----- Messaggio inoltrato da Carloge <gawen52@???> -----
Data: Wed, 28 Mar 2007 08:52:22 +0200
Da: Carloge <gawen52@???>
Rispondi-A: veritagiustiziagenova@???
Oggetto: [veritagiustiziagenova] Caruso don Vitaliano
A: veritagiustiziagenova <veritagiustiziagenova@???>
Secolo XIX
Caruso don Vitaliano
Roma. Uno non si mostra stupito più di tanto, l'altro cerca
giustificazioni nelle «faide politiche» interne al Prc. Uno si aspetta
«altri fischi», l'altro sposta l'attenzione sui «fischi di Mirafiori» al
sindacato, giudicandoli più fondati e gravi. Mentre al Senato si vota
sull'Afghanistan, i fischi a Fausto Bertinotti dividono anche chi in
passato ha condiviso "pane e lotte sociali" sfilando insieme per le
battaglie no-global fin dai tempi del G8 di Genova.
Il "deluso"è don Vitaliano della Sala, il prete no- global di Sant'Angelo
a Scala, rimosso d'autorità quattro anni fa dalla sua parrocchia proprio
per la sua attività e le sue simpatie dichiarate verso i movimenti della
sinistra. Il "diplomatico"è Francesco Caruso, amico e conterraneo di don
Vitaliano, no-global della prima ora eletto deputato nelle liste del Prc.
Uniti da anni di lotte ma separati dalle contestazioni piovute sul
presidente della Camera, che è andato all'Università di Roma su invito di
Comunione e liberazione. «Il ruolo istituzionale che ha lo obbliga a
partecipare anche a un convegno di Cl, dove ovviamente non andrei mai»,
mette le mani avanti Caruso. Allora il problema si allarga: alla sinistra
che ora siede su poltrone istituzionali e di governo. E qui don Vitaliano
si concede la prima stoccata a chi fino all'altro ieri scendeva con lui in
piazza.
«E' un vecchio e brutto difetto della sinistra quando va al governo,
quello di pensare che chi finora ha contestato con la sinistra non possa
contestare la sinistra. E invece non capisco lo stupore: se il disagio
sociale resta, i fischi sono la logica conseguenza. E, francamente, penso
che ce ne saranno molti altri in futuro», spiega don Vitaliano. Il quale
emette un verdetto che non lascia spazio a dubbi su come la pensa: «Pur di
gestire spezzoni di potere, si sono svenduti la propria storia».
Conferma, don Vitaliano? «Confermo, confermo. Mi sento tradito e usato
come compagno di strada di Rifondazione. Io sono deluso da chi guidava i
cortei e poi, quando si siede sulla poltrona di presidente, cambia le
carte in tavola. Mi sembra una conversione calcolata, come ne abbiamo
viste tante in passato a sinistra. Questo disagio si avverte anche fra gli
iscritti. Perché allora Bertinotti si stupisce dei fischi? Si prepari
perché ce ne saranno altri e dappertutto».
Caruso sa come la pensa il suo amico prete ma non condivide. Il deputato
no-global si dissocia dal vecchio compagno di piazza e cerca minimizzare
lo "schiaffo" dei contestatori: «I fischi? La vicenda è stata molto
caricata, mi sembra solo una polemica interna al Prc. La contestazione era
organizzata dalle minoranze interne. Quei collettivi universitari sono da
sempre egemonizzati dai trotzkisti: questo è un dato di fatto».
Il giudizio duro di don Vitaliano? «So come la pensa, lui è molto critico
e deluso. Ma io ora vedo le cose in un modo diverso rispetto a prima
quando mi sfuggivano certi equilibri. Voglio dire che il problema non è
Bertinotti, i pericoli invece sono altri: le destre, i settori della
maggioranza asserviti al Vaticano e l'influenza dei poteri forti».
Ma i fischi sono fischi anche quando se li prende Bertinotti o no? «Mi
preoccupano di più i fischi di Mirafiori. Lì c'è il disagio sociale di chi
non arriva a fine mese», dice Caruso. «Risposta diplomatica», ribatte don
Vitaliano che avverte che forse oggi sono «frange» ma il dissenso non si
fermerà ai fischi della Sapienza. Ai quali Bertinotti ribatte: «La
politica non è un pranzo di gala». «Può darsi. Ma forse ce lo doveva dire
prima», si congeda don Vitaliano.
Michele Lombardi
28/03/2007
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Carlo
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