[Lecce-sf] prese per...

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Szerző: Rosario Gallipoli
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Ci prendono continuamente per i fondelli. Non accorgersene o fare finta di non accorgersi, significa essere d'accordo o, quanto meno, essere complici tacitamente. Rosario.



2007-03-27 12:53

OLMERT E ABU MAZEN SI INCONTRERANNO PERIODICAMENTE

GERUSALEMME - Il segretario di stato americano Condoleezza Rice ha
annunciato oggi a Gerusalemme che il premier israeliano Ehud Olmert e il
presidente palestinese Abu Mazen si incontreranno ogni due settimane per
discutere temi politici e legati alla sicurezza.
Nei colloqui tra israeliani e palestinesi che ormai avranno cadenza
bisettimanale, non siamo ancora al livello di negoziato sullo status finale
per quanto riguarda i rapporti tra lo Stato ebraico e il futuro stato
palestinese. Lo ha detto il segretario di stato americano Condoleezza Rice
parlando in una conferenza stampa a Gerusalemme. "Le parti cominceranno a
discutere lo sviluppo di un orizzonte politico compatibile con la creazione
di uno stato palestinese in conformità con la Road map", ha detto Rice
aggiungendo che "non siamo ai negoziati sullo status finale. Si tratta di
impostare le discussioni iniziali per creare fiducia tra le parti".

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(http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_2134987397.html)


