Autor: ANDREA AGOSTINI Data: A: forumgenova Assumpte: [NuovoLab] basilico, profumo di speculazione
DA REPUBBLICA.IT DOMENICA 29 APRILE 2007
Basilico, profumo di speculazione
L´Asl vende ad Arte, in totale silenzio: "Soldi per l´ospedale"
DONATELLA ALFONSO
«DUNQUE, in questa serra di piantine di basilico ce ne stanno dieci milioni, più o meno. Io semino quattro volte l´anno.... e di serre ne ho sei. Faccia un po´ lei quanti "buché" metto insieme, ogni giorno, seduto qui su questa panchetta». Francesco "Lilli" Ratto («come Francesco non mi conosce nessuno, come la Cleri, mia moglie, che si chiama Piera e non lo sanno nemmeno quelli che l´han vista nascere, nella casa lì in fondo») nel basilico c´è nato e nel basilico ci vive, nelle serre sulla Piana Podestà, in faccia al porto di Voltri, dicitura che da queste parti suona quasi come una bestemmia, perché Prà è e Prà dev´essere chiamata. Prima di Lilli, nonni e bisnonni, fino a tre secoli fa, su questa terra hanno coltivato prima gli ortaggi, poi il basilico: «a mio padre, in tempo di guerra, il barone scrisse una carta per dire che la famiglia Ratto era affittuaria da trecento anni». Ecco perché, quando ha scoperto che la "sua" terra è stata venduta in blocco, in silenzio, senza poter esercitare il corretto diritto di prelazione, Lilli, che è presidente della cooperativa agricola di Prà e che le sue foto con il basilico in mano le ha viste finire fino in Giappone, non l´ha presa bene. Proprio per niente. E come lui, gli altri coltivatori della Piana, i titolari delle aziende agricole che ohibò, coltivano il basilico tanto lodato, tanto ricercato, quello senza il quale il pesto ligure non è Dop, non ha il "vero" sapore: perché solo per un caso hanno scoperto che i loro terreni sono stati silenziosamente venduti in un´unica soluzione, quasi in saldo (10,9 milioni di euro) dalla Asl 3, che risulta essere a sua volta "erede" dell´Opera Pia San Martino, a cui il barone Podestà «che andava a cavallo sulle sue terre dal mare a Masone», aveva legato la proprietà. E chi ha acquistato tutto, con una silenziosissima transazione firmata il 30 marzo del 2006? Ma Arte, cioè l´Agenzia Regionale Territoriale per l´edilizia: l´ex Iacp, insomma. E il 30 marzo scorso, meno di un mese fa, è quindi scaduto il tempo per rivendicare i diritti di prelazione dei contadini stessi. Ma perché questa operazione tutta sotto silenzio? Che futuro attende la Piana Podestà, il regno del basilico, sulla quale si stendeva già la possibile "ombra" - poi ridimensionata - del grattacielo da costruire nell´ex Verrina?
«Nell´atto si legge che la vendita è funzionale al finanziamento del polo sanitario del Ponente. Ma la cosa lascia comunque perplessi: i coltivatori, ognuno per sé, avrebbero potuto acquistare la loro terra, e il ricavo complessivo sarebbe sicuramente risultato superiore. Basti considerare che i mappali interessano seicento pagine... Non solo: l´atto è stato fatto prima del decreto Bersani, non c´è alcun tracciamento dei pagamenti. E poi, il fatto che tutti i fabbricati di tipo rurale sono ora per legge diventati urbani perché in un territorio cittadino, suscita altri dubbi: non c´è bisogno di varianti al Prg per trasformarli. E il valore è sicuramente ben diverso». L´avvocato Carlo Javicoli, che assiste Ratto e altri coltivatori, sta ora cercando di far valere il diritto di prelazione degli affittuari, con la notifica del diritto al riscatto e alla prelazione, consegnata negli uffici di Arte in via Bernardo Castello il 28 marzo, quindi appena prima dell´ultima scadenza, e sta anche istruendo una causa in merito. Anche le associazioni di categoria dei coltivatori, a quanto risulta, si stanno muovendo per tutelare i contadini. A monte di tutto questo, come spiega Javicoli, una serie di fatti che hanno permesso il passaggio silenzioso di proprietà. «L´Asl3 aveva già dato negli anni ‘90 la gestione delle affittanze ad Arte, che era quindi l´emettitrice dei bollettini di affitto; ecco perché, continuando a ricevere sempre gli stessi bollettini, nessuno degli affittuari si è accorto di nulla». Che avevano cambiato padrone l´hanno scoperto per caso quando uno di loro si è rivolto all´Asl per chiedere lumi sui contributi da ottenere per i danni della grandine nella scorsa estate; spiacenti, è stata la risposta, il padrone è Arte. Ma era metà marzo, impossibile arrivare in tempo.
«Io la terra me la sarei comprata, certo - dice Lilli Ratto - Ho settantadue anni, da sessanta ci lavoro. Mio figlio segue la cooperativa, non so dopo cosa sarebbe successo: ma il diritto era nostro. Non vorrei che pensassero che siccome la maggior parte dei contadini sono anziani, man mano queste terre restino vuote. Ma come, parlano del parco del basilico, fanno le manifestazioni mondiali per il pesto al Ducale e poi si comportano così?»
«Io mi faccio due domande: Come mai Arte, che sta vendendo tutto il suo patrimonio, si compra ettari ed ettari di terra? Capisco che l´Asl doveva recuperare soldi, ma la vendita in blocco dà solo 22 miliardi di vecchie lire: non ci costruisci certo un ospedale» attacca Arcadio Nacini, portavoce dei comitati del Ponente e consigliere comunale del Prc. E il secondo dubbio è più sottile e parla apertamente di speculazioni: «In passato la Asl aveva venduto in blocco delle aree prima alla Snam per l´oleodotto, poi alla Acquasanta srl per il golf. Non sarà che quelle terre, considerando che tanto i contadini sono anziani, serviranno poi per far passare di lì la Gronda? O per altre infrastrutture tutte da decidere?». «Le terre della piana Podestà stavano nel vecchio pacchetto di proprietà delle Asl che è stato deciso di vendere proprio per fare cassa da destinare all´ospedale del ponente» conferma Claudio Montaldo, assessore regionale alla sanità. Benissimo: ma perché non dire nulla agli affittuari? «Cerchiamo di capire, chiederemo alla Asl» ribatte l´assessore. Ma non nega che Arte, ora che è proprietaria, di quelle terre può fare ciò che vuole. E che quegli edifici cadenti che sorgono qua e là possono essere anche venduti, rasi al suolo e ricostruiti: vista mare, un luogo stupendo, in mezzo al basilico. Per quelle foglie profumate, a Prà in tanti ora stanno in ansia.