Author: man0 Date: To: hackmeeting Subject: Re: [Hackmeeting] Prestito per indymedia
Il giorno 24/mar/07, alle ore 17:44, Fabio Pietrosanti ha scritto: >
> L' indipendenza richiede obiettività, capacità di analizzare ma
> sopratutto relazionare al lettore in maniera quanto più vicina alla
> realtà oggettiva dei fatti.
quella che tu descrivi qui, a mio parere, è l'obiettività.
che può essere una delle infinite componenti dell'indipendenza, ma
non è detto che lo sia.
io credo nell'indipendenza, non credo molto invece nel concetto di
"essere neutrali".
la realtà oggettiva dei fatti penso sfuggirà ad ognuno di noi.
> Certo, esisterà sempre una "lieve" "interpretazione" data da chi
> scrive
> per via delle sue esperienza passate, della sua formazione, del suo
> livello culturale nonchè delle informazioni in suo possesso, ma il
> giornalista che fa informazione indipendente si sforza di non farla
> trasparire.
chi fa informazione indipendente essenzialmente sfugge a logiche
commerciali, alla gerarchia distribuzione->editore->redazione.
è molto diverso avere una mailing lista aperta a tutti nella quale
poter discutere un articolo dall'avere una redazione, al soldo
dell'editore, che ha diritto di veto sulla pubblicazione di ciò che
scrivi.
da questo punto di vista indymedia è indipendente.
negli ultimi anni di vita di indymedia è emerso questo problema. in
qualche maniera, a mio modo di vedere, forse si stava creando un
meccanismo redazionale. ma su questo si son svolte infinite
discussioni, che non ha senso riproporre qui.
indymedia ha dei paletti e una policy che fanno sì che gli eventi
vengano analizzati da un certo range di punti di vista. ad esempio
indymedia non ha mai dato spazio ad analisi di fascisti o razzisti.
fare questo probabilmente significa non essere obiettivi, ma comunque
indipendenti. indymedia non si è mai posta il problema di essere
imparziale, ma di dare voce attraverso uno strumento piuttosto
semplice a chi magari aveva pochissimo spazio per affermare e portare
avanti le proprie ragioni.
> Il suo obiettivo primario è cercare di rendere quanto più "imparziale"
> la sua interpretazione dei fatti in modo da lasciare la libertà al
> lettore di "interpretarli" con gli strumenti a sua disposizione.
uhm. io penso che questo accada con qualunque tipo di informazione. o
meglio. questo è qualcosa che riguarda il fruitore. non puoi certo
forzare questo meccanismo scrivendo in maniera imparziale.
> Una interpretazione faziosa, dettata dalla "dipendenza" (che per i più
> motivati potremmo quasi definire "sudditanza") a un credo "politico" è
> equiparabile all'interpretazione viziata dagli interessi economici del
> proprietario di un giornale o dell'influenza che un "partito
> propriamente detto" può avere su di esso e di conseguenza sulle
> informazioni prodotte.
> Sono sempre interessi che pregiudicano l'indipendenza quelli
> personali,
> politici, economici e anche "ideologici".
per me non sono in alcun modo equiparabili. una cosa è il ricatto di
un salario a fine mese, che se sgarri in un articolo poi magari non
ti faranno mai più scrivere.
in indymedia non c'è mai stato sto atteggiamento di sudditanza verso
una parte o un'altra. c'erano tante voci diverse, che talvolta
faticavano a parlarsi e a spiegarsi. non è che fosse il magico mondo
ideale in cui tutto è perfetto. ma la caratteristica di indipendenza
l'ha sempre mantenuta.
> Quindi se la notizia è "viziata" in modo profondo da una
> "interpretazione", il lettore è privato della sua libertà di
> interpretazione.
il lettore non è mai privato della libertà di interpretazione.
ritorniamo a quel meccanism di prima che non puoi forzare. quello che
puoi fare, come media, è intontire la gente, presentargli notizie che
li portino verso qualcosa. questo è quello che avviene con i media
mainstream, generalmente. in più non hai la possibilità di interagire
e di proporre la tua visione dei fatti. cosa che su indymedia era
possibile.
>
> Il fattore determinante per definire una informazione come
> indipendente
> è dato dall'impossibilità o elevata difficolta per il lettore, di
> cogliere in modo diretto l'opinione del giornalista che ha scritto il
> pezzo su quei fatti specifici.
non penso possa essere così. l'opinione espressa dal giornalista
passa attraverso un processo redazionale. gli articoli vengono spesso
tagliati, modificati o non pubblicati. che siano di parte o meno. per
me questa non può essere che sudditanza al volere di una gerarchia di
"potere", che può riprodursi a diversi livelli (redazionale,
editoriale, distribuzione).
l'indipendenza è nello sfuggire a questa sudditanza.
>
> Con questo il mio discorso è chiuso, non ho il tempo di una volta per
> seguire e partecipare ai flame su hackmeeting/cyber-rights per
> quanto mi
> piacerebbe, essendo stato in passato un passatempo assolutamente
> interessante nonchè intellettualmente stimolante.
> Se ci saranno persone in grado di proporre percorsi logici e razionali
> diversi dal mio punto di vista ne sarò felice.
> Leggerò con molto piacere un eventuale thread che possa venire fuori.
boh, non mi pare che sia poi sto gran flame.
niente di comparabile a quelli sulle accentate e i giornalisti almeno.
>
> In fondo c'è sempre da imparare dagli altri no? :)
non sempre. la mia indipendenza sta nello scegliere da chi imparare e
da chi no :)