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Il compenso da me ricevuto come presidente di ALERR mi ha garantito
2000 (duemila) euro netti al mese: questa è la somma “stratosferica” da
me intascata. Metto a disposizione di chiunque lo voglia le mie buste
paga di CO.CO.PRO. e, soprattutto, le mie dichiarazioni dei redditi.

Stratosferica purtroppo appare l’arroganza e l’ignoranza che domina i
rapporti politici e sociali di questa comunità lucchese.

Pretendere
che un amministratore pubblico, un dirigente politico, un sindaco, un
giornalista, abbia letto, ad esempio, il Protocollo di Kyoto, conosca
la Direttiva Europea sullo scambio dei diritti di emissione e quindi si
documenti sul ruolo della cooperazione internazionale nel settore dell’
energia e dell’ambiente, probabilmente è chiedere l’impossibile.

ALERR
fa parte del network europeo delle agenzie energetiche ed è parte
attiva del programma europeo LIFE PAESI TERZI: un programma che
finanzia azioni di cooperazione con i paesi in via di sviluppo. In
questa veste ALERR è partner dei progetti europei LOCAL AND INNOVATIVE
BIODIESEL; MARRAKEMAS; ECHO ACTION e dei progetti di cooperazione
decentrata toscana INTESA e ENERGIE DAL SOLE…MA NON DA SOLI. Progetti
che hanno permesso anche ad enti locali come la Provincia di Lucca ed
il Comune di Capannori di beneficiare di finanziamenti europei e
regionali. Progetti la cui attuazione ha permesso di portare l’energia
elettrica alle tendopoli saharawi e l’acqua potabile a villaggi dell’
Atlante. Progetti che hanno permesso di sviluppare la ricerca sulle
fonti rinnovabili con partner come l’ENEA ed applicare le procedure di
certificazione EMAS ad amministrazioni del maghreb. Una attività
complessa che apre la strada al Clean Development Mechanism previsto
dal Protocollo di Kyoto, per cui i paesi industrializzati possono
ottenere crediti di emissione investendo nei paesi in via di sviluppo
in progetti in grado di abbattere le emissioni di gas serra.

In
provincia di Lucca esiste un “distretto cartario” che, da solo, è
responsabile di 800 mila tonnellate annue di emissioni in atmosfera e
molte imprese stanno andando incontro a pesanti sanzioni previste dal
Protocollo di Kyoto: investire in energie rinnovabili nei paesi come il
Marocco o la Tunisia può essere un modo corretto e utile per evitare
tali sanzioni e contribuire a prevenire gli effetti disastrosi dei
mutamenti climatici in atto.

Che questo non interessi ai politici
locali può sembrare scontato ma che si arroghino il diritto di
attaccare e sbeffeggiare chi da anni è impegnato seriamente su questo
fronte di lavoro è veramente troppo.

Claudio Orsi