[Cm-milano] io la mia la dico sulla cm

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著者: gesandre
日付:  
To: cm-milano
題目: [Cm-milano] io la mia la dico sulla cm
>
> Ma quante belle parole che sento stamattina.. entusiasmo,
> ottimismo, facciamo, facciamo, facciamo.. Ma facciamo cosa??
> facciamo chi??
>
> Non c'è un luogo di aggregazione, e questo l'ho sentito fino alla
> nausea, si propongono gli incontri e nessuno viene, diciamo non
> riusciamo a coinvoilgere la gente alle masse, quando siamo i primi
> a non andare.. Dai, sabato eravamo in pochissimi, non ho nulla da
> recriminare a nessuno, la massa è così, ognuno fa un po' che cazzo
> vuole, però è chiaro che l'entusiasmo che c'è in lista è finto, in
> realtà non frega una cazzo a nessuno, e quindi è normale che poi a
> qualcuno non piaccia, gli cadono le palle a terra, e non ha piu'
> voglia di sbattersi!!
>
> E non sto parlando del dottore :)


ci venivo io in massa. all'inizio. poi mi sono rotto le palle.
partenze sempre più ritardate. ritorni a casa sempre più notturne, in
mezza kottura da kanna+birretta. era diventata una osa fricchetton-
gruppettara. indicatore dello stato - devastante - della città.
una volta è venuto un tizio dagli stati uniti. si chiamava chris
carlsson mi pare. un uomo sui cinquanta, la sua panzolla d'ordinanza,
la camicia a scacchi, barba alla steven spielberg, occhiali,
pantaloni beige, forse - orribilmente - shorts. cazzo, ho pensato, un
uomo normale. e io che pensavo a un indiano metropolitano, a uno
sciammannato del cazzo. magari afro. no. l'inventore della storia era
un cazzo di americano qualunque. il vicino cui chiedi lo zucchero,
perché sai che con quella panza, lui ce l'ha. forse mi sbaglio ed
egli non c'era con noi quella volta che abbiamo celebrato i 10 anni
di cm (Usa, ovvio) però a me pare ci fosse e tutt'insieme si è
fatta una massa stupenda. s-t-u-p-e-n-d-a. partiti in 300 siamo
arrivati - al bulk - che eravamo almeno il doppio. c'era pure uno
stronzo che se l'è fatta di corsa. alcuni imbecilli - tra i quali io
- ogni tanto si fermavano ad alzare il destriero di ferro oltre le
proprie teste. ma cazzo, c'era qualcosa in più. il giorno era
feriale. la partenza fissata alle 18, era stata alle 18. eravamo
arrivati che eravamo il doppio dei partiti perché la gente normale,
quella normale normale, usciva dall'ufficio in bici e si aggregava.
era facile. scendevi in strada vedevi un gruppo che quello del tour e
del giro insieme ci fanno le pippe e ti ci buttavi dentro.
adesso. leggo che siamo rimasti in pochi. io non ci vengo. vado in
bici, ma le 10, 30 di sera è tardi. il sabato, mi faccio i cazzi
miei. se posso magari vado a trovare i miei suoceri a venezia - in
treno -. cose del cazzo, normali. ogni volta che ho scritto alla
lista dicendo: cazzo ma facciamola come dio comanda alle 18 di un
venerdì, o se preferite di un giovedì, pure di lunedì. la risposta è
stata: ma così rompiamo le palle alla gente che lavora. stai zitto
stronzo e vieni giovedì vecchio sfigato. esatto. ma purtroppo è
quella la gente che deve capire che può andare a lavorare in bici,
perché vede davanti agli occhi una massa di gente che lo sta facendo.
leggo in una mail di ieri(?) una frase tipo " siamo quelli che
rompono le palle agli automobilisti". sì, quelli che vanno al cinema
la sera, non quelli che lavorano o che usano la macchina per portare
il cane al parco. cazzo in america i massocritici vengono caricati/
arrestati dalla madama. rompono le palle. fanno politica. a milano
non siamo in grado. al massimo ci facciamo le kanne. e facciamo i
gruppettari tipo "dio come sono intelligente che non sono stronzo
come quegli impiegati che usano la macchina". e invece no. la città è
una città di merda e noi non riusciamo a fare un cazzo, tranne
farci i pompini a vicenda. e con rabbia vi dico vaffanculo alla massa
del sabato, non serve a un cazzo ed è pure velleitaria. facciamola un
cazzo di giorno feriale in orario umano e vediamo cosa stracazzo
succede. blocchiamo l'uscita da milano di viale zara alle 18 di
venerdì. vedi cosa vuol dire entropia.
con grande amarezza+affetto
andrea