[Forumlucca] Liberismo in Toscana, lettera di Sullo a Domeni…

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Autore: massimiliano.piacentini@tin.it
Data:  
To: forumlucca
Oggetto: [Forumlucca] Liberismo in Toscana, lettera di Sullo a Domenici


----Messaggio originale----
Da: ornella.dezordo@???
Data: 3-apr-
2007 2.25 PM
A: <laboratorio@???>
Ogg: [LabDem] Liberismo in
Toscana, lettera di Sullo a Domenici

Unaltracittà/Unaltromondo, invito
alla lettura

Pierluigi Sullo, direttore di Carta, scrive a Leonardo
Domenici, sindaco di
Firenze. L'argomento è di quelli indigesti per il
centro-sinistra, ovvero la
commistione tra liberismo e beni comuni.
Unaltracittà/Unaltromondo vi
ricorda che la rivista indipendente Carta
è in edicola a 2 euro, oltre alla
lettera a Domenici trovate molte
altre notizie interessanti. Il sommario
completo è su http://www.carta.
org/rivista/settimanale/2007/12/sommario.htm
.

Buona lettura da
Unaltracittà/Unaltromondo
Al sindaco di Firenze Leonardo Domenici

Caro
Leonardo (dirò per i lettori che mi permetto questa familiarità, con il
sindaco Domenici, grazie a un'amichevole frequentazione giovanile),
vorrei
dirti che trovo esemplare la vicenda, che Carta ha raccontato la
scorsa
settimana, delle bollette dell'acqua che i tuoi concittadini
stanno per
ricevere.

Riassumo per chi si fosse perso questo "action
movie" dell'economia
liberista. Dunque: il direttore dell'ATO 3, quello
di Publiacqua, la società
a proprietà pubblica ma gestita come una
società per azioni "partecipata"
non dai cittadini ma da ACEA spa, un
signore di nome Gianni Del Vecchio, ha
annunciato un aumento delle
tariffe del 9,5%. Caspita. Che è successo? C'è
stato un calo dei
consumi: 84 milioni di m3 invece dei 92 iscritti in
bilancio. Perciò,
ha detto con logica inesorabile Del Vecchio, bisogna far
pagare di più
le utenze, dato che "la tariffa deve coprire costi operativi,
investimenti e remunerazione del capitale". Questa è la notizia, ed è
fantastica, perchè mostra in modo limpido a quali conseguenze conduce
la
linea della gestione "privatistica".

Un giorno, Riccardo Petrella
mi raccontò che, quando era presidente
dell'Acquedotto Pugliese,
animato da entusiasmo, propose in un consiglio di
amministrazione di
ragionare sul risparmio dell'acqua. L'amministratore
delegato gli
rispose: "Guardi che lei si espone a una denuncia civile,
perchè scopo
della società per azioni che lei presiede è vendere una merce e
risparmiare acqua significa ostacolerei profitti della società".
Chiarissimo. Infatti Petrella dopo qualche tempo si dimise, sostenendo
appunto che una S.p.A. ha le sue logiche inesorabili. E Nichi Vendola,
presidente della Puglia, replicò sull'Espresso che quello di Riccardo
era un
atteggiamento di "destra", dato che voleva procurare gratis
l'acqua, diritto
umano fondamentale, alla gente: "Di sinistra - disse
Vendola - è far sì che
i cittadini abbiano il reddito per pagare le
bollette". Questa affermazione
di Nichi a me pare piuttosto acrobatica,
per usare un eufemismo. Tanto è
vero che il direttore del tuo ATO ha
chiarito il concetto: se l'acquedotto è
gestito come una S.p.A. deve
guadagnare (la "remunerazione del capitale") e
deve perciò punire il
risparmio.

La sola legge è far crescere le "vendite", cioè i consumi.
Magari anche
questa è una cosa "di sinistra". Anzi, lo è certamente,
vista l'ostinazione
con cui tu e il presidente della Toscana Martini
avete voluto privatizzare
la gestione degli acquedotti, gettando via
come un rifiuto speciale (di
quelli che vanno a finire nei fiumi, per
restare in tema) le oltre
40.000firme che i movimenti toscani avevano
raccolto per una legge
d'iniziativa
popolare che chiedeva, appunto, di
ri-pubblicizzare l'acqua.

L'altro giorno sono stato ad Arezzo e i
compagni di lì mi hanno spiegato che
"la nostra Vicenza è
l'acquedotto". Quella di Arezzo e del suo ATO (la Val
di Chiana) è una
storia lunga e dolorosa, su cui a suo tempo le
organizzazioni sociali
locali avevano compilato un grande dossier. In cui si
dimostrava come
la S.p.A. avesse comportato minori investimenti, bollette
più alte e
nessun risparmio, oltre a tre C.d.A. (prima ne esisteva uno solo)
in
cui siedono, ben stipendiati, ex sindaci ed ex deputati del tuo
partito.
Mi hanno anche raccontato, gli aretini, che la trattativa per
l'ingresso di
Rifondazione nella giunta toscana sarebbe a buon punto.
La maggioranza
diessino-margheritista sarebbe - dicono - disposta a ri-
pubblicizzare, visti
i fallimenti, proprio l'acquedotto di Arezzo. Un
bel segnale, anche se
restano sul tappeto (pardon, sul territorio) il
tunnel TAV sotto Firenze, un
paio di inceneritori, il rigassificatore
navigante di Livorno, l'autostrada
in Maremma, ecc. Ma, come dice il
Corriere della Sera, non bisogna essere
"massimalisti" (che vul dire?)
e prendere quel che si può.Ma allora, se ad
Arezzo sì, perché a Firenze
no?

Ricordo una bella serata, al Forum Sociale Europeo di Firenze (era
il 2002)
in cui tu, Paul Ginsborg, io ed altri discorremmo con un paio
di migliaia di
persone: negli intervalli parlammo appunto
dell'acquedotto fiorentino, che
era sul punto di essere privatizzato
(nella gestione, appunto) e tu mi
recitasti il mantra per cui il
privato significa maggiore efficienza, più
concorrenza, minori costi,
ecc. Sei disposto, ora, ad ammettere che ti
sbagliavi? Capita a tutti,
prima o poi, di prendere un granchio. E questo è
bello grosso. Dirò di
più: aumentare le bollette dell'acqua perché la gente
si sforza di
risparmiarla è un evento di carattere universale. Dimostra che
i
cittadini sono più avanti dei loro rappresentanti, hanno capito tutto
di
dettagli come il disastro climatico e le imminenti siccità e sono
ansiosi di
cambiare strada. E tu? E voi?
Pierluigi Sullo
(www.carta.
org)