著者: ugo 日付: To: aderentiretecontrog8, forumgenova 題目: [NuovoLab] LA MIA STAFFETTA AL SENATO CON HAIDI GIULIANI
SUONA UN PO' COME il classico refrain stalinista per screditare gli oppositori:
è scappato con la cassa. Così appare da un articolo pubblicato sui settimanale
'L'Espresso', nel quale si insinua che le mie dimissioni dal Senato lo scorso
ottobre in favore di Haidi Giuliani, la madre del ragazzo ucciso a Genova
durante il G8, siano avvenute in base a un mercimonio: 110rnila euro in
contanti, per la precisione, come ricordato nell'aula di Palazzo Madama da un
senatore di An. Non importa se la staffetta fu decisa da me ben prima delle
elezioni, con l'intenzione di tornare nella 'condizione' di operaio in
mobilità, ma con relazioni politiche e sociali che mi possono consentire una
vita diversa da chi, come i miei compagni dell'Alfa di Arese, non dispone che
di un sussidio di 650 euro al mese, o anche meno. L'ho detto in aula al Senato,
annunciando le mie dimissioni, forse inusuali, per me nient'affatto 'eroiche'.
Perché allora questa denigrazione pubblica? Chi ne è interessato? Mi sono
occupato per anni dei 'fatti' di Genova e sono il primo firmatario di un
disegno di legge per istituire una Commissione d'inchiesta, che sta nel
programma di governo. Mi sono occupato anche di servizi segreti come membro del
Comitato parlamentare di controllo e ho difeso il Sismi, quello di Nicola
Calipari per intenderci, che ha permesso di salvare molte vite sacrificando la
sua. Cito le questioni più evidenti che hanno suscitato 'fastidio' in alcuni
palazzi, in particolare quello situato sul Viminale.
Mi sono scontrato esplicitamente con alcuni autorevoli giornalisti di un
gruppo editoriale, che ha fatto della "linea della fermezza" contro il
terrorismo la sua bandiera, almeno fino a quando un cronista che di quello
stesso gruppo fa parte non è stato recentemente sequestrato e liberato in
Afghanistan, attraverso una trattativa.
Tuttavia queste considerazioni riguardano solo il mezzo attraverso cui è stata
lanciata un'accusa di mercanteggiamento e non penso affatto a responsabilità
dell'articolista. Quindi? Temo che il discredito serva per mettere in mora una
posizione politica critica e anche alcune battaglie di verità e giustizia [ma
non solo] che forse non si vogliono più fare e che anche tra le forze più
radicali del nuovo schieramento politico di governo si scelga piuttosto la
continuità che non la discontinuità.
Alla fine il fastidio lo si da anche a quelli che sono stati con te in queste
battaglie, ma che oggi non se la sentono più, in nome della real politik. Il
mio pieno sostegno a Franco Turigliatto, cacciato da Rifondazione Comunista per
aver votato contro la guerra, ha indotto qualcuno persi-no nel partito - forse
memore delle purghe degli anni '30 - a fotocopiare e distribuire queste
volgarità contro di me e indirettamente, mi vergogno per loro, contro Haidi. Ma
dove siamo finiti? Ad andarci di mezzo, ricordiamocelo bene tutti, ci sono
anche quelli che, ad esempio nelle forze dell'ordine, si sono più esposti nelle
battaglie per la democrazia, disobbedendo al proprio capo. Quest'azione di
infangamento, come si vede, può avere molti compiici e soprattutto una vittima,
la democrazia.
Gigi Malabarba