[Cm-milano] jaques donzelot - pensierino pasquale

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AC Nelle tue ricerche tenti di individuare un'alternativa che dia
spazio ad un protagonismo delle popolazioni. Non è casuale che il
dibattito francese sia dominato dal fantasma del legame sociale: la
politique de la ville ha lungamente fatto riferimento – in modo
volontaria e normativo – alla necessaria ricerca di un legame sociale
che sembra ormai farsi sempre più raro e sempre meno spontaneo. Di
fronte al fallimento clamoroso di quanto fatto fino ad ora, tu parli
della possibilità concreta di rifare la città, di ricostruire legame
urbano…

JD Si, il mio ultimo volume – Quand la ville se défait – è proprio
dedicato a questa possibilità. Rifare la città e re-imparare a fare
società significa prima di tutto riequilibrare il rapporto fra luoghi
e flussi, limitando il tempo di permanenza in questi ultimi, per
esempio. Più in generale, attraverso una combinazione di interventi a
sostegno della mobilità delle persone e dell'elevazione di quella che
io chiamo la capacità di potere del soggetto sul luogo in cui vive,
possiamo forse ritrovare lo spirito della città, vale a dire ciò che
fa la sua forza originale : la facoltà di slegarsi e legarsi
liberamente in uno spazio che offra a ciascuno una dimensione intima e
privata che sia però aperta all'esterno ed al movimento, alla
possibilità di farsi vedere ed ascoltare. In breve, il contrario
dell'essere assegnati a residenza, trasferiti, trattati, manipolati.
Per quanto riguarda la realtà dei quartieri di relegazione, è evidente
come la tentazione del trattamento fisico – anche attraverso grandi
programmi di demolizione – sia molto forte per la classe politica. E'
la strada più spettacolare, la più mediatica, che se non condotta con
la partecipazione degli abitanti si traduce in rivolte come negli Usa
negli anni 60 ed in Francia, visto che grazie a ricerche recenti
sappiamo che i disordini del novembre 2005 hanno avuto luogo
specialmente nelle banlieues coinvolte in programmi di demolizione.
Sono rivolte che muovono dal sentimento di persone che si sentono
ridotte a cose, che si possono spostare senza che abbiano alcun
diritto di parola ed espressione. Viceversa, le operazione di
riqualificazione hanno senso solo se sono l'occasione del processo
inverso : quello di un'elevazione della capacità di potere delle
popolazioni nei loro quartieri, nelle loro città e soprattutto nelle
loro vite.


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