L'ONU VIETA LA TORTURA MA SOSTIENE LA DEMOCRAZIA IN AFGHANISTAN. QUALE DEMOCRAZIA?
In Afghanistan i servizi segreti governativi stanno praticando la tortura con i cavi elettrici su Hanefi Rahmatullah, manager di Emergency.
Lo hanno reso noto Teresa Sarti, presidente di Emergency, e lo ha confermato Maso Notarianni, direttore dii PeaceReporter.
Considerata la credibilità di tali fonti, riteniamo che tali notizie abbiano pieno fondamento.
Il paese, L'Afghanistan, dove sta avvenendo tale atroce pratica è, in questo momento, oggetto di protezione da parte dell'Organizzazione delle Nazioni Unite attraverso la forza militare ISAF, di cui fa parte l'esercito del nostro paese.
L'ONU vieta l'uso della tortura in tutti i paesi del mondo e questo divieto è sancito dall'art. 5 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, approvata e proclamata dall'Assemblea delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948.
La tortura è stata bandita con un successivo atto delle Nazioni Unite, il Patto internazionale sui diritti civili e politici, entrato in vigore nel 1976, che all'art. 4 recita: "nessuno può essere sottoposto alla tortura nè a punizioni o trattamenti crudeli, disumani o degradanti..." e all'art. 10 recita: "qualsiasi individuo privato della propria libertà deve essere trattato con umanità e col rispetto della dignità inerente alla persona umana..."
Alla luce di questi tragici eventi, Il silenzio del Governo italiano su Hanefi Rahmatullah, dopo la liberazione del giornalista Daniele Mastrogiacomo, rappresenta una grave contraddizione in termini di diritto internazionale e crea un paradosso enorme nella missione militare in Afghanistan.
Stante tale situazione, il voto favorevole al rifinanziamento della missione militare italiana, a sostegno di un paese dove si pratica la tortura, viola ogni principio di legittimità nazionale e internazionale e inficia la validità delle funzioni di "peacekeeping" proprie dei nostri soldati.
Ci auguriamo che il Presidente Karzai possa smentire quanto denunciato da Emergency e possa restituire subito, sano e vivo, Hanefi Rahmatullah all'affetto della sua famiglia e della sua Organizzazione Umanitaria.
Domenico Ciardulli
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