[NuovoLab] 255° ora in silenzio per la pace

Üzenet törlése

Válasz az üzenetre
Szerző: norma
Dátum:  
Címzett: aderentiretecontrog8, forumgenova
Tárgy: [NuovoLab] 255° ora in silenzio per la pace
Rete controg8
per la globalizzazione dei diritti

Mercoledì 4 aprile, dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di Genova, 255° ora in silenzio per la pace.
Incollo di seguito il volantino che verrà distribuito.
I veri Talebani sono loro

di Marco Ferri - Megachip/Off, 24-3-07

I veri Talebani non sono quelli che sono usciti dalle matrasse, le scuole coraniche nate in Pakistan e poi diventate, grazie ai dollari americani, la palestra del fondamentalismo islamico, da scagliare contro i sovietici in Afghanistan. I veri Talebani sono a Washington, a Londra, e alcuni di loro sono anche a Roma. Sono fedeli alla religione della guerra, intransigenti nella teoria dello scontro di civiltà, integralisti nello scontro di religione. Per loro è meglio un Baldoni ammazzato, un Calipari assassinato che un Mastrogiacomo vivo.

Eccola la logica perversa, vassalla, guerrafondaia, che si gioca sul terreno della politica, con la p minuscola, sempre e solo con la pelle degli altri. La vicenda di Daniele Mastrogiacomo ha dimostrato che la guerra al terrorismo è un bluff, che l'esportazione della democrazia una balla. I Talebani, quelli dell'Afghanistan, hanno il controllo militare, dunque amministrativo e politico della grande maggioranza del territorio.

Karzai, che prima veniva descritto come il semplice sindaco di Kabul, ora sembra essere il semplice amministratore del condominio della truppe alleate, coinvolte in una guerra senza fondamento, senza prospettive, senza risultati. Con chi bisognava trattare la liberazione di Mastrogiacomo? Quali erano i rapporti di forza sul campo? Esattamente con i veri "padroni" di casa, quelli che hanno permesso la trattativa che ha portato alla liberazione di Mastrogiacomo. Per cui con i Talebani si è trattato, con successo.

Ma il punto è un altro. Se monta la rabbia nelle cancellerie occidentali, che si contrappone alla gioia per la liberazione del giornalista italiano è semplicemente perché questo episodio costringe tutti a guardare in faccia la realtà, uscire dalla menzogna e dalle ambiguità: adesso bisogna avere il coraggio di dire la verità all'opinione pubblica. Vale a dire: cinque anni e mezzo di guerra in Afghanistan, tanto quanto durò la Seconda Guerra Mondiale, sono stati un fallimento. Perché l'obiettivo non era sconfiggere il mullah Omar, ma attaccare poi l'Iraq e tentare di aggredire a breve l'Iran.

La guerra è la continuazione della politica, con altri mezzi, diceva von Clausewitz: e infatti, è proprio la continuazione del piano di Bush di presenza militare in quell'area del mondo, utile anche per mantenere sotto tiro l'Europa.

L'Italia non è isolata perché sta dalla parte della stragrande maggioranza dei cittadini europei, e da qualche mese anche americani che hanno capito il trucco di chi fa le guerre per non finirle e continuarne altre, e accenderne di nuove.

Non lo scordi Prodi, non lo rinneghi D'Alema: Daniele Mastrogiacomo è tornato tra noi, e noi siamo felici di essere con lui. Con lui vivo, siamo tutti più vivi

Le ultime righe dell'appello di Daniele Mastrogiacomo per la liberazione di Rahmatullah Hanefi trattenuto e torturato nelle carceri afgane e di Adjmal Nashkbandy ancora ostaggio dei Talebani:

Rinnovo il mio forte appello al governo e al parlamento afgano, alle ambasciate occidentali presenti a Kabul, alle Nazioni unite, alle organizzazioni non governative, ai colleghi giornalisti afgani e italiani, alle associazioni umanitarie perché facciano del tutto per ottenere il rilascio di Adjmal e di Rahmatullah. Vi ringrazio per l'immensa solidarietà che tutti voi mi avete trasmesso e l'affetto con cui avete accolto il mio rilascio.

Continuiamo la mobilitazione, con lo stesso impegno e con la stessa forza, fino a quando non saranno liberati anche i miei due amici.

Daniele Mastrogiacomo