Mi rivolgo, a titolo del tutto personale, alla "parte di uomini e donne, ragazzi e ragazze" che si sono chiamate/i "disobbedienti" e che ha firmato le riflessioni "modeste" sulla non candidatura di Laura Tartarini.
Lo faccio da singolo, pur non comprendendo del tutto- senza ironia- quale "parte" sottoscriva le "modeste" riflessioni: se a sua volta un singolo, se un'organizzazione di partito, un candidato, o cos'altro.
Apprendo, anche io parte di quei "ragazzi e quelle ragazze", davvero con stupore che...qualcuno si stupisca.
Pacatamente: siamo tutti abbastanza "laici" da non far volare nessuno straccio e da non utilizzare toni melodramatici: si tratta banalmente di verifiche divergenti, tutte, ovviamente, legittime.
Per quanto mi riguarda, ovviamente vedo in modo assai diverso le questioni sulle quali modestamente si riflette: si tratta solo di chiamare onestamente le cose con il loro nome.
E non si tratta, per quanto mi riguarda, di "difendere" il ruolo di Laura per come è chiamato, anche a titolo personale, in causa. Saprà se vorrà, replicare a sua volta.
La verifica deve esser aperta, collettiva e trasparente, certo.
E deve esser fatta innanzi tutto, per onestà, in prima persona.
E per quanto mi riguarda non ho alcuna difficoltà ad affermare che, quando ancora le contingenze lo ritenevano possibile, "siamo", tutti, stati poco efficaci nel valorizzare la presenza di Laura in consiglio e le potenzialità che questa recava in sè.
Quando ancora era possibile, si è stati probabilmente poco attenti nel declinare quel "diritti in comune" che portò Laura a Palazzo Tursi.
Però...capiamoci: con altrettanta onestà, e sul serio mi stupisco che questa riflessione non venga onestamente fatta, è stupefacente che chi firma le "riflessioni" nemmeno vagamente accenni all'evidente scollamento tra rifondazione e pezzi di sensibilità radicali, critiche e tese all'altro mondo possibile", di cui la scelta di Laura è un sintomo tra i tanti.
Che poi l'articolo su "il manifesto" contribuisca efficacemente ad alimentare questa immagine di affanno ed isolamento, non è problema mio.
E' anche tanto facile quanto improprio glissare su qulle che vengon definite da Manuel ragioni "macropolitiche", perchè in qulle ragioni si articola grossa parte della sconfitta, e certo lo è di tutti noi (perchè in quel percorso ci credevamo anche noi, mica solo Manuel), che si consuma.
Allo stesso tempo, è egualmente troppo semplice imputare a una "parte" (lo zapata) di quel portato "variegato" tutte le responsabilità: perchè è far finta di non sapere che in quel portato "variegato" c'era l'organizzazione giovanile di un partito che, da un certo punto in poi, ha fatto scelte (giuste o appropriate, contradittorie e burocratiche.. non è questa la sede di analisi) che ponevano oggettivamente fine alle condizioni che avevano determinato il patrimonio politico ed umano che candidò Laura.
Le tappe e le opportunità, in questi anni, sono state molte: possibile che non le si siano colte solo perchè gli zapatisti sono "carbonari", o forse le questioni sono un po' più complesse e non eludibili?
Quando si dice che solo alcuni indicevano riunioni e ne stilavano l'ordine del giorno...vien da dire:e gli altri, che facevano?
Nel frattempo (regionali) qualcuno si è anche candidato senza dar luogo a chissà che rilfessione aperta.
Sarei stato ben lieto di partecipare a momenti moltitudinari che sostenessero il lavoro di Laura, e vedere così come si fa...non mi pare però che altri, quelli non carbonari, siano stati in grado di costruirli, dimostrando autoreferenzialità e mancanza di iniziativa, sotto qusto punto di vista, tanto quanto lo Zapata, che-carbonaro sinchè si vuole- ci ha provato.
Così come sul percorso, difficile, del diritto alla casa, si è tentato -come negarlo? - di avviare una vertenza attaverso una iniziativa comune, che prescindesse da questioni "altre", che fosse il più aperta possibile e non sovradeterminata.
Forse l'errore è stato pensarci in concomitanza con le elezioni politiche...
E delle primarie..ne vogliam parlare? O è..."macropolitica"?
Si dice, nelle riflessioni:
"Infine, visto che la candidatura di Laura, e la sua elezione, sono stati il frutto di un lavoro collettivo, ci saremmo aspettati che almeno in questo passaggio, nel decidere o meno un eventuale ricandidatura, si riconvocassero tutti i soggetti che a quella vicenda avevano concorso".
Il punto è che quel lavoro collettivo-localmente e nazionalmente- è finito tre anni fa, finito perchè -a mio avviso - si era intrapresa la strada, da parte di alcuni (i GC) che porta ora a rivendicare "l'autonomia del politico", brandendola contro gli antipolitici che tutt'ora ritengono dirimenti questioni come la guerra globale e l'allargamento della base di Vicenza, i diritti sociali, e quant'altro.
Un "lavoro colletivo", certo, che non era un intergruppi, ma possedeva un valore aggiunto che è negli anni venuto meno.
Questa verifica "finale"che si chiede, fatta ora, sarebbe stata una angusta riproposizione di una logica di intergruppi di ceto politico locale, senza più il valore aggiunto del 2002.
Per finire, quindi, nessuno straccio, nessuna accusa: pacatamente, ciascuno si assuma le responsabilità delle sue scelte e delle logiche cui rispondono.
Per ciò che mi concerne, è palese e poco stupefacente quanto la candidatura di Laura sia irripetibile in una fase che vede rifondazione comunista riscoprire il partito e gli apparati, le spartizioni, le purghe isteriche e le censure assai lontane dalla "nonviolenza" tanto sbandierata (mentre si esulta per il SI all'afghanistan); mentre quel partito ed i GC sono costretti a sottostare ad un quadro di compatibilità antisociali, compatibili con la guerra globale e liberiste.
p.s. su terzo valico, inceneritore, esternalizzazioni, tagli ai servizi ed al welfare..non si chieda conto a Laura, ma alla coalizione della quale si fa parte.
Luca Oddone "lukino"
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