IRAQ: 3 MILIONI E 500 MILA EURO DAL GOVERNO ITALIANO A UN'IMPRESA DI
MERCENARI

Siamo tutti d¹accordo nell¹affermare che la guerra sia un business, e non
soltanto per quanto concerne il ³dopo² guerra
(ricostruzione,cooperazione,ecc...) ma anche per quanto riguarda il
³durante².
Vediamo all¹opera, in zone di conflitto, aziende che si occupano di catering
(ad esempio quelle che si occupano delle fornituri alle mense militari in
Iraq) e, soprattutto, aziende che si occupano di sicurezza privata, ossia
vere e proprie ³compagnie di ventura².
E¹ il caso della Aegis Defense Services, l¹agenzia privata scelta dal
governo Prodi per proteggere i civili italiani rimasti in Iraq con un
appalto da 3 milioni e mezzo di euro.
Per far capire di che tipo di ³azienda² si tratta basta dire che è stato
rifiutato il suo ingresso nell¹IPOA, International Peace Operations
Association, un vero e proprio cartello che raccoglie le imprese che
appaltano mercenari giustificandone gli obbiettivi affermando la necessità
di ristabilire ³sicurezza e pace² nelle zone di conflitto.
Tant¹è che l¹IPOA si definisce "associazione non governativa di commercio e
lobbing impegnata per l¹'Industria della pace e della stabilità'".
La storia della Aegis comincia nel Sudafrica dell¹apharteid, sono gli anni
80 e i sudafricani erano i pionieri delle compagnie di ventura presentate
come ³affare privato legale².
Come raccontano i giornalisti Andy Clarno e Salim Vallysi, membri della
Coalizione Contro la Guerra, su Rebellion: ³si creó l¹Executive Outcomes,
che nel decennio successivo diresse le operazioni di controinsurrezione
attraverso l¹Africa in cambio di concessioni minerarie e petrolifere², ³Alla
fine degli anni '90 EO si trasformò in Sandline International, che più tardi
chiuse e riapparve come Aegis Defense².
Ed è sempre l¹Aegis che ha sottoscritto un contratto da 300 milioni di
dollari con il governo statunitense, per coordinare tutti i servizi di
sicurezza relativi alla zona verde di Beghdad.
Timothy Spicer, veterano della falklands, è il patron di questa ³azienda²,
il suo passato è più movimentato del suo presente ed è noto per aver
guidato una sanguinaria repressione in Papua Nuova Guinea, per traffico
d¹armi con la Sierra Leone e addirittura per aver trucidato a mitragliate un
giovane in Irlanda del Nord.
Comunque non stupiamoci, la scelta del governo è meritevole: per rimarcare
la sua diversità il governo Prodi l'ha scelta proprio perché essa si
definisce "l¹espressione più etica ed efficace dell¹industria della pace e
della stabilità".
Pace e stabilità che queste ³industrie² ristabiliscono a colpi di mitra
(esattamente come gli eserciti mandati dai governi) ³l¹espressione più
etica² si vede bene in quel filmato apparso su internet che mostra mercenari
inglesi della Aegis Defense Services mentre sparano in modo indiscriminato a
civili iracheni.
Ma l¹Aegis è solo una delle tante ³compagnie di ventura² presenti in Iraq,
oggi si chiamano ³aziende², e i mercenari ³contractors², non fanno più la
guerra ma ³ripristinano la pace e la stabilità².
Cambian le parole, i termini e le definizioni si evolvono, per continuare
nella pratica della guerra, ma sarebbe meglio dire nel business della
guerra.
Alcuni, come Franco Turigliatto, si sono chiesti chi siano i destinatari di
queste imponenti misure di sicurezza: «non si capisce perché ci siano ancora
nostri tecnici nell'Iraq da cui ci siamo ritirati, mentre per attività
civili di ricostruzione basterebbe sostenere il qualificato personale
iracheno esistente. A meno che non salti fuori un interesse dell'Eni nella
spartizione del bottino di guerra petrolifero»
Il 9 marzo scorso la ong Un Ponte per... ha lanciato una ³Campagna nazionale
contro la partecipazione dell'Eni alla rapina del petrolio iracheno²:
«Dietro le porte blindate della Green Zone - avverte l¹organizzazione
pacifista - si va consumando un¹altra tragedia: il parlamento iracheno sta
per approvare la nuova legge che regolamenterà il settore energetico e
aprirà le porte ai cosiddetti ³investimenti² delle grandi multinazionali del
petrolio, tra cui l¹italiana Eni». In pratica saranno introdotti i
cosiddetti PSA (Production Sharing Agreements), «i quali consentiranno alle
multinazionali enormi profitti a scapito dell¹erario iracheno».
Tenendo in considerazione che il 32% delle azioni dell¹ ENI sono di propietà
del Ministero dell¹Economia e delle Finanze, l¹ONG pretende «che la maggiore
compagnia energetica italiana non firmi accordi ³immorali² approfittando
dell¹avventura militare costata la vita a centinaia di migliaia di civili
innocenti». La petizione ricorda come gli accordi tra ENI e governo iracheno
erano stati siglati nel O97 dallo stesso Saddam Hussein in particolare per
lo sfruttamento del giacimento di Nassiriya: proprio il luogo dove era
dislocata la missione militare italiana.
E¹ stato Paolo Scaroni, amministratore delegato dell¹ ENI a confermare gli
interessi della sua compagnia nell¹Iraq pacificato. Se dovessero entrare in
vigore le nuove norme l¹Eni potrebbe lucrare fino a 6 miliardi di euro in
più rispetto alle forme contrattuali utilizzate dall¹Iraq prima della
guerra.

Scritto da Dodo 20:42 - Permalink

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(http://barricata.leonardo.it/blog)




----- Original Message -----
From: nadiadarco
To: BSF
Sent: Thursday, April 19, 2007 7:15 PM
Subject: nassiria l'italia chiama i contractors

da rainews24 l'ultima inchiesta
http://www.rainews24.it/ran24/rainews24_2007/inchieste/19042007_affari_guerra/default.asp
Roma | 19 Aprile 2007
"AFFARI DI GUERRA"
di Flaviano Masella, Mario Sanna, Angelo Saso, Maurizio Torrealta

Soldati

Un'auto piena di uomini armati viaggia veloce su una strada irachena. Quando un'altra macchina si avvicina e cerca di superarla, dal finestrino della prima compare un mitra che spara raffiche di proiettili finché la seconda macchina non si blocca. L'operazione si ripete più volte, ai bordi nella strada si moltiplicano le autovetture ferme e le persone ferite. Sono i "contractors" della compagnia inglese "Aegis" che si difendono in questo modo dal rischio di possibili attacchi. Il video trasmesso dall'emittente inglese Channel 4 viene commentato proprio da un ex militare dell'Aegis.

