Autor: ANDREA AGOSTINI Data: Dla: forumgenova Temat: [NuovoLab] posti barca niente occupazione lo dice il prof di
ingegneria navale
da repubblica di martedi 10 aprile 2007
Come mestiere, costruisce scafi. E i suoi studenti trovano lavoro nelle officine. In teoria dovrebbe essere il tifoso numero uno. Ma...
Posti barca, zero occupazione
La denuncia del prof di Ingegneria navale: "I porticcioli non rendono"
l´equilibrio "La gestione degli ormeggi ha bisogno solo di un paio di guardiani. Chi sostiene il contrario è in malafede"
i parametri "Il rispetto dell´ambiente è il punto di partenza, i politici hanno il dovere di contrastare ogni fenomeno speculativo"
Il docente rappresenta l´Università nel gruppo di lavoro "Ambiente, trasporti, energia" creato dalla Regione Liguria
MARCO PREVE
«Non si possono barattare la nostra costa, il nostro ambiente e la qualità della vita di noi liguri per colate di cemento finalizzate solo a realizzare seconde case per ricchi turisti del Nord o per gruppi finanziari in cerca di investimenti». Chi parla non è un integralista dell´ecologia. Dario Boote, 53 anni, è un ingegnere, professore di Ingegneria navale e tecnologie marine, rappresentante per l´ateneo genovese nel gruppo di lavoro "Ambiente, trasporti, energia" creato dalla Regione per favorire lo sviluppo industriale ligure, membro del comitato esecutivo del Wegemt l´organismo che raggruppa le facoltà navali di 40 università europee. E´ un signore molto indaffarato che quando non vola in aereo viaggia in autobus e treno. E che ha scelto come mestiere quello di costruire barche. Molti suoi studenti dopo la laurea vanno a lavorare nelle officine Azimuth di Varazze. Proprio nella tana del lupo di uno dei principali costruttori di imbarcazioni.
Quindi lei....?
«Quindi io, più porticcioli si dovessero fare più dovrei essere contento. In teoria».
Mentre in pratica?
«In pratica ragionare in questo modo sarebbe follia. Perchè la bilancia ha due piatti. Da un lato i porti, dall´altro la nostra costa già sovraffollata, congestionata di case e veicoli».
Come si raggiunge l´equilibrio?
«Io credo che ci siano diversi parametri da valutare. Cominciamo dall´occupazione. Io posso pensare di sacrificare al cemento di un porticciolo una parte del mio mare, della mia costa se questo sacrificio porta un beneficio in termini occupazionali. Ma oggi quella dei porti mi sembra una scusa per costruire seconde case o riciclare opere di architettura già scartate da altri. Abitazioni per milanesi, torinesi, ma adesso anche svizzeri. Questa è pura speculazione a vantaggio di pochi e a discapito dei liguri. E non capita solo con i porti ma anche con altre attività, ad esempio i campi da golf, ultimo quello di Albissola».
C´è chi sostiene che ogni porto turistico garantisce tantissimi posti di lavoro.
«La gestione di barche all´ormeggio ha bisogno solo di un paio di guardiani. Chi dice il contrario è in malafede. I posti li creano porti che abbiano un forte attività cantieristica o siano direttamente legati all´industria nautica».
Ad esempio?
«Porto Lotti a La Spezia. Perché garantisce un lavoro di assistenza tecnica e allestimento per le barche nuove che escono dai vicini cantieri. Oppure Varazze, dove esiste un forte coinvolgimento dei cantieri Baglietto della Azimuth con un centro ricerca. O ancora la vecchia darsena di Savona con le officine specializzate. Ma ci sono altri grandi porti privi di queste caratteristiche. Anche perché le barche vengono usate poche settimane all´anno e così non necessitano di molte attività di indotto. Per non parlare poi di quelle situazioni, e mi riferisco a Pietra Ligure con i suoi gloriosi Rodriquez, dove i cantieri vengono cancellati per far spazio a case e gallerie commerciali».
Lei accennava ad altri parametri.
«Si, quello fondamentale per noi liguri. Ossia il rispetto dell´ambiente e della vivibilità. Ma qui entra in campo la politica. Perché solo i nostri amministratori hanno la possibilità, anzi il dovere di contenere questo fenomeno speculativo».
Allora come e dove i porticcioli secondo lei?
«Rispettando i criteri che ho enunciato prima e magari facendo fare uno studio serio - l´Ucina potrebbe essere il soggetto ideale - sulla reale richiesta di posti barca. Ma non bariamo, un gozzo può stare tranquillamente su una spiaggia».