spingere specialmente di fronte
all'opportunismo dei politicanti?
La seconda osservazione che mi viene da fare è sul ritardo. Quando
succedono cose come queste si è in ritardo, e forse la prima cosa da fare
sarebbe registrare questo ritardo e andare a vedere le cause. Quando vedo un
tossicodipendente per strada in procinto di "bucare" pretendere di dirgli di
non farlo mi è sempre sembrato fuori luogo in quanto la cosa avviene in
ritardo.L'unica cosa che mi sembra che vada fatta è lasciare che si goda
quel "buco" fino in fondo e magari non disturbarlo passandogli vicino perché
questo potrebbe proprio pregiudicargli quel momento di "pace" che sta
cercando.
E allora mi domando se non è meglio che piuttosto che intervenire in
ritardo non sia il caso di andare a vedere da dove tutto questo è cominciato
e intervenire a monte, non sulle conseguenze, come invece ipocritamente
fanno i politicanti.
In ultimo mi pare che dovremmo registrare un errore sul quale cominciare a
riflettere. Ed anche ammettere nostre responsabilità. Ormai è troppo facile
parlare di "terrorismo" e etichettare "terrorista" tutto ciò che può mettere
in discussione l'arroganza del potere, anche in forme discutibili, come
possono essere certi interventi estemporanei. Ma in questo credo che abbiamo
una responsabilità: quella di aver accettato sempre acriticamente l'uso di
questo termine che dovrebbe far parte del linguaggio del potere e non di chi
vi si oppone.
Non mi sono mai dimenticato e nemmeno mi sono astenuto dall'aver fatto
notare che i primi ad aver usato questa parola sono stati i fascisti
nell'"escalation" propagandistica contro chi lottava per la liberazione,
proporzionata al consenso che questi incontravano mano a mano nei confronti
della popolazione. Dapprima chimati "ribelli", poi "insorti" ed infine
"terroristi".
Il fatto che i fascisti avessero probabilmente coniato questo termine
avrebbe dovuto dissuaderci dall'usarlo. Invece oggi addirittura una persona
come Dario Rossi propone di usarlo, quindi facendolo in qualche modo
proprio, nei confronti della gerarchia ed in particolare della curia del
Vaticano. Non si rischia in questo modo di alimentare la confusione che
porta alla fine all'indistinto, a considerare che i gatti di notte sono
tutti neri?.
Vogliamo distinguere una buona volta la lotta armata dal terrorismo? Il che
non significa l'apologia di qualche cosa, ma semmai una discussione motivata
e non accademica, ma anche con riflessi giuridici sull'una e l'altra cosa?
Altrimenti rischiamo di fare anche noi il delirio con cui sono stati
titolati i vari messaggi in argomento , e mi domando se non addirittura
esattamente speculare a quello del potere.
Credo che avevamo un'occasione per poter affermare nei fatti qualcosa di
differente, ma l'abbiamo persa, per es. domenica scorsa quando abbiamo
lasciato che l'Esercito, specialmente oggi che è impegnato in una guerra,
irrompesse come fa da alcuni anni in una manifestazione popolare scegliendo
come interlocutori i bambini. Senza manifestare un minimo di obiezione.
Il fatto che a capo della curia genovese ci sia un generale, nella città in
cui 19 anni fa una parte dei giovani della città aveva fatto chiudere una
inquietante esposizione di armamenti, non suggerisce nessuna riflessione?
Questa saldatura fra religioso e militare, ovvero gli ultimi capisaldi del
regime patriarcale messo in discussione dalla rivoluzione femminista, non
dice niente a nessuno?
In questo contesto la scorta per il gen. mons. Bagnasco non rientra nelle
sue abitudini, dal momento che è vissuto per molti anni in mezzo ai soldati?
E chissà quante armi avrà benedetto!
Non è forse su questo che sarebbe opportuno riflettere piuttosto per
mettere in discussione tutto l'impianto del casino piuttosto che "fare il
tifo" per un artista o uomo di spettacolo che dir si voglia?
E' in questi casi che sento la mancanza di persone, compagni saggi, che
purtroppo non sono più fra noi e che temo ci si stia dimenticando. Mi
domando quale reazione avrebbero avuto di fronte a questi fatti due persone
come il cattolico Sergio e l'ateo Vincenzo, accomunati da una visione molto
serena delle cose nonostante un forte spirito critico. Mi par di vedere di
Sergio una grassa risata e di Vincenzo quel modo tutto suo di volgere il
viso da un lato fingendo stupore accompagnandolo con una domanda simulando
l'innocenza dell'ignaro "Ma davvero? Ma guarda un po' ...". E non dimentico
che Vincenzo, che si definisce ateo, cita spesso Tommaso d'Aquino o Agostino
d'Ippona o Shaul Al-Tarshis chiamandoli rispettivamente San Tommaso,
Sant'Agostino o san Paolo.
Se sei arrivato fin qui, come sempre, Ti ringrazio.
A presto
Angelo
----- Original Message -----
From: "Giuliano Giuliani" <giulianogiuliani4@???>
To: "Mailing list del Forum sociale di Genova" <forumgenova@???>
Sent: Thursday, May 03, 2007 3:05 PM
Subject: Re: [NuovoLab] delirio
In questo caso, invece, non sono d'accordo. Nonostante il mio rispetto per
ogni minoranza, pregherei i rappresentanti dell'8 per cento del 5 per cento,
cioè del 4 per mille, di tenere fuori dalle cose che vorremmo fare insieme
le loro beghe interne a Rifondazione. Giuliano Giuliani
----- Original Message -----
From: <francoratto@???>
To: "forumgenova" <forumgenova@???>
Sent: Thursday, May 03, 2007 9:26 AM
Subject: Re: [NuovoLab] delirio
Certo che da parte di alcuni ci vuole molto coraggio a parlare di tolleranza
al dissenso.Forse il dissenso in casa d'altri. (Vedi casi Macciò e sinistra
Critica).
Hasta la victoria siempre.
> Quanto sono d'accordo con te, Giuliano. Qui ormai non è più tollerato
> alcun dissenso. Appena esprimi una critica ti bollano per terrorista. E
> tanta parte del centrosinistra che va dietro a fare il megafono del papa o
> dell'alto chierico di turno. Bruno Pastorino
>
> > Mi domando e vi domando se non sia il caso di esprimere pubblicamente
> > tutta la nostra solidarietà ad Andrea Rivera e chiedere che il delirio
> > informatico sul delirio clericale cessi o almeno si attenui. Giuliano
> > Giuliani
>
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