scusate.. ho dimenticato la seconda parte
ciao...
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PER UN PERCORSO DI AUTOFORMAZIONE
La necessità di aprire un percorso di autodeterminazione del proprio 
percorso formativo è da alcuni mesi uno dei nodi attorno a cui si è 
sviluppato il dibattito interno al collettivo s.p.a di Scienze politiche.
Il discorso attorno alluniversità italiana sarebbe sterile se non si 
individuassero le specificità e le finalità dei dispositivi sia 
organizzativi che metodologici che governano le relazioni che le studentesse 
e gli studenti sono indotti ad attivare con il corpus didattico che gli 
viene somministrato.
La questione del metodo è inscindibile dal contenuti degli insegnamenti. 
Occorre ribadire la carica tutta politica dei dispositivi pedagogici 
universitari.
La gestione dallalto dei piani di studi, una didattica basata 
essenzialmente sulla lezione frontale del docente e sulla ricezione passiva 
dello studente; la somministrazione di pacchetti di nozioni frammentate e 
deproblematizzate, lesame finale come potere di certificazione 
dellaccettazione acritica  del contenuto delle lezioni, sono parte centrale 
di quel processo di esproprio e mezzificazione della conoscenza e delle 
abilità cognitive degli studenti che fanno delluniversità una istituzione 
orientata alla riproduzione e alla legittimazione dei processi di dominio ed 
alienazione che governano la società.
La critica politica di tale stato di cose deve vedere nella messa in 
discussione della didattica uno dei suoi tratti caratterizzanti. Da qui la 
scelta di aprire un percorso di seminari autogestiti la cui forma e 
contenuti siano direttamente conflittuali con la didattica vigente.
A partire dallanalisi dei diversi significati della transizione dal 
fordismo al postfordismo, apriamo un ciclo di assemblee aperte che vedranno 
anche la partecipazione di docenti ma che devono avere nella discussione 
collettiva e nella dinamica assembleare la loro forma politica.
I nodi che proponiamo allanalisi e al dibattito, per un progetto aperto e 
di lungo termine, sono molteplici. Partono  dalla ristrutturazione 
postfordista della produzione e delle modalità organizzative del mondo del 
lavoro, dallevoluzione del concetto di cittadinanza industriale e dalla 
reintroduzione di una produzione di posizioni giuridiche differenziate, per 
interrogarsi  sui processi di gerarchizzazione e disciplinamento dei 
soggetti sociali, sul nodo delle relazioni tra ristrutturazione  
postfordista e ri-modulazione(crisi?) dei dispositivi giuridici e cognitivi 
di appartenenza alle comunità nazionali.
Crediamo sia decisivo dare particolare attenzione alla genealogia di tali 
teorizzazioni, sia in relazione alla letteratura  da cui si generano, sia 
alle premesse e alle conseguenze
politiche che incorporano in una chiave perlomeno duplice. Ossia da una 
parte comprendere le "scuole" di pensiero da cui queste provengono 
(genealogia che potremmo dire "scientifica"), dall'altra da quali movimenti 
politici sono generate e a quale tipo di rivendicazioni e programmi di lotta 
la loro costruzione conduce.
Tali assemblee-seminario saranno realmente autogestite e autoformative solo 
se riusciranno a rompere la relazione gerarchica docente/studente e a 
considerare ogni teoria e narrazione proposta non come la chiave 
risolutiva di un problema, ma come una ipotesi da decostruire, indagare, 
falsificare e mettere alla prova.
Crediamo sia interessante avere un confronto che sappia indicare dei 
percorsi e che piuttosto che partire da una spiegazione del docente, parta 
dalla sua "interrogazione" rispetto alle problematiche aperte dall'assemblea 
nell'analizzare i testi.
Siamo consapevoli che si tratta dellinizio di un percorso difficile e tutto 
da sperimentare, ma forse proprio in ciò consiste la sfida, nellassenza di 
risposte falsamente definitive.
Un pensiero realmente critico è quello che riesce a mettere in crisi, e 
abbiamo scelto di cominciare a mettere in crisi anzitutto noi stessi.
                                                            Collettivo 
S.P.A.
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