Mercoledì 2 maggio ore 21.30
Prime visioni
BABEL
di Alejandro Gonzales Inarritu, Usa 2006 144'
con Brad Pitt, Cate Blanchett, Gael Garcia Bernal
Premio per la miglior regia Festival Cannes 2006
Babel è formato da quattro storie, ambientate tra mondo ricco (Stati Uniti, Giappone) e mondo povero (o impoverito: Messico, Marocco), strettamente interconnesse tra loro, al punto da divenire una specie di dimostrazione del famoso adagio secondo cui «il battere d'ali di una farfalla a New York può provocare un tifone a Pechino». Lo spunto narrativo è offerto da un fucile, regalato da un ricco signore giapponese ad una guida durante una battuta di caccia in Marocco. L'arma viene poi venduta ad un pastore marocchino, i cui due figli adolescenti, per gioco, se ne servono per ingannare il tempo. Per caso colpiscono un pullman di turisti americani di passaggio...
Non è tanto la concatenazione dei fatti ad interessare l'autore, quanto gli effetti che quei fatti provocano sugli individui, lasciati in una sorta di deriva umana a causa della mancanza di comunicazione. Il titolo del film è, in questo senso, programmatico: noi oggi viviamo le conseguenze pratiche ed esistenziali della punizione divina abbattutasi su Babele. Non solo le diverse lingue ci impediscono di comprenderci, ma anche l'isolamento interiore in cui viviamo è foriero di dolore e incomunicabilità. Un elemento comune a tutti gli episodi è la figura paterna, quasi a sottolineare il bisogno di recuperare il senso di questa figura umana (anche divina?), le cui responsabilità almeno nel mondo occidentale sono state troppo spesso delegate ad altri.
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