R: [Forumlucca] Lettera di Bifo ai contestatori di Bertinott…

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Aihe: R: [Forumlucca] Lettera di Bifo ai contestatori di Bertinotti

dle malessere di cui parla bifo e riportato da massimiliano ecco cosa
ha scritto don vitaliano della sala
16 maggio 2006

Ai fischi a
bertinotti aggiungete anche i miei!

È triste vedere la sinistra
cosiddetta radicale, messa supinamente
all'angolo del centro moderato e
dai DS, sacrificare la propria politica di
sempre sull'altare della
governabilità e della poltrona. Bertinotti docet!
Lui si ha "svenduto"
qualche ministero in cambio della poltrona più alta
della Camera,
inutile ai fini politici, "una carrozza d'oro posta su un
binario
morto", disse Gronchi quando venne eletto presidente di
Montecitorio.
Rifondazione e il resto dell'estrema sinistra (ormai estrema
solo per
la collocazione nell'emiciclo parlamentare!), pur di gestire
spezzoni
di potere, si sono "svenduti" la propria storia, la propria base,
il no
alla guerra "senza se e senza ma", la dignità. A questa specie di
sinistra verrebbe da dedicare una poesia di Alekos Panagulis, Tempo di
collera: "Voi, tombe che camminano/insulti viventi della vita/assassini
del
vostro pensiero/fantocci in forme umane/Voi che avete invidia delle
bestie/che offendete l'idea del creato/che chiedete rifugio
all'ignoranza/che accettate per guida la paura/Voi che avete
dimenticato il
passato/che vedete il presente con occhi appannati/che
non avete interesse
per il futuro/che respirate solo per morire/Voi che
avete mani solo per
applaudire/e che domani applaudirete/con più forza
di tutti come sempre/e
come ieri e come oggi/Sappiate allora voi/scuse
viventi di ogni
tirannia/che i tiranni li odio tanto/tanto quanto ho
schifo di voi".
Questa sinistra i fischi se li merita!

don Vitaliano
Della Sala
http://triburibelli.org/sito/modules/MyAnnonces/index.php?
pa=viewannonces&lid=22931



----Messaggio originale----
Da:
massimiliano.piacentini@???
Data: 29-mar-2007 12.10 AM
A:
<forumlucca@???>
Ogg: R: [Forumlucca] Lettera di Bifo ai
contestatori di Bertinotti

di Franco Berardi Bifo
(da carta.org)

Gentile Rina Gagliardi
leggo sul
giornale che porta il nome Corriere
della sera una sua concitata
intervista, nella quale si spertica nella
difesa del compagno Fausto
(da noi tutti amato con uguale fervore).
Nella foga le sono però
sfuggite due frasi che vorrei segnalarle. Lei
dice (anzi urla): "Chi
sono? Sono dei violenti che non rappresentano
nessuno tranne se stessi.
Chi li conosceva prima? Chi aveva mai
sentito parlare del gruppo
Kombinat, o Rekombinat, o come si chiamano?
Non è stata una
contestazione spontanea". Se lei permette le spiego...

A seguire
l'intervista al Corriere citata da Bifo e quella, sempre
del Corriere,
a Salvatore Cannavò


Lettera a Rina Gagliardi

Franco
Berardi Bifo

Gentile Rina Gagliardi
leggo sul giornale che porta il
nome Corriere
della sera una sua concitata intervista, nella quale si
spertica nella
difesa del compagno Fausto (da noi tutti amato con
uguale fervore).
Nella foga le sono però sfuggite due frasi che vorrei
segnalarle. Lei
dice (anzi urla): "Chi sono? Sono dei violenti che non
rappresentano
nessuno tranne se stessi. Chi li conosceva prima? Chi
aveva mai sentito
parlare del gruppo Kombinat, o Rekombinat, o come si
chiamano? Non è
stata una contestazione spontanea". Se lei permette le
spiego: da un
paio di decenni e forse più sono stati inventati i
computer. Sentito
dire? Sono scatole per lo più bianche con un monitor
e una tastiera per
scrivere numeri e parole. Accendendo l'elettricità
è possibile perfino
entrare nella scatola bianca di altri, distanti.
In questo modo sono
nate cose impreviste, riviste senza carta,
comunità senza capo né coda,
luoghi nei quali non ci comanda nessuno.
Bene, Rekombinant (con la
enne) è una cosa così. È una rivista online
(vuol dire che si può
leggerla in qualsiasi scatola bianca con monitor
e tastiera a patto di
disporre anche di una linea telefonica). Esiste
da sei anni, la
frequentano 1571 iscritti, ed è un ambiente di
produzione culturale
condivisa, si parla di filosofia e di
letteratura, talvolta ci si
accapiglia su argomenti politici di
attualità.

