[Lecce-sf] Fw: Lettera aperta a Oliviero Diliberto

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Autore: Rosario Gallipoli
Data:  
To: antiamericanisti, forumlecce, aa-info, aa-forum
Oggetto: [Lecce-sf] Fw: Lettera aperta a Oliviero Diliberto
Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)
Via Tanaro, 7 - 20128 Milano - Tel/Fax 02.26306454

e-mail: resistenza@??? - sito: www.carc.it



Milano 30.04.07


Lettera aperta a Oliviero Diliberto.





Caro compagno Diliberto,

abbiamo letto sul Corriere della Sera del 27.4.07 (anniversario della morte di Antonio Gramsci, grande dirigente comunista, incarcerato e ucciso dal regime fascista) un articolo denigrante e diffamatore nei nostri confronti, ma anche nei tuoi e nei confronti di altri personaggi pubblici quali Margherita Hack, Dario Fo, ecc. Arrivano a dire che tu non solo non hai firmato il nostro appello, ma che anche penseresti di querelarci per aver usato la tua firma.

Siccome noi sappiamo, come tu stesso sai, che la firma l'hai apposta (il giorno della manifestazione per la Palestina a Roma il 17 novembre 2006) e lo hai fatto con coscienza e attenzione, è chiaro che vogliono farti passare per un personaggio che non sa quello che firma, superficiale, influenzabile e disattento. Un personaggio come te, segretario di un partito come il tuo, non è ovviamente uno che firma appelli senza riflettere e senza considerare il suo proprio peso politico. Del resto il nostro appello non solo è stato firmato da te, ma anche da tanti membri del tuo Partito, del Partito di Rifondazione Comunista, del PCL e da tanti personaggi che hanno a cuore i diritti democratici (sono state fatte anche due interpellanze parlamentari). Del resto è evidente la persecuzione politica nei nostri confronti. Basta pensare che in 20 anni hanno aperto 8 procedimenti giudiziari, di cui i primi 7 conclusi con un non luogo a procedere, basta pensare che le perquisizioni (almeno l'ultima) a nostro carico sono state fatte in piena campagna elettorale, che ci hanno sequestrato i computer e il materiale elettorale e che l'ultima è stata fatta il 14 febbraio 2006 (la seconda per la stessa inchiesta) pochi mesi prima del rinvio a giudizio.

Ora, probabilmente non potendo aprire il nono procedimento, aprono una campagna denigratoria a mezzo stampa (anche questa durante la campagna elettorale).

Visto che il nostro appello gira da circa 9 mesi e con la tua firma da circa 5 mesi, ci ha colpito che una tale denigrazione nei tuoi confronti avvenga proprio quando tu, segretario del PdCI, dichiari pubblicamente che mai il tuo partito leverà dal suo simbolo e dalla sua bandiera la falce e martello e che mai smetterà di chiamarsi comunista. Forse vogliono colpire anche questo. Vogliono colpire tutti quei compagni che militano nel tuo partito che sono comunisti e hanno nel cuore il comunismo. È importante che i comunisti, uniti, si difendano dalle denigrazioni, dalla persecuzione che sempre i regimi borghesi hanno scagliato contro di loro. Durante la Resistenza i partigiani venivano chiamati banditi e terroristi, come capita oggi a noi e in generale a chi si oppone e ribella e come potrebbe capitare domani ai vostri militanti. Oggi difendere i simboli del comunismo, difendere i comunisti dalla persecuzione politica significa innanzitutto difendere gli spazi di agibilità politica (libertà di espressione e di organizzazione delle masse popolari) conquistati con il sangue dei partigiani con la Resistenza.

Sarebbe opportuno, a nostro avviso, in questa situazione che tu prendessi una posizione pubblica chiara sulla tua firma al nostro appello in modo da non prestare il fianco a denigrazioni sulla tua persona, sui comunisti, sul tuo Partito e infine anche sul nostro.

Ti alleghiamo nuovamente l'appello anche se lo hai già ricevuto tante volte con i vari aggiornamenti.



Saluti comunisti.



Per la DN dei CARC

Lia Giafaglione





P.S.: chiaramente se invece ciò che riporta il Corriere è vero, e tu realmente vuoi fare marcia indietro perché ti sei pentito della solidarietà espressa e vuoi ritirare la firma, basta che ci invii una e.mail e provvederemo a cancellarla