Autore: ANDREA AGOSTINI Data: To: forumgenova Oggetto: [NuovoLab] colata di cemento minaccia quinto
dal secoloxix.it di giovedi 3 maggio
COLATA DI CEMENTO MINACCIA QUINTO
Colata di cemento
minacciaQuinto
Scrivo in merito all’approvazione da
parte dell’uscente Giunta comunale
(nella seduta del 18 gennaio scorso, riguardo
allaConferenza dei servizi 53/
05) di un intervento di edilizia privata
inviaMajorana 24/a, aQuinto. I cittadini
si appellano ai candidati, di cui
uno sarà il futuro sindaco di Genova, e
li invitano a una riflessione in termini
etici sull’ambiente urbano e sul rispetto
dei diritti, in particolare sul rispetto
della vivibilità dei luoghi e del
significato, che connota gli ambiti storici.
Il progetto in questione prevede la
demolizione di capannoni industriali
e realizzazione di un edificio a sei
piani, per una quota di ventiquattro
metri rispetto al piano stradale sottostante
e di un edificio di tre piani in
adiacenza,per una superficie abitabile
totale di 5 mila 65 metri quadrati??
oltre ai quattro piani interrati per 167
posti auto privati. Il palazzo rappresenterebbe
un grande blocco in fondo
alla valle, invadendo lo spazio, togliendo
luce e aria all’alveo del fiume e
alle case circostanti. I cittadini, che si
sono costituiti in comitato, rilevano la
contraddizioneper cui a fronte di promesse
di una città a misura d’uomo
con spazi verdi dedicati alle fasce più
deboli, i bambini,gli anziani,gli handicappati,
in realtà si permette la realizzazione di
edifici, che non rispettano il
luogo. Nel caso specifico della Circoscrizione
IX Levante, per Quinto, la
volontà dei cittadini di ridimensionare
sensibilmente l’invasività delle
quote di progetto, è stata ridicolizzata
da una impercettibile riduzione, che
appare farsesca nei confronti di un impatto ambientale prepotente.
Il contesto
è un percorso storico lungo il Rio,
tra ulivi e case tradizionali liguri (vincolate
e tutelate), dove il canto di rane
e uccelli di ogni tipo accompagna il
volo dell’Airone Cinerino, delle Cicogne
e del Martinpescatore.
Una vera
oasi faunistica in città. Nel Rio,oggi accessibile
a tutti, è possibile ammirare i
pulcini di germano reale, i girini e le
lucciole. Le assemblee pubbliche di
circoscrizione, solo formalmente
ascoltate, non hanno nella sostanza
potere decisionale, al punto che i cittadini
si sentono sminuiti nel loro impegno
partecipativo. È tristemente evidente
che soltanto reazioni aggressive
ottengono l’attenzione dovuta dagli
enti preposti verso i contribuenti. Ci si
interroga su come sia possibile consentire una
speculazione edilizia, alterando
l’ecosistema della zona e avvallando
il progetto assurdo del trasferimento
di volumi, che non tiene minimamente
conto del reale contesto e
neppure della evidente differenza tra
ristrutturazione urbanistica e speculazione
. Nel caso specifico l’impatto
ambientale è eccessivo, anche tenuto
contodei tipi di vincoli a cui è soggetta
l’intera zona. Si edificano palazzoni
laddove ai comuni cittadini, per minime
modifiche edilizie, a dispetto
dell’equità,occorrono permessi anche
dalla Soprintendenza. Si assiste alla
progressiva antropizzazione dei luoghi,
trattati come spazi da riempire a
dismisura, traditi nel loro significato
più profondo di ambiente da vivere,da
conoscere, da capire, in cui evolvere e
non già da travisare, al fine di un puro
vantaggio economico, per pochissimi,
contro gli interessi culturali della collettività
di Quinto.Ogni luogo è portatore
di un messaggio che passa attraverso
l’aria, l’immagine, il suono, gli
odori, la percezione dello spazio e del
tempo. Porta con sé la storia passata e
ne conserva la memoria. Proprio la
memoria appare, paradossalmente, la
più a rischio in questo processo di cementificazione
arrogante. Riqualificare
il levante genovese vuol dire
anche salvaguardare gli aspetti storici
e i ritmi lenti delle antiche borgate,che
rimangono connotanti nonostante
l’inglobamento nella città. Un intervento edilizio di questo tipo non si
“inserisce”,
ma “invade” il contesto di
Quinto snaturandolo.Da abitanti ci rivolgiamo
alla sensibilità dovuta dalla
Soprintendenza, al fine di tutelare un
territorio storico ambientale naturale
e umano impedendone l’oblio. Da ultimi
cittadini ci rivolgiamo al futuro
primo cittadino nella certezza di aver
aperto un varco per il dialogo e il confronto sul futuro di Quinto,
al fine di ridurre
l’abissale distanza, che, ormai,
sembra separare da troppo tempo la
cittadinanza dal potere istituzionale
chiuso a PalazzoTursi.