[autorgstudbo] venerdì a VAG - libro su '77 emusica

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Autor: autorgstudbo
Data:  
Para: lista studentesca
Asunto: [autorgstudbo] venerdì a VAG - libro su '77 emusica
VENERDI' 30 MARZO 2007
A VAG61 - VIA PAOLO FABBRI 110

ore 19 proiezione di

"Nudi verso la follia"
Il documentario sul Festival del Parco Lambro, realizzato con materiali di
repertorio di Alberto Grifi, per la regia di Angelo Rastelli

ore 20 Aperitivo "cre/attivo" e buffet

ore 21
Incontro con Oderso Rubini e Andrea Tinti autori del libro
Non disperdetevi - 1977-1982 San Francisco, New York, Bologna. Le città
libere del mondo (Arcana editrice).
Alla serata saranno presenti anche:
- Roberto Freak Antoni (leader degli Skiantos)
- Stefano Cavedoni (ex Skiantos)

Seguono le schede riassuntive del documentario e del libro.

Le giornate della VI Festa del Proletariato Giovanile di Parco Lambro
(Milano, 26-30 giugno 1976) restano incastonate nel DNA del rock italiano
come punto d'arrivo di un percorso irripetibile, il tramonto dolce e amaro
di un movimento che ha saputo raccogliere intorno a un evento simbolico
componenti eterogenee del tessuto sociale: studenti, operai, femministe,
attivisti politici, intellettuali, esponenti del movimento gay.
Apice della controcultura giovanile italiana, Parco Lambro appare sospeso
tra il sogno rivoluzionario del maggio francese e il brusco risveglio degli
anni di piombo, del riflusso. Il festival era stato organizzato dalla
rivista di controcultura Re Nudo, con l'appoggio di gruppi politici
parlamentari ed extraparlamentari: Partito Radicale, Lotta Continua, IV
Internazionale, Falce e Martello, la rivista anarchica 'A', Umanità Nova, e
la rivista di Autonomia Operaia Rosso. Tra dibattiti accesi, problemi
organizzativi, disordini, si respirarono anche giorni di grande musica, con
la partecipazione (autofinanziata) di musicisti appartenenti a etichette
indipendenti (Cramps, Ultima Spiaggia&_#8230;). Simbolicamente, fu anche
l'atto conclusivo della stagione dei grandi raduni internazionali pop-rock,
che hanno fatto da collante sociale a più generazioni.
Angelo Rastelli (all'epoca partecipante all'evento) ha recuperato i
materiali originali girati da Alberto Grifi e altri sei operatori, unendo le
testimonianze dei 'reduci' (Eugenio Finardi, Alberto Camerini, Toni
Esposito, gli organizzatori Valcarenghi e Scianchi) alle registrazioni fatte
dalle radio 'libere' milanesi nei giorni del festival. Nel documentario Nudi
verso la follia (slogan paradossale coniato - e messo in pratica - durante
la manifestazione) rivedremo la passione dei dibattiti politici, la
contestazione studentesca, e la grande musica di quello scorcio degli anni
'70: Eugenio Finardi, che presentò al festival "Musica ribelle"; gli Area de
"L'Internazionale"; la jam session di Don Cherry con Tony Esposito. Immagini
esclusive e inedite, che hanno come fil rouge 'Paperina' (ovvero Stefania
Maggio), giovanissima "autonoma" che ha partecipato al Festival.
Quelli di Parco Lambro furono giorni di magnifica follia, di speranze mai
sopite, d'illusioni, provocazioni e musica libera: giorni da non dimenticare

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Tra il 1977 e il 1982 la vera musica italiana ebbe una capitale indiscussa:
Bologna. È là che nascevano tutti gli spunti, i sodalizi e le idee destinati
finalmente a rinnovare un panorama immobile e stantio. Alcuni nomi erano
destinati ad entrare nella leggenda del rock italiano: Skiantos, Gaznevada,
Confusional Quartet, Stupid Set, Hi-Fi Brothers. Ma Bologna Rock non era
solo musica: era la politica di organizzazione extraparlamentare, dei cani
sciolti, della controcultura. Era l'arte emergente del fumetto, della
performance, era l'informazione rinnovata delle radio libere e delle
fanzine. Era la nuova istruzione possibile nelle aule del Dams. Insomma, una
città laboratorio sul margine pretecnologico di un'Italia del tutto diversa
da quella di oggi. Per ricostruire questo vivacissimo scenario culturale si
poteva percorrere una sola strada, quella della documentazione, delle
testimonianze orali, dell'ordinamento dei materiali.
Oderso Rubini , deus ex machina e produttore dell' Harpo's Bazaar e dell'
Italian Records , le due label dov'è nato il rock bolognese. E poi
videomaker, musicista, talent scout e molto altro.
Andrea Tinti è un giornalista musicale che collabora con diverse riviste
specializzate, nel 2001 ha curato l'Enciclopedia del Rock Bolognese.