A Milano vi è ormai una endemica emergenza sicurezza sulle strade che solo una
grave e ostinata negligenza potrebbe indurre a sottovalutare.
Giovedì 29 marzo intorno alle 18.30, dunque in piena ora di punta e mentre
ancora non erano scese le luci della sera, un ciclista è stato travolto da
unauto di grosse dimensioni (Suv) in viale Abruzzi, a pochi metri
dallincrocio con via Plinio.
Da una prima ricostruzione sul luogo del fatto, sembra che il ciclista sia
stato centrato in pieno dal Suv che cercava di sorpassare a destra un mezzo
ATM e che, dopo avere investito la bici, ha proseguito la corsa tamponando
unaltra autovettura la quale, a sua volta, ha investito uno scooter, il cui
conducente è stato ricoverato in gravi condizioni.
Un tamponamento a catena dove imprudenza e velocità hanno avuto effetti
tragici con un bilancio che poteva essere ancora peggiore.
Il ciclista, un giovane di 26 anni, sbalzato di sella si è schiantato sul
marciapiede ed è deceduto.
E impossibile non accorgersi che non passa giorno senza che si verifichino
situazioni in cui viene messa a repentaglio addirittura la vita e lincolumità
fisica sulle nostre strade. E a farne le spese sono spesso gli utenti più
deboli.
Al Sindaco chiediamo che venga finalmente accolta la reiterata richiesta di
costituire un Comitato per la sicurezza stradale di cui facciano parte anche,
come utenti delle strade, le rappresentanze dei ciclisti e dei pedoni per
affrontare insieme i problemi della sicurezza stradale e collaborare alla
ricerca di soluzioni. In quella sede dovrebbero tra laltro essere resi
periodicamente noti i dati dellincidentalità anche relativamente alle due
ruote, non solo per quanto concerne le statistiche, ma anche le cause e le
circostanze in cui gli incidenti si verificano.
Chiediamo in definitiva che lemergenza sicurezza stradale rientri nella scala
di priorità dellazione concreta dellAmministrazione anche dopo essere uscita
dai riflettori della cronaca.
Si tratta di problemi che non si risolvono spostando semplicemente sugli
"attori deboli" della circolazione - che qualcuno vorrebbe addirittura
eliminare dalle strade o confinare in appositi recinti ad essi dedicati -
tutti gli oneri di una mobilità pesante, aggressiva e senza regole.
Occorre poi finalmente prendere atto che la velocità è la prima causa di morte
sulle nostre strade: ogni esitazione, su questo fronte, comporta nei fatti
lattribuzione di una licenza di uccidere.
Alla Polizia Locale di Milano è tempo di chiedere di fare la propria parte
nelle azioni di prevenzione e di repressione in una cornice di regole
razionali e condivise, per accorciare la distanza tra le norme scritte e la
prassi, tra un Codice della strada formale e uno materiale.
Eugenio Galli (presidente Fiab CICLOBBY onlus)
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