[NuovoLab] Scritte contro Bagnasco a Sampierdarena

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Autor: zapata@dirittinrete.org
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A: Mailing List
Assumpte: [NuovoLab] Scritte contro Bagnasco a Sampierdarena
Tre scritte rivolte contro il vescovo di Genova e presidente
della CEI Bagnasco, compaiono a Sampierdarena.

Sampierdarena è anche il quartiere dove, dagli anni ’90,
vive quotidianamente l’esperienza del centro sociale
Zapata.
Tale circostanza..”urbanistica” (conosciamo i meccanismi
cui difficilmente la stampa si può sottrarre) viene
maliziosamente evidenziata dalle agenzie e dai siti web che
diffondono la notizia.
Una cosa, quindi, va detta chiaramente: il centro sociale
Zapata non minaccia di morte nessuno, il centro sociale
Zapata, se deve esprimersi su qualcosa o su qualcuno, lo fa
firmandosi pubblicamente, senza ipocrisie o reticenze e
senza, infine, fare ricorso a simbolismi “lottarmatisti”
che non condivide, e che sopratutto non appartengono alla
storia ed al DNA del percorso che ha portato
all’esperienza dei centri sociali.

Detto ciò, andiamo oltre.

Che tre scritte, per quanto violente, guadagnino l’onore
delle prime pagine, seconde solo alle notizie provenienti da
scenari davvero drammatici e di morte come quello afghano
è, sinceramente, triste.
Verrebbe ingenuamente da chiederci: quante scritte, ogni
giorno, più o meno minacciose, vengono vergate sui muri di
ogni città su questo o quell’altro politico?
Perché Bagnasco, sia chiaro, è uomo politico.

Ragionevolmente, però, i TG non possono certo esser
rassegna quotidiana delle scritte che compaiono sui muri
delle città.
Ciò che invece davvero fa riflettere è come in questo
paese si sia ripiombati in una dialettica tra laici e
cattolici che ha dell’ottocentesco: in questo senso,
conveniamo, che oggi – e non 5 o 15 anni fa- qualcuno
senta il bisogno di scriver frasi come quelle, è
preoccupante.
Ciò che ci allarma davvero è questo paese viva sotto una
cappa medievale che nega legittimità e cittadinanza agli
affetti, all’autodeterminazione, alle scelte sulla propria
vita e sul proprio corpo in ambiti come quelli della coppia,
della libertà di cura e di procreazione.
Ciò che comprendiamo a fatica è che CEI e Chiesa, mentre
ogni giorno si parla di tagli alla spesa e rigore,
usufruiscano a vario titolo di sgravi e finanziamenti che
pesano per miliardi di euro.
Soprattutto è davvero sbalorditivo che una anonima scritta
gratuita, che non costa nulla, fatta nottetempo da chissà
chi, desti più allarme delle affermazioni fatte
nell’influente autorevolezza del ruolo ricoperto, la
presidenza della CEI, affermazioni che paragonano un blando
D.D.L. sulle unioni di fatto ad un viatico alla pedofilia,
mentre come se nulla fosse l’omosessualità viene tutti i
giorni descritta come “disordine” e chi dovrebbe
occuparsi di questioni pastorali e liturgiche, entra a piedi
uniti nel dibattito politico pensando di imporre la propria
morale (cui legittimamente ciascun cattolico può
ispirarsi) anche a chi credente non è, nella totale
subalternità del mondo politico.

Qualcuno ritiene di dover chieder conto allo Zapata delle
scritte comparse a Sampierdarena.
Su questo, ci siam espressi chiaramente.

A noi verrebbe invece di chieder conto alle gerarchie
episcopali e vaticane delle affermazioni che nel loro
vigoroso attacco quotidiano all’affettività omosessuale
vista come disordine, anomalia o malattia, legittimano e
sostanziano quella cultura di persecuzione e violenza che,
in taluni casi, sfocia in tragici episodi come il suicidio
del giovane di Torino.

Centro Sociale Zapata Genova

www.dirittinrete.org/zapata