La "task force Iraq" del ministero degli Esteri Italiano è in procinto di impiegare proprio l'Aegis per la difesa dei tecnici e dei cooperanti italiani rimasti a Nassiriya . Un contratto che dovrebbe aggirarsi sui 3 milioni e mezzo di euro.

"Ma perché il governo italiano ha scelto questa società?" si domanda la madre di un ragazzo di 19 anni ucciso a Belfast nel 1992 da due soldati inglesi sotto il comando di Tim Spicer, ora al vertice dell'Aegis. "Se questo è quello che Tim Spicer ha fatto qui a Belfast, negli anni '90, cosa potrà fare in Iraq, dove non c'è assolutamente uno stato di diritto, dove i tribunali non funzionano, dove le forze di polizia non esistono, e dove lui è il comandante di individui armati?

L'inchiesta ricorda anche le accuse fatte all'Aegis di aver violato l'embargo delle Nazioni unite nel 1998 quando inviò 35 tonnellate di armi Bulgare nella Sierra Leone dove è intervenuto a capo di un gruppo di mercenari in cambio di concessioni nelle miniere di diamanti.

Altre accuse sono state rivolte a Tim Spicer, direttore esecutivo della Aegis, per un nuovo scandalo, quando cercò di intervenire a capo di un gruppo di mercenari contro i ribelli delle isole di Bouganville.

Una società nel "business della guerra" contro la quale sono intervenuti negli Stati Uniti personaggi politici della statura di Hillary Clinton, Barak Obama e Ted Kennedy.

Perché il ministero degli Esteri italiano non ha scelto altri "contractors" che già operavano al sud e ha deciso di usare l'Aegis? Al ministero degli Esteri rifiutano di commentare perché prima dovranno rispondere alle diverse interrogazioni parlamentari su questo argomento.



__._,_.___ Come si legge in questa nota del Ministero della Difesa l'Italia non è andata tanto via dell'Iraq. Solo ha sostiutito i carabinieri con i mercenari veri e propri, quelli della società inglese Aegis Defense Services. E proprio nella regione di Nassirya, dove ci sono i pozzi Eni.
Il sito della Aegis Defense Services è http://www.aegisworld.com
Alla pagina http://www.aegisworld.com/case_studies.html trovate, invece, alcuni esempi delle loro attività in iraq. Solo che l'attività di mercenari (contractors, fa più moderno!) è rilegata alle ultime due righe. Sembrerebbe marginale, dunque.
Ora provate a digitare su google o altro "Aegis Defense Services diritti umani". Dopo la lettura dei risultati (in particolare mi sono soffermato su quelli relativi all'Irlanda del Nord) sarete più informati sul significato della nota del Ministero della difesa.
Infine, su l'unità on line trovate le dichiarazioni della sinistra pacfista e radicale che siede in parlamento. Si va dall'inbarazzante "Meglio i mercenari che i carabinieri" di uno del Pdci all'insulso "faremo una interpellanza al governo" di una del Prc (come se non ci stessero loro al governo. Forse si devono fare delle domande, comunque!).
In ogni caso, il tutto si ritrova all'interno del decreto votato in parlamento per il rifinanziamneto delle guerre dell'Italia all'estero.
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La nota del Ministero della Difesa:
"Al fine di garantire l'incolumità dei civili presenti a Nassiriya, il Ministero della Difesa italiano ha stanziato 3.490.000 euro per stipulare un contratto con l'agenzia di sicurezza Aegis".