[NuovoLab] I giornalisti britannici boicottano Israele

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Autore: Edoardo Magnone
Data:  
To: forumgenova
Oggetto: [NuovoLab] I giornalisti britannici boicottano Israele

Vedi mai che questa notizia in lingua italiana possa arrivare anche all`orecchio
di alcuni giornalisti nostrani...che invece continuano a fare orecchie da
mercante!

Edoardo Magnone

PS. Ovviamente mercanti, all'occorrenza, equivicini!


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unione nazionale dei giornalisti inglesi boicotta israele

Dopo gli architetti e i docenti universitari, anche i giornalisti inglesi si
schierano apertamente contro l’occupazione israeliana in Palestina. A gran voce
chiedono una inversione di rotta sulla strategia logorante utilizzata nei
confronti della popolazione palestinese. A tale scopo, la National Union of
Journalist (NUJ) ha adottato, come strumento di contestazione, il boicottaggio
delle merci israeliane. In occasione dell’assemblea per il centenario
dell’associazione, svoltasi il 13 aprile scorso, i giornalisti britannici hanno
discusso più di 200 mozioni su temi che andavano dall'opposizione ai piani per
neutralizzare l'Atto per la Libertà di Informazione del Regno Unito, al lancio
di una campagna giornalistica contro i bassi salari e i tagli occupazionali
nell'industria dell'informazione. La Conferenza ha condannato le violazioni
della libertà di stampa in Cina, Russia, Pakistan e Zimbabwe, e una sessione
speciale si è tenuta sul rapimento di Alan Johnston a Gaza e sull'incolumità
dei giornalisti.

Sempre in tale occasione è stata approvata una mozione contenente l'appello per
sostenere il "boicottaggio dei prodotti israeliani" … guidato dai sindacati del
commercio e dal TUC in risposta alla situazione in Palestina e al conflitto in
Libano dello scorso anno. L'appello per il boicottaggio è in parte legato al
rapimento di Alan Johnston, il giornalista della BBC rapito a Gaza il 12 marzo
scorso e di cui ancora non si hanno notizie. Il sindacato dei giornalisti
palestinesi ha dato molto sostegno alla campagna per il suo rilascio -
svolgendo dimostrazioni e scioperi contro l'Autorità palestinese per chiedere
più azione, ultima la manifestazione del 25 aprile organizzata vicino al valico
di Erez, al confine tra Israele e la striscia di Gaza, a cui hanno partecipato
anche rappresentanti dei media internazionali. «Lavoriamo a stretto contatto
con il sindacato palestinese attraverso la Federazione Internazionale dei
Giornalisti e il boicottaggio è un gesto di sostegno al popolo palestinese – ha
dichiarato il presidente dell’NUJ - principalmente a quelli che soffrono
nell'assedio di Gaza, la comunità che Alan Johnston è così orgoglioso di
aiutare attraverso i suoi reportage».

Il sindacato dei giornalisti britannici precisa che il boicottaggio non ha nulla
a che fare con i reportage giornalistici. «NUJ non sta dicendo ai suoi membri
come scrivere di Israele - oltre all'obbligo permanente dei suoi membri di
riferire in modo indipendente e onesto su tutti i temi e non produrre testi
razzisti o discriminatori. Il sindacato non adotta e non adotterebbe mai una
linea su come un tema deve essere trattato. Noi ci battiamo per la libertà di
scrittura e di parola – e critichiamo quelli che, comprese le autorità
palestinesi e israeliane, agiscono contro la libertà di informazione dei
giornalisti».

Durante il dibattito è stata sottolineata la drammatica situazione nei territori
occupati. Si è messo in evidenza come il boicottaggio dell’Autorità Palestinese
perpetrato da oltre un anno da Gran Bretagna, Usa e Unione Europea, per non
citare il governo di Israele, ha condotto a un aumento del numero delle persone
disoccupate, malate e morenti a causa della sospensione degli aiuti economici e
delle rimesse. Il boicottaggio punisce un governo democraticamente eletto.

Scopo della posizione assunta dai membri, spiega la relazione dell’assemblea,
non solo in qualità di giornalisti ma anche come cittadini, è esercitare
pressioni sul governo israeliano affinché ritiri il blocco dei pagamenti e
riconosca i giornalisti palestinesi che hanno la tessera della stampa
internazionale, riconoscimento che da anni Israele si rifiuta di concedere.
Senza dimenticare il danno generale che l'occupazione continua a causare.

Molti hanno criticato l’iniziativa considerandola un boicottaggio istituzionale.
Tuttavia la NUJ rivendica il merito di aver cercato di collaborare con tutti i
sindacati gemelli nella regione, siano essi israeliani o palestinesi e diversi
sono stati i tentativi di far lavorare insieme i giornalisti di entrambe le
parti. «Chi può condannare il nostro boicottaggio quando Unione Europea e Stati
Uniti stanno boicottando i palestinesi, rendendo sempre peggiore la situazione
nei territori?» ha detto Tim Gopsill, direttore delle public relations della
National Union of Journalists. «Anche il rapimento di Alan Johnston si potrebbe
spiegare con la situazione in cui versa l'economia dei palestinesi e con il loro
disperato bisogno di attirare l'attenzione sui loro problemi».

Fonte: National Union of Journalists www.nuj.org.uk/

(30 Aprile 2007)

http://www.iniziativa.info/index.php?option=com_content&task=view&id=2034&Itemid=34