Re: [NuovoLab] 255° ora in silenzio per la pace

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著者: Angelo
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To: Mailing list del Forum sociale di Genova, aderentiretecontrog8
題目: Re: [NuovoLab] 255° ora in silenzio per la pace
Non c'era un modo migliore per dire le cose?
 Questo mi pare lo stile di "Libero" e robaccia del genere.
 Posso essere d'accordo sui contenuti, del resto sono convinto che i due afghani siano stati "trattenuti" dal governo fantoccio di Hamid Karzai in pieno accordo con il governo italiano e quello americano come "prezzo da pagare" per la liberazione dei "pericolosi terroristi" soprattutto al fine di scoraggiare eventuali episodi similari, ma così mi pare oltre tutto che non si centri la vera questione che ha suscitato la reazione delle "cancellerie". E cioè che la cosa che ha creato problemi non è che gli italiani hanno "trattato", ma che lo hanno fatto alla luce del sole.
 Non era meglio scrivere rilevando i due aspetti autenticamente costruttivi: ovvero che la trattativa si sta progressivamente spostando sulle piazze, quando si muovono persone di entrambi i "lati" che chiedono dalla strada la liberazione dei sequestrati (dalla situazione di Giuliana in poi) all'importanza della diplomazia popolare messa in atto da Gino Strada e da "Emergency". Si potrebbe anche sottolineare che quello che ha fatto "inalberare" i politicanti sono tre cose:
 - il rischio che le persone incomincino a pensare a che serve spendere risorse per mantenere eserciti e servizi segreti,
- la maggiore validità dello strumento civile e la maggiore incisività della società civile rispetto al sistema militare,
- il fatto che la trattativa sia stata possibile non attraverso chissà quali canali, ma perché essendo stati curati nell'ospedale di Emergency tante persone molte di loro hanno potuto rendersi utili nella trattativa, del resto registrato dal Piero Fassino nel proporre di invitare alla conferenza di pace anche i Taliban?
 E poi un altro problema: Daniele Mastrogiacomo lavora per uno dei quotidiani più schierati dalla parte della guerra travestita da pace. 
 Purtroppo ho letto solo adesso il volantino e mi scuso se presento queste osservazioni tardivamente, ma quel titolo mi sembra che rischi di non essere neppure capito.
 Detto da uno che attende di dire a certa gente "Al-Qaeda siete voi" mi pare altro che tutto un programma.
 Se ci fosse ancora tempo per cambiare qualche cosa, sono ovviamente a disposizione.
 A presto
                                                                                                                                                                                                    Angelo 
  ----- Original Message ----- 
  From: norma 
  To: aderentiretecontrog8 ; forumgenova@??? 
  Sent: Tuesday, April 03, 2007 8:49 PM
  Subject: [NuovoLab] 255° ora in silenzio per la pace



Rete controg8
per la globalizzazione dei diritti

Mercoledì 4 aprile, dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di Genova, 255° ora in silenzio per la pace.
Incollo di seguito il volantino che verrà distribuito.
I veri Talebani sono loro

di Marco Ferri - Megachip/Off, 24-3-07

I veri Talebani non sono quelli che sono usciti dalle matrasse, le scuole coraniche nate in Pakistan e poi diventate, grazie ai dollari americani, la palestra del fondamentalismo islamico, da scagliare contro i sovietici in Afghanistan. I veri Talebani sono a Washington, a Londra, e alcuni di loro sono anche a Roma. Sono fedeli alla religione della guerra, intransigenti nella teoria dello scontro di civiltà, integralisti nello scontro di religione. Per loro è meglio un Baldoni ammazzato, un Calipari assassinato che un Mastrogiacomo vivo.

Eccola la logica perversa, vassalla, guerrafondaia, che si gioca sul terreno della politica, con la p minuscola, sempre e solo con la pelle degli altri. La vicenda di Daniele Mastrogiacomo ha dimostrato che la guerra al terrorismo è un bluff, che l'esportazione della democrazia una balla. I Talebani, quelli dell'Afghanistan, hanno il controllo militare, dunque amministrativo e politico della grande maggioranza del territorio.

Karzai, che prima veniva descritto come il semplice sindaco di Kabul, ora sembra essere il semplice amministratore del condominio della truppe alleate, coinvolte in una guerra senza fondamento, senza prospettive, senza risultati. Con chi bisognava trattare la liberazione di Mastrogiacomo? Quali erano i rapporti di forza sul campo? Esattamente con i veri "padroni" di casa, quelli che hanno permesso la trattativa che ha portato alla liberazione di Mastrogiacomo. Per cui con i Talebani si è trattato, con successo.

Ma il punto è un altro. Se monta la rabbia nelle cancellerie occidentali, che si contrappone alla gioia per la liberazione del giornalista italiano è semplicemente perché questo episodio costringe tutti a guardare in faccia la realtà, uscire dalla menzogna e dalle ambiguità: adesso bisogna avere il coraggio di dire la verità all'opinione pubblica. Vale a dire: cinque anni e mezzo di guerra in Afghanistan, tanto quanto durò la Seconda Guerra Mondiale, sono stati un fallimento. Perché l'obiettivo non era sconfiggere il mullah Omar, ma attaccare poi l'Iraq e tentare di aggredire a breve l'Iran.

La guerra è la continuazione della politica, con altri mezzi, diceva von Clausewitz: e infatti, è proprio la continuazione del piano di Bush di presenza militare in quell'area del mondo, utile anche per mantenere sotto tiro l'Europa.

L'Italia non è isolata perché sta dalla parte della stragrande maggioranza dei cittadini europei, e da qualche mese anche americani che hanno capito il trucco di chi fa le guerre per non finirle e continuarne altre, e accenderne di nuove.

Non lo scordi Prodi, non lo rinneghi D'Alema: Daniele Mastrogiacomo è tornato tra noi, e noi siamo felici di essere con lui. Con lui vivo, siamo tutti più vivi

Le ultime righe dell'appello di Daniele Mastrogiacomo per la liberazione di Rahmatullah Hanefi trattenuto e torturato nelle carceri afgane e di Adjmal Nashkbandy ancora ostaggio dei Talebani:

Rinnovo il mio forte appello al governo e al parlamento afgano, alle ambasciate occidentali presenti a Kabul, alle Nazioni unite, alle organizzazioni non governative, ai colleghi giornalisti afgani e italiani, alle associazioni umanitarie perché facciano del tutto per ottenere il rilascio di Adjmal e di Rahmatullah. Vi ringrazio per l'immensa solidarietà che tutti voi mi avete trasmesso e l'affetto con cui avete accolto il mio rilascio.

Continuiamo la mobilitazione, con lo stesso impegno e con la stessa forza, fino a quando non saranno liberati anche i miei due amici.

Daniele Mastrogiacomo



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