[Paesibaschiliberi] [ASKAPENAinfo:] Askapena, passo a passo,…

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Autore: Askapena-Info
Data:  
To: eh-info-it
Oggetto: [Paesibaschiliberi] [ASKAPENAinfo:] Askapena, passo a passo, 173, L'IRRESPONSABILE CECITÀ DEL POTERE
Independentzia eta Sozialismorantz
EUSKAL HERRIA PASSO A PASSO
Servicio informativo de ASKAPENA Nº 173

*L'IRRESPONSABILE CECITÀ DEL POTERE. *

Il tentativo di risolvere in forma dialogata il conflitto basco, è stato
ipotecato dalle sue origini con la Legge di Partiti. Misura legale di
taglio dittatoriale che concordarono tanto il PSOE come il PP, allora al
potere. La sua riconoscente impotenza per finirla con ETA li portò a
caricare l'impulso repressivo contro le organizzazioni politiche della
sinistra basca. La Spagna tornava a rieditare in Euskal Herria la notte
lunga del franchismo: determinate persone non affini al regime erano
private per legge dei loro diritti politici più elementari. La sinistra
basca potrebbe incorporarsi solo allo scenario politico previa
proclamazione espressa dei metodi non violenti nel confronto fra partiti.

*Una democrazia viziata alla radice *

L'applicazione di questa Legge è stata un segnale di permanenti
oltraggi: la sinistra basca rimase illegalizzata e impedita nel
partecipare ai differenti processi elettorali; si vive una permanente
situazione di apartheid; le istituzioni stanno funzionando con un grave
deficit democratico poiché non sono l'espressione della volontà
popolare; sono rimaste viziate di complicità e collaborazionismo il
resto di forze politiche che contano su una sovra-rappresentazione
istituzionale perché si sono appropriate dei posti che corrispondevano
alla formazione illegalizzata; la giustizia si è politicizzata poiché si
dedica a perseguire e reprimere qualunque iniziativa pubblica promossa
dalla formazione illegalizzata.

*Una fonte di tensioni e contraddizioni *

Al momento di incominciare un dialogo in vista di cercare una soluzione
negoziata, il Governo della nazione si vede esposto a mantenere dialoghi
permanenti con Batasuna, forza politica che ufficialmente non esiste. Il
Governo non vuole abrogare la Legge dei Partiti e, in determinate
occasioni, esige alla magistratura che l'applichi con permissivismo; la
magistratura, contraria nella sua maggioranza al processo, utilizza
quella Legge per ostacolare qualunque flessibilizzazione del governo e
trasporta in questo la responsabilità di cambiare la Legge. Il
Presidente del Governo Basco considera che deve dialogare con tutte le
forze politiche e quell'esercizio di responsabilità lo trasforma in
potenziale delinquente per riunirsi con gli illegalizzati; il Governo
Basco reitera che va contro la Legge dei Partiti ma l'esegue ogni volta
che l'Udienza Nazionale proibisce un atto dell'illegalizzata Batasuna;
il Governo di Zapatero reitera che vuole sondare strade di risoluzione
simili a quelle dell'Irlanda e, contemporaneamente, assicura che
manterrà fuori della Legge il "Sinn Fein" basco.

*L'atteggiamento semplificatore della sinistra basca *

Da quando entrò in vigore la Legge dei Partiti, la sinistra basca ha
denunciato in mille forme l'oltraggio che suppone l'applicazione di
detta Legge. E, da quando incominciò il tentativo di dialogo, Batasuna
sta reclamando uguaglianza di opportunità; non le può essere esatto che
priorizzi l'attività politica quando questa le è proibita. A dispetto di
ciò, e precisamente per favorire la creazione di una cornice
democratica, è stata la sinistra basca quella che più sforzo sta facendo
con successive proposte. L'anno 2004 presenta come il suo metodo per la
risoluzione con la formula dei due tavoli negoziatori che ora è
considerato da tutti il più corretto. All'inizio di questo anno compie
un altro passo che facilita punti di incontro: l'accettazione di un
modello autonomistico per Euskal Herria purché lasci aperta la porta ad
una configurazione nazionale se così decidono gli stessi baschi. Tutte
questi proposte hanno ricevuto sempre da parte dello Stato e dei suoi
molti collaboratori locali, la stessa risposta: tutto questo non basta,
è necessario che la sinistra dia per finita la marca di Batasuna e si
registri come forza politica nuova che faccia una scommessa esplicita
per le vie democratiche.
La sinistra ha accettato questa condizione: il giorno 27 di marzo
compare allo sportello del Ministero dell'Interno e registra una nuova
marca politica muovendosi dentro gli stretti margini che le concede la
Legge di Partiti; la nuova formazione che cerca di registrare è
Abertzalen Socialista Batasuna (Unità di baschi socialisti). Non si fa
una condanna esplicita della violenza che neanche esige la Legge. Ma,
nell'ideologia della nuova formazione, si fa, tale e come contempla la
Legge, una scommessa esplicita per le vie di attuazione politiche e
democratiche.

