CENTRI DIURNI EX ANNI VERDI. INTERVIENE IL PREFETTO SERRA.
Evidentemente non è bastata l'inchiesta sulla Sanità laziale di Report, la trasmissione di Milena Gabanelli che va in onda su Raitre la domenica sera. Non è bastato lo scandalo del Recup, megappalto della Regione Lazio sul servizio di prenotazione delle prestazioni sanitarie sul quale sono emerse gravi irregolarità ed è in corso un inchiesta della magistratura con diversi indagati.
Non sono bastate le irregolarità sui subappalti del Policlinico e dell'ospedale Sant'Andrea, sulle convenzioni prorogate senza gara.
Non è bastato la scandalo dei centri di riabilitazione per disabili, per mesi e mesi allo sbando, dopo la crisi finanziaria all'associazione Anni Verdi e le controversie giudiziarie che ne sono derivate.
Non è bastato la megatruffa ai danni dell'erario fatta emergere dalle confessioni di "lady Asl" che ha svelato l'enorme degrado della politica e la conseguente abbuffata ai danni dei cittadini.
Al momento, la giunta Marrazzo con il suo assessore competente Augusto Battaglia non hanno saputo o voluto imprimere una svolta sulla gestione delle sei sedi che forniscono assistenza e cura a centinaia di disabili psichici e fisici dando sollievo a circa cinquecento famiglie.
La soluzione di affidare al Consorzio di cooperative, denominato Ri.rei, la gestione dei centri precedentemente affidati all'associazione Anni Verdi non è servita a sanalre le gravi lesioni dei diritti degli utenti e degli operatori.
I lavoratori non vengono pagati regolarmente, non arrivano i fondi dalla Regione Lazio alle ASL e di conseguenza le Asl non pagano il Consorzio, il Consorzio non paga gli operatori.
Esasperati, qualche giorno fa, una trentina di operatori del Centro diurno sperimentale di via Sbricoli , 8 si sono assentati per motivi di salute. Il servizio è stato per forza di cose chiuso per tre giorni. Le famiglie dei disabili hanno protestato con una denuncia. C'è stato l'intervento del Prefetto Serra Da quel momento l'Assessore Battaglia si è adoperato per far arrivare i fondi alle ASL e "mettere una toppa temporanea" al calvario di queste centinaia di utenti ed di operatori.
Mi chiedo: è mai possibile che si debba arrivare a queste forme di protesta e di disservizi perchè un ente pubblico come la Regione Lazio, e in particolare l'Assessorato alla Salute, assolva al suo dovere per assicurare la funzionalità di un servizio pubblico garantendo i diritti degli assistiti e di chi vi lavora?
Di fronte a questa vergogna istituzionale che provoca da anni un disagio grave e persistente, ai danni di moltissimi cittadini svantaggiati e di operatori socio-sanitari esternalizzati, non esistono più alibi per gli amministratori e assessori della Regione Lazio. E neanche per i grandi sindacati concertativi che per anni non hanno saputo o voluto dare uno stop a questa indecenza.
L'unica novità che sembra profilarsi rispetto al passato, per merito di assessori inadempienti e sindacalisti concertativi, è la tendenza a mettere le cinquecento famiglie contro gli operatori che rivendicano i diritti costituzionali alla retribuzione.
Mi auguro che i Ministri Ferrero, Damiano e Turco, le più importanti associazioni nazionali dei disabili e dei consumatori, possano insieme adoperarsi con urgenza per far riemergere la legalità e il diritto in questa vicenda e, qualora ritenuto necessario e giusto, possano mandare a casa qualche funzionario pubblico e qualche assessore della Regione Lazio.
Domenico Ciardulli
P.S. PRECEDENTI E APPROFONDIMENTI SULL'ARGOMENTO SI POSSONO LEGGERE SU www.ciardullidomenico.it
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