[Lecce-sf] li Moratti sua...

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Autore: Silverio Tomeo
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To: social forum
Oggetto: [Lecce-sf] li Moratti sua...
Milano, Chinatown in rivolta La Moratti: va smembrata
Violenti scontri tra immigrati e agenti


Almeno 14 agenti della polizia municipale feriti: è questo il primo bilancio
della rivolta dei commercianti cinesi contro la polizia nella «Chinatown»
milanese nella zona di Paolo Sarpi, scoppiata giovedì intorno alle 13. Più un
certo numero di cinesi rimasti contusi o feriti durante gli scontri. I casi più
seri, e che comunque non dovrebbero essere gravi, riguardano 5 giovani cinesi
che sono stati portati dal 118 agli ospedali Fatebenefratelli e al
Niguarda. Altre 6 persone risultano contuse: si tratta di 4 agenti della polizia
di Stato e di due vigili, uno dei quali ha riportato una frattura alla mano
destra.

La protesta pare sia partita da una multa inflitta a una commerciante dai
vigili. Ma sull'esatta dinamica circolano due versioni, una che fa riferimento
al mancato rispetto dell'orario di carico e scarico della merce da parte della
commerciante e un'altra, raccontata da alcuni giovani che si trovavano sul
posto, secondo la quale i vigili avrebbero voluto ritirare la patente a una
donna cinese in auto con il figlioletto di due anni, che si sarebbe inalberata.
A darle man forte sono arrivati subito numerosi connazionali (si parla di almeno
una cinquantina di persone) che avrebbero tentato di aggredire un vigile. Il
reparto mobile giunto sul posto ha quindi caricato la cinquantina di residenti
cinesi che lanciavano bottiglie contro le forze dell'ordine. Un testimone
riferisce di aver visto un poliziotto in borghese estrarre la pistola e colpire
con il calcio una donna alla testa. Ma la polizia smentisce.
Sull'episodio, il primo di rivolta nella comunità cinese in Italia, oltre
all'ambasciatore, è intervenuto anche il sindaco di Milano Letizia Moratti, che
fresca della sua iniziativa sulla sicurezza delle città, prende decisamente le
parti dei suoi agenti. «Non possiamo tollerare di avere una zona franca, in cui
vigono regole diverse - spiega -. Purtroppo in Paolo Sarpi c'erano delle
attitudini a evadere le regole che valgono nel resto della città, in particolare
riguardo al carico e scarico delle merci. Ma il codice della strada è unico e
vale per tutti». Il sindaco di Milano, Letizia Moratti, ha convocato in serata
una conferenza stampa apposita a Palazzo Marino per commentare la rivolta
scoppiata nella Chinatown milanese. La Moratti è anche andata a trovare i 14
agenti ricoverati nel reparto radiologia del Fatebenefratelli.«Questo episodio è
nato per una multa contestata - ha riferito il sindaco -. Una multa contestata
legittimamente ha provocato 14 agenti feriti. Uno di loro è ancora sotto shock,
mi ha raccontato di essere stato preso a calci e pugni da oltre un centinaio di
persone. Agli agenti ho portato la solidarietà mia e del Comune in ospedale».
«Questo episodio non è casuale» ha commentato poco dopo gli scontri Limin Zhang,
il console generale della Repubblica Popolare Cinese a Milano. «Sono due mesi
che qui siamo sottoposti a una forte pressione - ha detto ai giornalisti -.
Voglio sapere chi ha sbagliato, sono qui per capire, e per proteggere gli
interessi legali dei commercianti cinesi che pagano le tasse e sono in regola».

Il console ha sottolineato che le continue multe ai commercianti cinesi che
trasportano le merci con carrelli e carrellini, i numerosi divieti di sosta
fatti dalla polizia municipale, i posti di controllo lunga via Paolo Sarpi,
l'arteria principale del quartiere, avrebbero esasperato gli animi. Il console
ha poi spiegato di rimanere in attesa della dinamica dei fatti accaduti
augurandosi che venga rilasciata la donna, madre di un bambino di due anni, che
è stata portata in caserma dopo aver reagito a un controllo della polizia
municipale.

Secondo fonti di polizia la donna sarebbe stata multata da due vigilesse ma si
sarebbe ripresentata con la figlia piccola e i nonni ingiuriando gli agenti. Dal
capannello di connazionali sarebbe quindi cresciuta la tensione con le forze di
polizia. Ma come si spiega la reazione successiva: i cartelli "no alla
repressione", "no al razzismo", le bandiere della Repubblica popolare come segno
di orgoglio nazionale? Il console ha chiesto alla polizia di fare in modo che la
donna possa tornare al più presto in via Nicolini, «il modo migliore per calmare
gli animi». Il primo cittadino Letizia Moratti dice che ad accertare i fatti
sarà comunque la magistratura. Ma ne è già nato uno scontro politico. Il
deputato romano di An Gianni Alemanno dice che le dichiarazioni della sinistra
sulla vicenda non sono altro che «apologia di reato». Si riferisce alle
perplessità suscitate da un espisodio di ribellione così eclatante che ha visto
protagonista, per la prima volta in Italia, una comunità coesa ma di solito
assolutamente poco visibile come quella cinese, una rivolta che sembra mettere
sotto accusa la scarsa politica di integrazione della Moratti, la quale invece
ha dato impulso a attività repressive e di chiusura verso gli immigrati.