Non starò a spiegarle
che Rekombinant non è responsabile
dell'episodio che l'ha tanto fatta
agitare. Si procuri se vuole una di
quelle nuove macchine luminose e
digiti pure sulla tastiera
l'indirizzo www.rekombinant.org e nella
pagina rosata graficamente
sgradevole e diafana troverà tutta la
discussione che riguarda la
questione che le sta a cuore.

C'è poi una
seconda frase che nella sua
intervista mi fa trasecolare "quanto
accaduto all'università di Roma
non è la spia di nulla che ci
riguardi." Qui sbaglia. Quel che è
accaduto alla Sapienza ieri, se
vuole, è deplorevole.Però non si può
negare che sia la spia di
qualcosa. È la spia di un disagio
mastodontico che attraversa gran
parte della parte pensante della
società italiana. Il disagio di essere
trascinati in una guerra sempre
più pericolosa, sempre più criminale, e
per giunta anche persa.

Chi
non è in malafede sa bene che Rifondazione
è costretta a votare per il
rifinanziamento della missione afghana
perché se non lo facesse il
governo cadrebbe domani e andremmo alle
elezioni nelle condizioni
peggiori con il rischio di aprire la strada a
una spirale di
salazarismo berlusconiano torquemadesco ratzingeriano
che al solo
pensarci viene paura.
Ma chi non ha smarrito il senso
della realtà sa
che quella in Afghanistan è una guerra, e non solo: è
una guerra
ingiusta, e si avvia a diventare una mattanza criminale. E
per finire,
è una guerra persa.
Io capisco che Rifondazione sia
costretta a subire
il ricatto, ma occorre anche pensare a quel che
accadrà quando la
guerra ci trascinerà nella sua spirale, e per giunta
cadrà il governo
che rifondazione sorregge.
Io non ho soluzioni per una
situazione così
intricata. Ma non mi dica che non ci riguarda. La
guerra riguarda
tutti, e rischia di portarci molto più in là di quello
che possiamo
immaginare.



----Messaggio originale----
Da:
danielelombardi11@???
Data: 28-mar-2007 10.08 PM
A:
<forumlucca@???>
Ogg: [Forumlucca] Lettera di Bifo ai
contestatori di Bertinotti


From: bifo <istubalz@???>
To:
rekombinant@???
Subject: lettera a Francesco
Date:
Mon, 26 Mar 2007 22:42:16 +0200

Per informarli di una discussione
alla
quale possono essere interessati,
scrive Francesco ad alcuni
suoi
amici:

"forse non tutt* siete iscritt* alla lista Rekombinant.
Poche
ore fa Bifo
(tra i maggiori animatori dell'esperienza Rk) ha
postato
una mail in cui
attacca "senza se e senza ma" il nostro
comunicato di
promozione del
dibattito su Gli Autonomi. Il dibattito,
che si è tenuto
alla Sapienza il 14
marzo, è andato molto bene, grande
partecipazione e
tanti i giovanissimi. Il
comunicato, invece, ha
sortito un effetto
nefasto tra chi, evidentemente con
la coscienza
"pesante", sta
collaborando al progetto editoriale di
Liberazione
sugli anni '70.
Che
Bifo stesse maturando idee sugli anni '70 sempre
più discutibili è cosa
nota. Il disastro leninista e ipersoggettivista
di PotOp, ad esempio,
ma
anche la lacerazione senza contatto tra le
due autonomie (tutti
militonti da
una parte, tutti intelligenti,
tragici e sensuali
dall'altra), temi cari
alla "singolare"
ricostruzione storica bifiana,
hanno cominciato ad
assumere, già da
diverso tempo, toni caricaturali,
nonchè ossessivi. Credo
che questo
testo sia invece segnale di
un'involuzione ancora più triste.
D'improvviso tutta la sconfitta degli
anni '70 ha come unico ed
efferato
responsabile l'autonomia operaia
organizzata. Nulla ha potuto
Cossiga, nulla
Calogero, la colpa è di
Lenin e dei leninisti. Verrebbe
da ridere, se il
tutto non fosse
condito da un discorso sull'attualità
a sostegno del "meno
peggio".
Cose che fanno bene a dire Giordano o
Pecoraro: "battere le
destre",
"evitare le destre", "tenere lontane
dal governo le destre" e via
discorrendo. Da Bifo ci aspetteremmo tutt*
qualcosa di diverso. Che
dire?