*La reazione dittatoriale dello Stato spagnolo*

Ci riferiamo al vergognoso "tripartito" che si è costituito in realtà:
la destra spagnola del PP, la destra basca del PNV e l'ostinato governo
del PSOE. I tre, in coro, si sono dedicati, dal primo momento, a
squalificare l'iniziativa molto difficile ed innovativa della sinistra
basca. Utilizzano tutti i loro mezzi per fare una guerra di immagine
socializzando gli argomenti denigratori: È una continuazione di Batasuna
perché appaiono persone conosciute in quel mondo (chi sviluppa l'azione
di una formazione politica, se non i suoi stessi dirigenti?); utilizzano
lo stesso nome, non riparano che batasuna significa fronte o unità,; non
condannano esplicitamente la violenza, la Legge non l'esige,; questa
filosofia sarebbe valsa alcuni mesi fa ma dopo l'attentato di
Barajas...(non si sta giudicando l'iniziativa in base al testo della
legge bensì in base al contesto politico che li favorisce); si tratta di
un richiamo elettorale, (la scommessa è molto più delicata e più seria;
non è una scommessa electoralista, si tenta di dotare la sinistra di una
marca riconosciuta che le conferisca condizione di soggetto politico).
In conseguenza, non può ammettersi la nuova formazione e bisogna
perseguirla come illegale. Non interessa loro superare la violenza bensì
forzare la sinistra affinché la condanni; non si tenta di costruire il
futuro in forma dialogata bensì di degradare mediante l'umiliazione la
sinistra basca.
I fatti repressivi accompagnano questi progetti: Il governo reagisce in
forma fulminante e, in tre ore, respinge la nuova organizzazione
passando le carte alla Procura dello Stato affinché la metta fuorilegge;
il giorno 27 inizia lo Stato spagnolo un operativo contro ETA fermando
undici presunti membri dell'organizzazione; il giorno dopo è lo Stato
francese che ferma due persone intorno ai 50 anni e che si identificano
come membri della Squadra negoziatrice di ETA. Proibisce l'atto che
aveva programmato la sinistra per il giorno 31 di marzo se in esso si
fanno riferimenti alla nuova organizzazione politica.

*Valutazione della sinistra basca *

Il PP segue, in questo caso, la stessa linea di attuazione di sempre. Il
PSOE, ed il suo scudiero il PNV, applicano la loro strategia abituale e
consensuale tra essi: non fare nessuna proposta, squalificare quelle che
sta facendo la sinistra, esigere e solo da essa che compia nuovi passi
perché quelli che sta dando non sono sufficienti, utilizzare la
situazione favorevole dell'illegalizzazione-repressione per continuare a
spingere la sinistra all'abisso forzandola ad un'alternativa: o
arrendersi o sparire ("se non claudica, si dissolverà come uno
spumone"), ridurre la dolorosa accettazione della Legge dei Partiti ad
una mera scaramuccia elettorale. Non misurano la delusione generalizzata
che genererebbe una nuova illegalizzazione e come può canalizzarsi
quella frustrazione; la negazione alla nuova formazione colpirebbe in
pieno il processo; se alla sinistra si continua a negare la condizione
di soggetto politico e la sua possibilità di esercitare i suoi diritti
potrebbe darsi una retrocessione alla situazione anteriore che la
sinistra sta tentando a tutti i costi superare.


Euskal Herria, April di 2007.

Molto informazione in:
www.askapena.org
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