Autore: laura picchi Data: To: aldozanchetta, alessiociacci, calinde, doiandrea, forumlucca, g.sensi80, mrseye Oggetto: [Forumlucca] FW: Uccidere senza sparare - Furto a Casablanca
>From: "Associazione Rita Atria" <info@???>
>To: "Associazione Rita Atria" <info@???>
>Subject: Uccidere senza sparare - Furto a Casablanca
>Date: Sun, 25 Mar 2007 21:46:45 +0200
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>Se condividete il testo e la finalità vi chiediamo di divulgare l'email.
>Il testo è disponibile sul sito www.ritaatria.it >
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>"Sono morti anche perché noi non siamo stati abbastanza vivi". Con queste
>parole Giancarlo Caselli si chiedeva se alla fine anche noi non siamo
>responsabili dei troppi morti per mafia.
>La notte tra il 18 ed il 19 marzo ladri troppo educati e poco ingordi sono
>entrati nella sede del mensile «Casablanca» e hanno rubato il computer
>centrale (compreso il mouse). senza alcun segno di scasso.
>
>Potevano prendere molto altro ed invece si sono limitati ad un solo
>computer: casualmente quello con tutti i dati. Ma chi sapeva che quella
>notte Riccardo Orioles non avrebbe dormito in sede? Chi sapeva che in quel
>computer c'erano tutti i dati del giornale? (benedette copie di backup).
>
>Molto interessante come segnale.
>
>Abbiamo aspettato qualche giorno per vedere quale reazione avrebbero avuto
>istituzioni e amanti della legalità: tanta solidarietà a parole, quasi a
>voler ripetere il rito meno macabro delle condoglianze e poter dire: "io
>c'ero".
>
>Con estrema durezza noi vogliamo essere VIVI e dire che la vera solidarietà
>istituzionale e politica dovrebbe indagare sul fatto che certi poteri
>negano al direttore di «Casablanca» persino l'apertura di un conto corrente
>postale (facendo costare la spedizione delle copie in abbonamento il
>doppio).
>
>Graziella Proto e Riccardo Orioles erano nella redazione de «I Siciliani»
>di Pippo Fava. Da allora non hanno mai mollato: Graziella, il presidente
>della cooperativa editrice de «I Siciliani», per oltre 15 anni ha pagato le
>conseguenze di quella morte in termini non solo personali dei sentimenti,
>ma anche economici, visto che dopo la morte di Pippo Fava la grande
>solidarietà non è servita per pagare le bollette della luce e del telefono
>facendo sì che «I Siciliani» fallissero.
>Quel 5 gennaio del 1984 Pippo è stato ucciso due volte: dalla mafia e dalla
>solidarietà perbenista che non ha impedito il fallimento della rivista.
>
>Un anno fa, in occasione della candidatura di Rita Borsellino alla
>presidenza della regione, quei "giovani" de «I Siciliani» hanno sentito
>forte la necessità di tornare a crederci. Così hanno fondato «Casablanca»,
>un giornale che la smette di lagnarsi e autocommiserarsi per il fatto che
>«La Sicilia» di Ciancio e i vari tabloid dei poteri non danno spazio alla
>libera informazione. Si sono rimboccati le maniche e sono ripartiti.
>
>Visto che a volte siamo troppo storditi dalle sirene mediatiche ci siamo
>permessi, da umile e insignificante Associazione Antimafia, di fare un
>comunicato in cui avvertiamo che stanno "uccidendo" «Casablanca». Perché
>uccidere non significa solo eliminare fisicamente una persona, uccidere
>significa delegittimare, impedire l'apertura di un conto corrente postale,
>fare leggi ad hoc per permettere che un magistrato non si presenti ad un
>concorso, significa riabilitare i ladri del quartierino, significa
>ingenerare tanto e tale sdegno da far chiedere il prepensionamento di un
>magistrato che negli anni ha "solo" smascherato un'associazione
>"particolare" come la P2 o "solo" scoperto una vergogna italiana come
>tangentopoli.
>
>"Sono morti anche perché noi non siamo stati abbastanza vivi".
>
>Vi chiediamo di essere VIVI e di permettere ad una voce libera della
>SICILIA di continuare a vivere. Abbonatevi a «Casablanca», leggete le altre
>storie, le verità scomode, senza riverenze ai poteri di qualsiasi colore.
>Partecipate anche voi alle storie di «Casablanca» e, per una volta, potremo
>dire di essere arrivati in tempo.
>
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>Associazione Antimafia "Rita Atria"
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