Re: [NuovoLab] voto in senato

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Autore: Giuliano Giuliani
Data:  
To: Edoardo Magnone, Mailing list del Forum sociale di Genova
Oggetto: Re: [NuovoLab] voto in senato
Caro Edoardo, la tristezza perdura anche ai cambi di stagione, o a quelli
che dovrebbero essere tali e invece sono nuovi e sconvolgenti eventi che
aumentano la tritezza (mancava, nel tuo per altro giusto "cahier", un
richiamo all'ambiente, del quale sei esperto e sempre attento a richiamarne
le criticità). Ma non confondiamola con la presa d'atto dell'essere in
minoranza, con la malinconia. Se così fosse, sarebbe la conseguenza di una
ingiusta presunzione, di una presunta superiorità rispetto a quelli che non
si convincono e non si aggregano. Nè ci dovrebbe più consolare la diceria
che le grandi idee provengono dalla solitudine. Se non sono condivise,
restano una semplice testimonianza, appagante per chi la trasmette, inutile
per chi attende concretezza; quando non, appunto, presuntuosa.

I tempi non sono mai brevi, anzi. Provo a riflettere sul fatto che per
liberarci della tutela dell'URSS e del socialismo reale, Berlinguer ci ha
messo vent'anni. Trovi scandaloso se penso che l'attuale ministro degli
esteri (e sai che non sono per nulla etichettabile come dalemiano) ha
iniziato un percorso per liberarci della tutela degli USA? Che cosa ne
viene, oggi, ai bambini afghani? Nulla. Ma sei proprio sicuro che il governo
della destra che è in attesa sulla porta gli manderebbe uova di pasqua? Le
bombe-uova le sgancerebbero loro, dici tu, not in my name. Ti basta? A me
no, non mi interessa sgravarmi la coscienza, tanto meno fare testimonianza,
è un compito che lascio ai cattolici. Guardo alla realtà. Liberarci dalla
tutela degli USA, e quindi contribuire a un'autonomia dell'Europa potrà
servire a garantire la sopravvivenza ai futuri bambini afghani, speriamo
prima di ven'anni (e per ridurre i tempi occorerebbe impegnarci non in mere
dimostrazioni di testimonianza ma riscoprendo quella cosa orribile e sporca
che è la politica, contribuendo anche a cominciare a fare il bucato).

E' questo che intendeva Haidi a proposito delle garanzie verso i deboli, e
davvero mi meraviglia che tu possa attribuirle differenze di valutazione
sull'essere deboli in rapporto alle latitudini e alle longitudini.

La diversità è importante, hai ragione, non basta dichiararla, occorre
affermarla. Dichiararla e affermarla, non esibirla. E allora il compito che
dovremmo prefiggerci sempre, ammesso di averne voglia e titolo, resta
soltanto quello, paziente e scomodissimo, di convincere il vicino a
dichiararla perchè, crescendo in convinzione e in numero, la si possa
affermare.

Senza tristezza. Per questo, nonostante le diverse valutazioni
proviamo a continuare a confrontarci.
Un abbraccio, Giuliano


----- Original Message -----
From: "Edoardo Magnone" <magnone@???>
To: <forumgenova@???>; <giulianogiuliani4@???>
Sent: Tuesday, March 27, 2007 9:06 PM
Subject: Re: [NuovoLab] voto in senato


> Scrive Giuliano Giuliani <giulianogiuliani4@???>:
>
>> Vi allego una lettera che Haidi ha inviato e che probabilmente pochi
>> hanno
>> letto. Mi sembra interessante. Giuliani
>
>
> Caro Giuliano,
>
> sicuramente interessante, anche se mi ha lasciato una malinconia di fondo
> difficile da far passare. Quella tristezza di fine stagione che ti puo'
> arrivare addosso quando ci si rende conto di essere una minoranza e ti
> lascia un
> po' frastornato e spaesato. Quella tristezza capace di immobilizzarti
> perche purtroppo non ti arrendi a distinguere, come sembra di capire dalla
> lettera, tra un vicino/dentro ed un fuori/lontano.
>
> Personalmente non sento, ad esempio, i nostri precari (citati da Haidi)
> ne' piu'
> vicini ne' piu' lontani dell'Afghanistan e, forse, sono solo due facce
> della
> stessa medaglia o, se preferisci, risultato della stessa politica e
> sistema
> economico.
>
> Ovviamente, sono facce della stessa medaglia anche i nostrani CPT, le
> guerre per
> il petrolio in MO o le privatizzazioni.
>
> Un lavoratore extracomunitario che cade dai ponteggi di qualsiasi citta'
> italiana ha, in realta', inciampato proprio sul braccio amputato di un
> bambino
> medio orientale, africano o sudamericano. Il ragazzo che entra in un CPT
> e'
> sfuggito dai signori della guerra. Il precario che non puo' permettersi
> una
> famiglia potrebbe essere invidiato dal palestinese che la famiglia l'ha
> persa.
>
> Dovremmo lottare sia "dentro" un cpt che "fuori" da una portaerei o forse,
> e
> sarebbe meglio, non dovremmo difendere ne' per la "vicina" Milano ne'
> attaccare
> la "lontana" Mazar-e-Sharif.
>
> Se davvero Haidi non se la sente "di peggiorare le vite dei più deboli, di
> quelli che soffrono di più" che sono sulla faccia italiana della medaglia,
> spero
> che non desideri neanche "peggiorare le vite dei più deboli, di quelli che
> soffrono di più" che sono rimasti, loro malgrado, sull'altra faccia della
> medaglia, quelli lontani, magari in un paese tipo Afghanistan...perche a
> mio
> avviso la vita "dei più deboli" nn dovrebbe avere un valore relativo o una
> scala gerarchica.
>
> Il nostro paese - parafrasando haidi - non è un bel paese perche se la
> paura
> della destra ci fa inseguire una politica di destra (il piu' delle volte
> dettata dalla casa bianca) allora abbiamo tutti, sotto ogni punto di
> vista,
> perso! E noi tutti abbiamo perso, ironia della sorte, per paura del
> cambiamento. Abbiamo gia' perso per una fottuta paura di cambiare, per
> paura di
> essere diversi fino in fondo.
>
> Gli elettori, forse, avevano chiesto proprio questo: essere diversi e
> cambiare
> la medaglia.
>
>
> Con estremo affetto, sincerita' e malinconia. Un abbraccio forte,
>
> Edoardo
>
>
>
>