carissimo Francesco,
c'è una cosa che
voglio chiarire prima di
parlare del resto.
Nella vita non mi è
capitato mai, se ben ricordo, di
compiere un'azione "con
la coscienza
pesante". Credo di capire il senso
profondo di questa
espressione. Può
tradursi in vari modi, può
chiamarsi "malafede", cinismo,
doppiezza,
opportunismo, falsa
coscienza, e mi sfuggono altri sinonimi.
Vorrei
che tu sapessi che sono
orgoglioso di collaborare al progetto
editoriale di Liberazione "70 gli
anni in cui il futuro cominciò". Si
tratta
di una pubblicazione
settimanale nella quale voci diverse
raccontano gli
anni '70 dal loro
punto di vista e con la loro
sensibilità, e nella quale si
ripresentano
documenti, grafemi,
immagini del decennio in cui morì Chaplin.
Già che
ci sono voglio
segnalare che nel prossimo numero del settimanale c'è
un
mio testo che
si chiama
L'ultima rivolta del ventesimo secolo
o la
prima del tempo
che verrà.
Non credo che avrei potuto scriverlo con
coscienza pesante.
Lo giudichi il
lettore.
Dal momento che ti voglio
bene ti perdono per
la nefandezza che è sfuggita
alla tua tastiera e
vengo alle altre
cose, più importanti.

La cosa più importante di tutte
è capire quello
che si prepara
all'orizzonte, non per le parrocchiette
partitiche, ma
per la società, per i
lavoratori, per la generazione che
va crescendo.
En passant ti rammento che
da quando sono stato espulso
dal PCI a 17
anni non ho mai più avuto una
tessera di partito, mentre
mi risulta
che molti rispettabilissimi nostri
comuni compagni hanno in
tasca la
tessera (o rappresentano
istituzionalmente) il partito del
sole che
ride, il quale pure, mi sembra,
vota per il rifinanziamento
della
missione in Afghanistan. E non credo che
abbiano la "coscienza
pesante".
Passi.
Cosa importante è capire cosa accadrà quando la
guerra
infinita dilagherà
oltre i limiti del nascondibile, quando le
bare
torneranno in patria a
profusione, e quando per la prima volta
nella
storia francese un partito
nazionalista e filoamericano andrà
al
governo, e quando la situazione
italiana precipiterà verso la
destra.
Mi segui? Questo voglio capire.

So che oggi un gruppo di
compagni sono
andati alla Sapienza per gridare
insulti a Bertinotti.
La cosa non mi
scandalizza, ma la analizzo.
Tutti sanno qual è la
posizione di
Bertinotti e di Rifondazione sulla guerra
afghana, e solo
in malafede
si può definirla guerrafondaio.
Si sa qual è la ragione
per cui
Rifondazione sceglie di votare per il
rifinanziamento della
missione
afghana. Si potrebbe benissimo, e questo
sarebbe legittimo,
affermare
che Rifondazione sbaglia scegliendo di
appoggiare un governo
che non ha
alcuna coerenza e poca speranza di durare.
Quest'affermazione
meriterebbe di essere considerata. Valuteremmo
allora
insieme gli
effetti di una eventuale decisione di togliere
l'appoggio a
questo
governo. Capiremmo insieme che a quel punto ci
sarebbero elezioni
nelle
quali prevarrebbe probabilmente una
coalizione cattolico-nazionalista,
una specie di salazarismo che si va
profilando all'orizzonte, un
atlantismo
orientato dal Torquemada
tedesco che siede sul soglio di
Pietro.
Forse potremmo concludere che
questo esito è comunque
inevitabile e che
occorre prepararsi ad
affrontarlo.
Forse potremmo
allora rimproverare Bertinotti e
Rifondazione comunista
perché pensano
(giustamente) a come evitare che
la destra vinca, ma troppo
poco a cosa
fare quando la destra vincerà e
la guerra precipiterà
drammaticamente.
Ma chi accusa Bertinotti di
essere un guerrafondaio sa di essere in
malafede, e dovrebbe fare i
conti con qualche "pesantezza di
coscienza".

Per finire voglio dirti
che ho letto con attenzione il
messaggio (a better
version of me) con
cui hai avuto la cortesia di
rispondermi. E in quel
messaggio vedo
almeno tre questioni di cui mi
piacerebbe poter discutere
ancora con
te, sempre che la cosa non ti
infastidisca o cose più urgenti ti
distraggano. Non voglio farlo in
questo messaggio perché è ora di
andare a
cena, e non intendo annoiare
i lettori di rekombinant con un
pippone troppo
prolungato.

Ma mi
riprometto di approfondire nei
prossimi giorni due questioni che tu
sollevi esplicitamente o
implicitamente:
3. La questione
dell'esaurimento della democrazia
formale.
2. La questione della
depressione e della leggerezza (che dal
mio punto di
vista è tutt'uno
con la questione del femminismo).
1. E
per finire la questione della
violenza, della forza, e della
diserzione, che è una forma attuale del
bramhacharia, volgarmente
tradotto
come non violenza.
Affronterò questi
argomenti a partire da
questo ultimo.

Ti ringrazio per l'attenzione


http://liste.
rekombinant.org/wws/arc/rekombinant/2007-03/msg00080.html



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